Non sanno l’italiano…

Continua l’iter per la realizzazione delle famose “Classi ponte”. Come dice il premier-insegnante, gli studenti immigrati “«Non sanno l’ italiano, non possono seguire le lezioni del maestro». Il maestro?

Per questo, spiega il Cavaliere, hanno una percentuale di insuccesso tripla rispetto a quella degli alunni italiani.

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Nè separati nè invisibili

Abbiamo già parlato su questo blog della mozione sulle “classi di inserimento”, passata alla Camera dei Deputati il 16 settembre scorso.

Voci autorevoli si sono fortumatamente alzate per dare risposte e indicare altre strade percorribili riguardo al tema dell’integrazione dei bambini e dei ragazzi immigrati. Tra queste quella di Graziella Favaro.

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Ecco l’Italia!

Clicca sull’immagine per vedere la copertina del sito di repubblica.it di oggi.

Non essere, questo è il problema – seconda parte

Sono passati alcuni giorni dall’approvazione in parlamento della mozione della Lega che propone le “classi di inserimento” per gli immigrati.

Giorni in cui sono successe tante cose: il sistema dell’istruzione italiano, dalle elementari all’università, è insorto ed è tuttora nel pieno della mobilitazione; tanto si è discusso e, come sempre, tante scemenze sono state dette. In questi giorni però alcuni aspetti della questione sono venuti alla luce.

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Non essere, questo è il problema

In questi giorni si assiste ad un balletto su problemi legati a come accogliere gli stranieri che non sanno l’italiano nella scuola pubblica.

C’è un solo argomento di cui so qualcosa ed è questo. E quando sento i nostri politici-opinionisti dire la loro posso cogliere tutta la loro incompetenza,demagogia e falsità.

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www.strarete.it

L’Istituto Statale di Istruzione Superiore “C. Cattaneo” di Modena ha aperto una Commissione Intercultura e tutti i materiali in via di progettazione e realizzati sono sul sito www.strarete.it.
Nella presentazione si legge:

Salve, siamo un gruppo di docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “C. Cattaneo”, accomunati dall’interesse per le tematiche interculturali. Oltre alla quotidiana e sempre più complessa attività di docenti, lavoriamo per facilitare l’inserimento e l’accoglienza degli alunni stranieri nella scuola e nella società, confrontandoci per trovare insieme risposte a problemi sempre nuovi. La necessità di coordinare tanti progetti diversi e non disperdere le energie ha imposto un forte sforzo organizzativo.

Oltre ai progetti e ai numerosi materiali on line, il sito ha un forum a cui è possibile accedere, leggere e scrivere. I temi naturalmente spaziano dalle tematiche interculturali alle problematiche legate all’accoglienza, alla discussione sull’ìapproccio didattico alla classe plurilingua, a come insegnare l’italiano come lingua di studio.

Alunni con cittadinanza non italiana

Titolo: Alunni con cittadinanza non italiana. Scuole statali e non statali – anno scolastico 2004/2005
Autore: MIUR – Direzione Generale per i Sistemi Informativi e Direzione Generale per lo Studente
Editore: MIUR
Anno: 2005
Genere: Intercultura

Si avvicina a 400.000 il numero di alunni stranieri presenti nella nostra scuola. Provengono da 187 Paesi del mondo e rappresentano una percentuale che supera il 4% della popolazione scolastica complessiva.
Anche quest’anno il Ministero approfondisce con la nuova indagine sugli alunni con cittadinanza non italiana i diversi aspetti di una realtà sempre più stabile e strutturale.

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La qualità dell’integrazione scolastica

Il convegno sull’integrazione scolastica è sicuramente il più importante appuntamento per quanti operano nel campo della disabilità sia per la qualità dei contributi scientifici, sia per la quantità dei soggetti che vi partecipano.

Quest’anno il Convegno prevede anche una sessione speciale sull’autismo. La direzione scientifica, come per le precedenti sessioni, è affidata ad Andrea Canevaro e Dario Janes.
La struttura del convegno prevede:
– 3 Sessioni plenarie, programmate per venerdì 11 novembre, sabato 12 novembre e domenica 13 novembre dalle ore 9.00 alle ore 13.00 .
– 77 workshop di approfondimento
– 142 relatori
– Ospiti stranieri
– Spazio aperto agli interventi liberi
– Esposizione di software e materiale didattico
– Crediti ECM
– Enti patrocinatori
– iscrizioni al convegno
77 workshop di approfondimento .
Sia il venerdì che il sabato ogni partecipante avrà la possibilità di scegliere tra due workshop di due ore ciascuno (uno tra le 14.00 e le 16.00 e l’altro tra le 16.30 e le 18.00) o uno di quattro ore (dalle 14.00 alle 18.00).

Gli ospiti stranieri previsti in programma sono:
– Howard Gardner
«Le intelligenze multiple in classe: come individualizzare la didattica»
– Boris Cyrulnik
«Costruire la resilienza: bambini più forti attraverso legami e significato»
– Margot Sunderland
«Raccontare storie aiuta i bambini: il valore educativo e terapeutico della narrazione»

L’iscrizione entro il 4 novembre prevede una quota ridotta.

L’informazione è tratta dalla rivista on line LA TECNICA DELLA SCUOLA

La Lega dell’emarginazione

MILANO – Istituire classi di inserimento temporaneo che accolgano gli studenti stranieri «all’atto del primo ingresso nella scuola italiana dell’obbligo». Lo prevede una proposta di legge targata Lega, messa a punto dal presidente dei deputati del Carroccio Andrea Gibelli e illustrata in una conferenza stampa a Montecitorio. «Si tratta- ha spiegato Gibelli- di una legge di principio che ha l’ambizione di azzerare le differenze. È fatta quindi di un solo articolo che prevede test di ingresso e programmi dedicati che consentono di superare il gap».

LA PROPOSTA – Partendo dalla considerazione che i bambini stranieri, secondo i dati forniti dal ministero (relativi al 2003/2004) sono il 3,5% del totale della popolazione scolastica e prendendo ad esempio la Germania a cui la Lega dice di volersi ispirare, Gibelli propone un modello di integrazione il cui obiettivo è «soprattutto quello di non penalizzare i nostri bambini» e cita il caso di una scuola di Brescia dove «su 25 alunni, 18 erano extracomunitari, e in questi casi il programma ministeriale diventa una chimera». Non solo, lo stesso modello di integrazione firmato Lega ha il vantaggio – spiega ancora Gibelli- «di togliere ogni alibi a quegli extracomunitari che dicono di non volere iscrivere nelle nostre scuole i figli», con la scusa che non conoscono la lingua, quando la verità – fa capire Gibelli – «è che non vogliono integrarsi».

COSA PREVEDE – La scuola di inserimento dovrebbe durare due anni e i bambini poi dovrebbero essere reinseriti al terzo anno della scuola italiana. Il primo articolo del provvedimento stabilisce infatti che «l’accesso alla scuola italiana da parte di studenti stranieri sia subordinato al superamento di test e prove, disciplinati dalle Regioni, che valutino la conoscenza della lingua italiana e dei principali fondamenti delle discipline proposte». Gli studenti che non superano il test dovranno frequentare dei corsi «speciali» della durata di due anni per imparare la lingua italiana ma anche «gli insegnamenti che fanno parte dei programmi ministeriali». Sui dettagli comunque si può discutere, dicono i leghisti, fermi restando i principi ispiratori della nuova proposta, primo fra tutti, l’esigenza di «non rallentare l’apprendimento dei nostri bambini».

29 settembre 2005 FONTE: www.corriere.it

Una precisazione

Vorrei entrare nel merito dell’ultimo articolo postato.

Si scrive:

“Occorre un investimento maggiore – dice Patrizia Quartieri di Rete Scuole – per l´accoglienza dei bambini e delle famiglie. Bisognerebbe inserire i mediatori linguisti e i traduttori negli organici fissi delle scuole così come si fa per il sostegno agli alunni disabili». Per quanto riguarda l´inserimento dei ragazzini delle medie che da via Quaranta lunedì prossimo passeranno nelle scuole italiane, però, il direttore scolastico regionale Mario Dutto garantisce che ci sarà un programma ad hoc”.

Associare alla parola straniero la situazione di disabilità è questione che mi trova in totale disaccordo. Il disabile è persona che va aiutata a trovare strumenti per convivere nella realtà con il suo handicap. In sostanza è la realtà stessa che va modificata per far sì che non intralci il suo “modo di procedere”.
Vedere lo straniero in quest’ottica procura una pericolosa miopia. E infatti nell’intervista si parla di “traduttori” e “mediatori linguistici”, figure quantomai inutili se si vuole promuovere ciò che è possibile: l’integrazione a pieno titolo del bambino o ragazzo straniero nella scuola italiana.

Bisogna promuovere la conoscenza, non dare stampelle. Bisogna fornire maestri e professori di strumenti per far sì che ogni insegnante sia contento di avere stranieri. Bisogna formare i nuovi e i vecchi insegnanti all’intercultura, alle dinamiche acquisizionali, alla glottodidattica.

La scuola deve puntare in alto in questa sfida. Stiamo diventando anche noi una società multietnica e, nonostante la reazione della monocultura monolitica e inattaccabile, multiculturale. Essere pronti a fronteggiare questa situazione è uno degli obiettivi primari della scuola. Utopia? Forse. Resta il fatto che uno straniero non è un disabile e un disabile non è uno straniero. Il mio caro amico Max ha bisogno di ascensori e porte abbastanza larghe per poter fare lezione. Non è in quest’ottica che si aiuta Amina ad affrontare la scuola italiana.