Nella mailing list [Ita_L2] ho appena letto questo intervento.
Ci sono in totale tre (3) cose che non vanno, una è sostanziale. Le noto solo io?
Ciao a tutti, tra una decina di giorni inizierò un corso di italiano L2 in un carcere.Mi sento un pò disorientata nonostante siano molti anni che insegno.Non solo perchè è una dimensione completamente diversa da quello a cui sono abituata, ma anche perchè tutte le attività usuali mi sembrano inadeguate e non proponibili, forse è solo l’ansia per qualcosa di nuovo e sconosciuto, ho provato a fare una ricerca in internet ma non mi sembra che ci sia qualcosa di realmente pratico da poter usare. Vi sarei grata per qualunque suggerimento, aiuto o esperienza personale che vorrete condividere.
Sono d’accordo con ladylink sulla necessita’ dell’accuratezza. Mi pare che questa ragazza, come spesso accade nei commenti in rete, non scriva per instaturare uno scambio reale, ma per raccontare di se’. Forse l’idea di insegnare in carcere le pare gustosa da sfoggiare, scusate se sono un po’ cinica. Credo sia un po’ il problema di moltii: quando si scrive in pubblico ci si inganna un po’ sulle motivazioni reali.
interessante il tuo Spero (credo!) e non credo (spero!)… c’è ancora il beneficio del dubbio … tu volevi scrivere la seconda versione, ma va là! 😉
certo che mi riferivo anche alla forma… io stessa riempio i post di refusi e una volta, se non ricordo male, mi sono inventata di sana pianta un congiuntivo… però cerco di fare il mio meglio anche formalmente… ma non sempre ci sono riuscita…
è questo postare indiscriminato, questo macello, nel senso di macellazione, di richieste non smistate, questa ricerca spasmodica ma anonima… ma perché dovrei darti dei consigli, a te che passi e lasci solo una scia…boh!??!?
Vabbè… spero (credo!) non fosse quella la cosa a cui si riferisse ll*.
Preoccupante che a insegnare l’italiano sia qualcuno che ignora le regole dell’ortografia 🙁
…@ porfido: la persona che scrive è una ragazza, ma non si è presentata e nemmeno dice in che città lavora… è essenziale, non credi, scrivere almeno il proprio nome? Il suo messaggio tocca un argomento delicato, lei scrive alla ricerca di collaborazione, supporto, scambi, idee… e non scrive nemmeno il proprio nome… e non mette nemmeno il punto dopo la parola carcere (lo hai aggiunto tu)… forse per lasciare una possibilità di fuga ai suoi studenti, almeno online? romantico…
… per me non è una questione di forma, ma di sostanza… è faticoso venirci incontro in questo modo, poi tra anonimi… boh!?!?!?
vabbeh sicuramente sono io
@Maurizio Sarcoli: i tuoi consigli non lasciarli qui come commento, ma inviali alla mailing list succitata… saranno fruttuosi, immagino
Ciao ho letto il tuo post e ti suggerirei di leggere un libro recente relativo all’insegnamento dell’italiano in carcere, pubblicato in Toscana dall’IRRE(quando si chiamava ancora così) in collaborazione con l’Università per stranieri di Siena, si intitola ‘Insegnare italiano come lingua seconda nel carcere e nei Ctp’, a cura di Gaetana Rossi e Cosimo Scaglioso,
è uscito anche un libro della prof. Benucci (sempre di siena) L’insegnamento dell’italiano a stranieri in carcere
Ciao, e in bocca al lupo, Maurizio
Non capisco.