(Vi avverto subito: credo sia il post più lungo che abbia mai scritto)
Per la gara di ripasso dei participi passati ho chiesto agli studenti, già divisi in gruppi, di darsi un nome italiano. E’ un’attività che puntualmente sottovaluto: ai miei occhi è la cosa più facile, per i miei studenti, no! Per trovare un nome qualsiasi in italiano impiegano un numero di minuti incredibilmente grande, i secondi si sommano raggiungendo numeri a 4, 5 zeri, così, quando, incredula, stento a credere di aver perso così tanto tempo, li invito a scegliere una parola qualsiasi. La svolta è indicargli l’argomento “cibo”, che li entusiasma sempre, si notano subito le lucine che si accendono dentro le loro testoline disorientate.
Martedì scorso qualcosa è andato storto, perché un gruppo mi ha detto: “Siamo pronti! Mafia”. Li ho fulminati sorridendo e ho aggiunto “No, Mafia non va bene. Cambiate nome” e mentre dicevo questo, le parole di una studentessa si sono incrociate con le mie “Sì, the God Father”. “No, non va bene, non accetto questi nomi, trovatene un altro” e hanno optato per “spaghetti” a cui, già stizzita, ho aggiunto io “Gli” mentre lo annotavo alla lavagna.
Gli insegnanti fanno delle scelte.
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La Mafia spiegata ai miei ragazzi (gli insegnanti fanno delle scelte)
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