Nascono, crescono, si trasformano, si confondono. Sono i Master universitari. I Master di primo livello sono accessibili a chi possiede una laurea italiana quadriennale del vecchio ordinamento o una laurea triennale del nuovo ordinamento, danno 60 crediti, durano da un’anno e mezzo a due anni e costano intorno ai 2000 euro.
Le 78 Università italiane nel 2006 ne hanno organizzati ben 2.054, se ne possono trovare per tutti i tipi, come quello in “Bullismo e devianza” o quello per “Agenti di calciatori“. Anche a livello ministeriale, dopo l’aspettativa creata dalla gestione Moratti, si parla di “grande illusione”. Secondo una ricerca di AlmaLaurea (che accocia 50 Università) il Master di primo livello non fornisce alcuna possibilità in più di trovare lavoro (Sotto il profilo occupazionale non si registrano differenze tra coloro che hanno terminato un master universitario di primo livello rispetto ai colleghi che non hanno concluso alcun tipo di esperienza analoga: entrambi i collettivi lavorano) e, dato dettato probabilmente dai misteri della statistica, fa guadagnare meno (Anche per quanto riguarda il guadagno l’esperienza di master universitario di primo livello non risulta apprezzata: il guadagno mensile netto è inferiore a quello dei colleghi che non l’hanno svolto).
Intervistata sul Venerdì di Repubblica della scorsa settimana, Andrea Cammelli, presidente di ALmaLaurea, afferma: “Come spesso succede, le fasi di sperimentazione creano il caos. (…) Noi chiediamo da tempo un bollino blu per la certificazione”. Bollino blu che in realtà già esiste: lo fornisce l’Asfor, che ha criteri così esigenti che ben pochi corsi se lo possono permettere.
Il consiglio è quindi di non buttarsi nelle mani del primo venuto o del più vicino a casa, fare una ricerca seria, possibilmente parlare con qualcuno che già è passato per quelle aule o quei tutor. E, non meno importante, valutare se veramente c’è bisogno di un Master. La corsa ad ingrassare i curriculum poi nel nostro settore è ormai cronicizzata: non esistendo dei criteri che definiscano l’insegnante di italiano per stranieri, ecco che più titoli ho più mi illudo di trovare lavoro. Ma, lo sappiamo, questo non corrisponde completamente al vero.
Concludiamo questa nostra filippica con un breve quadro dei Master del nostro settore, niente più che dei link, attraverso cui districarsi e cercare di valutare l’offerta formativa e la serietà degli enti.
Master di I livello:
Università per Stranieri di Perugia – Didattica dell’italiano lingua non materna
Università per Stranieri di Siena – Contenuti, metodi e approcci per insegnare italiano ad adulti stranieri
Università Ca’ Foscari, Venezia – Didattica e promozione della lingua e cultura italiane a stranieri – itals
Università degli Studi di Padova – Didattica dell’italiano come L2
Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” – L’insegnamento dell’italiano a stranieri: lingua e cultura
Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano – Didattica dell’Italiano L2
Università degli studi di Udine – Italiano lingua seconda
Università degli Studi “G. d’Annunzio, Udine – Italianistica per la didattica dell’italiano agli stranieri
Libera Università di Bolzano – Didattica dell’italiano L2. Culture migranti, lingue e comunicazione
Master di II livello:
Università Ca’ Foscari, Venezia – Didattica e promozione della lingua e cultura italiane a stranieri – itals
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