Vi raccontiamo il Simposio Didattico Edulingua 2018

Aggiornamento: Video del simposio con tutte le attività didattiche su alma.tv.

Abbiamo ricevuto da Silvia Maneschi -che ne ha coordinato la raccolta- un resoconto dettagliatissimo dei vari interventi che hanno animato il simposio didattico organizzato da Edulingua in febbraio. Il resoconto è lungo e dettagliato e si legge avidamente.

Aggiungiamo ringraziamenti e applausi a tutti i colleghi che si sono impegnati in questa impresa, condividendo un riassunto preciso, eseguito con cura, appassionante, che personalmente mi ha fatto capire di aver perso un’occasione ghiottissima di formazione e crescita professionale.

Ringraziamo quindi Silvia Maneschi, Ada Plazzo, Barbara Rocci, Alessio Cioli, Rowena Burlenghi e Chiara Pegoraro.

Buona lettura a tutti.

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Dal 5 al 10 di febbraio, 25 docenti di italiano LS/L2 provenienti da tutto il mondo si sono ritrovati a San Severino Marche, nel bellissimo palazzo storico che ospita Edulingua – Laboratorio di lingua e cultura italiana. Con alla guida il suo direttore Giorgio Massei,  la scuola ha deciso di lanciarsi in un’avventura davvero unica nel suo genere: un Simposio didattico, dedicato esclusivamente ad attività per la classe di italiano a stranieri. Dal lunedì al venerdì, i docenti-relatori hanno condiviso con un numeroso pubblico le proprie idee didattiche, con energia, passione ma soprattutto con la voglia di arricchirsi e di far sperimentare, in linea con lo spirito dell’iniziativa. Come in ogni simposio che si rispetti, non potevano mancare “i big”, ovvero sei Key speaker del mondo della didattica dell’italiano che ogni giorno avevano l’onore e l’onere di dare inizio alle danze, inaugurando il ciclo di presentazioni della giornata.

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Lost in translation: “Dieci anni di didattica dell’italiano a studenti cinesi”

Questa volta il contributo di Dina ci offre una sintesi e riflessione su un convegno a Siena sulla didattica dell’italiano a studenti cinesi.

Buona lettura e grazie ancora, Dina!

Lost in translation
Protorelazione sul convegno “Dieci anni di didattica dell’italiano a studenti cinesi”

Premetto: non mi è mai capitato di lavorare in modo massiccio con studenti sinofoni ma siccome nella vita non si sa mai, quando mi capita raccolgo le idee e mi documento. Per questa ragione il 6-7 Ottobre di quest’anno ho seguito il convegno dal titolo “Dieci anni di didattica dell’italiano a studenti cinesi” che si è tenuto nell’Aula Magna dell’Università per Stranieri di Siena. Continua a leggere

Costruisci una torre e ripassa il vocabolario: un’idea di attività con Jenga

 

Con molto piacere condividiamo l’articolo di Silvia Maneschi, una collega molto preparata, disponibile e generosa che oggi ci descrive una nuova attività di produzione scritta sperimentata su suggerimento diretto dei suoi studenti. Grazie ancora Silvia per aver condiviso questa tua esperienza e benvenuta tra gli autori de Ildueblog.

I nuovi approcci glottodidattici invitano il docente a fare un passo indietro a favore di una didattica che metta al centro lo studente come protagonista attivo del suo processo di apprendimento. Come insegnante di italiano LS/L2, questo principio per me equivale anche ad accettare le proposte che arrivano dagli studenti, a prescindere dalla loro età. Ascoltare ed assecondare le loro idee, seguire il flusso propositivo che arriva dal gruppo classe, nella mia pratica quotidiana di docente, significa declinare in chiave pratica quegli approcci che teorizzano un ruolo di docente “capovolto”, che scende dal suo piedistallo e si apre alla collaborazione con i suoi studenti. Ecco allora che spesso lascio che siano gli alunni a proporre attività, ad inventare, sempre e quando ci sia in gioco un uso/riuso della lingua target.

Recentemente mi è capitato di imbattermi in Jenga, un gioco da tavola molto in voga negli Stati Uniti, reperibile anche in Italia. Ho avuto modo di conoscerlo e di giocarci in una scuola americana che lo aveva in dotazione. Continua a leggere

L’immaginario della Parola. Il disegno nelle attività ludodidattiche.

L’articolo con cui concludiamo il mese di marzo è uno straordinario esempio di quanto, in un corso di lingua italiana per stranieri, si possano integrare e seguire percorsi diversi per la riflessione linguistica, assecondando le doti e peculiarità dei nostri studenti. 

Questo articolo mi è arrivato quasi all’improvviso. Lo pubblico con estremo piacere, fiera di sapere che sia stato scelto Ildueblog per la sua diffusione. L’autrice è un nome e pseudonimo noto nel panorama romano della didattica dell’italiano per stranieri, che colgo l’occasione di ringraziare.

“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”. (Confucio)

È innegabile che chiamando in causa gli approcci linguistici più moderni ci si interpelli ancora, saldi sulle coordinate e convinzioni di partenza, sul saper fare lingua, ancor prima di esercitare un controllo costante fin troppo attento alla forma. E tali approcci didattici non arbitrariamente coinvolgono tuttora processi pedagogici storicamente già noti a noi, seppur introdotti in modalità puramente empirica intesi come: arcano, stabilito da antiche conoscenze, ma già consapevoli di come funziona un processo di apprendimento subordinato a diverse categorie, anche d’ordine etico e filosofico.

Platone e Confucio da due diversi mondi, eppure in contatto stretto.
Perciò non si deve mai non prescindere dal concetto glottodidattico di appagamento totalizzante di quel fare che scaturisce dal piacere: innato e implicito nella natura umana. Continua a leggere

Avvoltoio

Voglio continuare sull’onda smossa da Ciro: un po’ di calcio, un po’ di polemica e la lingua per esprimerla. Il mezzo che si fa, per noi, protagonista.

L’antefatto al comunicato è noto a chi segue il campionato di calcio: La partita è Cagliari – Roma. La prefettura considera che lo stadio del cagliari, in costruzione, non sia abbastanza sicuro per gli spettatori, così vieta l’accesso allo stadio e decreta che la partita debba essere giocata a porte chiuse, senza spettatori.

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E anche Katerinov approdò su Estericult…

approdò su

Quale miglior esempio di sposalizio tra modernità e classicità?

Katerin Katerinov, linguista, glottodidatta, autore, professore, insegnante di calibro che sposa le moderne tecnologie per comunicare con tutti i vari insegnanti di italiano, cioè noi, sparsi nel mondo!

Katerin Katerinov, infatti, ha da poco inaugurato una collaborazione con il Mae dal titolo: PARLARE ITALIANO NEL MONDO.

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L2o – IL network della lingua italiana

Mi sono iscritta da pochi giorni a un portale nato per la condivisione online delle risorse per l’insegnamento dell’italiano a stranieri: L2o.

Il portale è gestito dall’Università per Stranieri di Perugia, tra i nomi più noti Stefania Spina.

Iscriversi è facile ed è possibile consultare da subito l’archivio che è aggiornato abbastanza regolarmente e già piuttosto nutrito.

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SOS lingua italiana

Ritorno dopo una lunga assenza con un argomento che mi riguarda da vicino: lo stato della lingua italiana. Argomento che qui abbiamo più che pubblicizzato, ci abbiamo riflettuto, eh però non abbastanza per me. Questo articolo con cui ritorno a postare per me è terapeutico. Concedetemelo.

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Lingua Nostra e Oltre, Anno II, numero 1-2009

E’ appena uscito il secondo numero della rivista telematica del Mater in Didattica dell’Italiano Lingua Seconda dell’Università di Padova: Lingua Nostra e Oltre.

Ecco alcuni dei contenuti:

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Esternalizazioni

L’articolo è troppo gustoso per lasciarlo scappare. Da www.repubblica.it

ROMA – Le ultime vittime della delocalizzazione sono i poliziotti italiani. Nel 2007 si sono visti recapitare le nuove divise con la scritta “polizzia”. Proprio polizia con due “z”. Risultato: inutilizzabile tutto l’immenso stock, prodotto in Polonia. Tutta colpa della stretta sulle spese. La pubblica amministrazione aveva stabilito che per le forniture gli apparati dello Stato dovevano scegliere i contratti al massimo del ribasso. Il che aveva costretto chi si occupa della fornitura del vestiario per i poliziotti ad abbandonare la ditta italiana fornitrice e a firmare il contratto con una società polacca.

Spero solo che il polacco che ha la responsabilità dell’errore ortografico non sia stato un mio studente, altrimenti potrei essere denunciato per vilipendio…