Secondo il rapporto del Miur “Alunni con cittadinanza non italiana” lo scorso anno scolastico quasi 370mila studenti erano stranieri
Sempre di più e sempre più colti
in un anno il 27,9% in più
di SALVO INTRAVAIA
Sempre di più, ma anche più “colti”, gli alunni stranieri in Italia. In appena un anno sono aumentati del 27,9 per cento. Ma la crescita più vistosa si registra tra gli studenti delle scuole superiori che, passando da 44.922 a 59.570, in 12 mesi sono aumentati di un terzo. Segno che la scolarizzazione dei figli di immigrati cresce in quantità, ma anche in qualità. Ma la vera sorpresa arriva dal sorpasso delle studentesse sugli studenti, primo caso in Italia.
Fino a qualche anno fa, la maggior parte degli alunni stranieri presenti nel nostro paese frequentava le scuole materne, elementari e medie. Pochi quelli che si spingevano fino al superiore: erano appena 6.410 nel 1997/1998, contro i 59.570 del 2004/2005. In 7 anni, gli alunni stranieri al superiore sono dunque decuplicati, mentre quelli degli altri segmenti sono aumentati “solo” di 6 volte. Oggi, la forbice esistente fra scuola elementare e superiore si sta chiudendo: il 17 per cento di alunni stranieri è iscritto alle scuole superiori, contro il 10 per cento di qualche anno fa. È quello che emerge dall’ultima pubblicazione del ministero dell’Istruzione dal titolo “Alunni con cittadinanza non italiana: anno scolastico 2004/2005”.
Crescono, quindi, in modo esponenziale gli stranieri (nati all’estero o in Italia da genitori non italiani) tra i banchi della scuola italiana: dai 282.683 dell’anno scolastico 2003/2004 ai 361.576 dello scorso anno. Presenza che si concentra nelle regioni del Nord e nelle scuole statali, che accolgono 9 stranieri su 10. Oggi, un alunno “italiano” su 24 ha origini straniere. Albanesi (60.364 alunni), marocchini (52.191), rumeni (41.695) e cinesi (18.683) i gruppi più rappresentati. E si prevede che fra appena cinque anni questa la presenza di stranieri crescerà ulteriormente, fino a toccare valori nel complesso variabili fra 558.547 e 610.817 unità. Tradotto: un alunno “straniero” su 15 nelle aule italiane. Incremento che, per via di altri ingressi in Italia e della elevazione dell’istruzione, riguarderà soprattutto i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado.
Ma quali sono gli indirizzi più gettonati dagli stranieri? Decisamente gli istituti professionali, dove l’incidenza sul totale degli alunni (italiani e non) nel 2004/2005 è stata del 4,57 per cento. Con record al primo anno (7,35 per cento) e nelle regioni del Nord Est del Paese che, sempre al primo anno, fanno registrare 13 alunni su 100 stranieri. Pochissimi i non italiani nei licei (1,1 per cento), pochi di più negli istituti tecnici (2,41 per cento). Ma il sorpasso delle femmine sui maschi non ha precedenti. Al superiore il 51,2 per cento degli studenti stranieri è di sesso femminile: a livello nazionale sono i maschi (con il 52 per cento) a prevalere sulle compagne. Secondo gli esperti del ministero questo fenomeno è “segno probabile di come dopo la ‘vecchia’ scuola dell’obbligo vi sia tra gli alunni maschi stranieri una tendenza all’abbandono scolastico per l’avvio al lavoro”. Situazione che non si verifica per gli studenti provenienti da alcuni paesi dell’Africa o dell’Asia dove la donna è ancora in una condizione di subordine rispetto all’uomo. Succede quindi che tra gli alunni provenienti dal Gambia o dalla Libia solo una su tre è femmina, così come avviene per gli alunni provenienti dall’Afghanistan.