Il Prof. Paolo Balboni ha risposto con la disponibilità e la gentilezza che lo contraddistinguono ai dubbi che avevamo sollevato riguardo l’utilità dell’Admis (Associazione dei Diplomati in Master di Italiano a Stranieri).
Di seguito la sua e-mail dal titolo
Inutile?
In questi tre giorni ci sono 213 persone che stanno votando i 12 rappresentanti che gestiranno l’Associazione dei diplomati dei master in italiano L2.
Tra 15 giorni ci sarà un gruppo di 12 persone che comincerà a lavorare.
Lasciamo perdere al momento l’oggetto del lavoro: a me piace il fatto che in un mondo sempre più individualizzato, chiuso, ci siano 213 persone, spesso che non si conoscono, che cominciano ad interagire su un progetto comune: a mio avviso di vecchio sessantottardo questo è già qualcosa di utile, non inutile.C’è poi un’utilità pratica e culturale:
– pratica: basti pensare che in Italia non esiste la figura ufficiale di docente di italiano a stranieri per cogliere l’utilità immediata dell’ADMIS; ma chi è abituato a girare il mondo ed a vedere l’isolamento in cui vivono gli insegnanti di italiano sparsi nelle città e nei paesi, capisce anche l’utilità di una comunità professionale virtuale, che supera le centinaia di chilometri tra docente e docente!
– culturale: la cultura della didattica dell’italiano la fanno da anni gli accademici: una volta che gli accademici si fanno da parte e si pongono al servizio, per consulenza e solo su richiesta, dei docenti… è inutile?Sono presidente ancora per 15 giorni, poi finalmente l’ADMIS sarà libera di essere pienamente se stessa: e vedremo allora se la nuova associazione è utile o inutile.
Paolo E. Balboni
Sono d’accordo con il prof. Balboni. Lo stimo e condivido molte delle sue posizioni (tutte, direi).
Sono ammirevoli anche le iniziative dell’Università di Venezia, sempre meritorie giacché cercano di riempire quei vuoti lasciati dalle altre istituzioni.
Però non sta a noi stabilire l’utilità o meno dell’ADMIS. Le associazioni servono a chi le promuove e a chi si associa, altrimenti nessuno le promuoverebbe né ci si assocerebbe. Ma devo dire che per me, docente di italiano a stranieri, titolare di cattedra in Spagna, con dottorato in didattica delle lingue straniere, pubblicazioni e attività di formatore, l’ADMIS serve a poco.
Secondo me manca l’anello superiore della catena, che dovrebbe riconoscere all’ADMIS la sua utilità . In Spagna (scusate ma è l’esempio che conosco meglio ma sicuramente non il migliore) c’è l’ASELE riconosciuta dall’Instituto Cervantes. Io sono iscritto all’Asociación de Profesorese de E.O.I., riconosciuta dal Ministero dell’Educazione. In Italia tutto questo manca e bisogna arrangiarsi.
Ma il problema del riconoscimento della figura del docente di italiano non lo risolve un’associazione che nasce dalle sempre meritorie iniziative che vengono da Venezia in questo campo (a questo proposito, mi pare, sempre da Venezia viene proposto un accreditamento triennale a pagamento). Non solo nei master si formano gli insegnanti (bravi) di italiano a stranieri.
Poi credo che l’isolamento si superi con la circolazione delle idee e internet è il mezzo ideale. I circoli, alla resa dei conti, sono sempre, in un modo o nell’altro, “esclusivi”.
Ben vengano quindi le associazioni ma se manca l’anello superiore della catena, paradossalmente saranno destinate a rimanere anch’esse isolate.
P.S.
A proposito di circolazione delle idee, tempo fa avevo segnalato al sito insegnare-italiano il blog della nostra scuola ma fino ad oggi non compare tra i suoi link. Vuol dire che sarò costretto a reiterare la segnalazione ai colleghi dell’ADMIS se non voglio rimanere isolato…
oggi è stata una giornata pesantissima…
quindi la mail di balboni mi rinfranca un po’, anche se ancora non ho capito quali siano gli obiettivi, o meglio, in pratica cosa succede…visto che mi sarei anche candidata come rappresentante per il mio master….
ma oggi ho una fortissima necessità di sentirmi parte di una comunità , con sani valori, e quindi mi sento confortata
ildue…ammazza che giornate intense di post!!!