W l’Italia!

E’ ormai una saga. Che va avanti da quattro anni.

Dopo il cetriolone di Italia.it di Rutelli e il suo mirabolante spot in inglese per promuovere il Bel Paese, un cetriolo costato 45 milioni di euro e lasciato a marcire dopo meno di un anno, è arrivata la Brambilla con il suo scintillante “Magic Italy”. Un sito e un logo disegnato in prima persona da Silvio Berlusconi.

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Era difficile fare peggio!

it—>maita

Eppure qualcuno c’è riuscito.

Sul blog abbiamo seguito dall’inizio la saga del portale Italia.it. Una trilogia per il cetriolo, nato da Rutelli (indimenticabile e insuperabile la sua presentazione in inglese. Cliccate sul tag “italia.it” per leggere gli articoli della saga) e finito nelle mani della Brambilla (una licenza boccaccesca me la lascerete passare in questo post…) la quale, appena proclamata (a furor di popolo, non si aspettava altro!) ministro, ha mantenuto la promessa fatta e ha rispolverato il vecchio proposito!

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Italia.it – non è mai troppo tardi

 

cetriolo2Eccoci alla terza puntata della saga legata al portale che dovrebbe (e premettiamo che lo fa egregiamente!) diffondere urbi et orbi la fama del Bel Paese.

Dopo l’apertura e la chiusura, finalmente un personaggio di spessore se n’è assunto la responsabilità! Si tratta di Michela Vittoria Brambilla, fondatrice dei Circoli per la libertà nonché dell’emittente satellitare TV della libertà.

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Così è l’it

Venerdi’ 18 gennaio il portale Italia.it, che avrebbe dovuto lanciare l’immagine dell’Italia nel mondo offrendo contenuti e informazioni del nostro Bel Paese, è deceduto.

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Poeti, santi, navigatori…

cetriolo

 

Questo è il nostro logo. E’ già stato ribattezzato il cetriolo. Che potrebbe essere sì simbolo del nostro Paese perché riunisce in sé l’immagine del lussureggiante territorio italico e anche una predisposizione anche questa tutta italica già magistralmente messa in mostra dalle vignette corrosive di Altan e del suo Cipputi.

45 milioni di euro. Questo il costo dell’operazione di marketing per promuovere l’Italia e il suo nuovo marchio. 45 milioni di euro per fare un sito e un disegno, tolti a quello che davvero sarebbe promozionale per l’Italia: servizi per i turisti, arte, cultura.

E invece ci abbiamo messo tre anni (dal marzo 2004) a produrre un sito internet già vecchio di tre anni, che non guarderà nessuno perché è ridondante e inutile. Un sito che ha già un clone. Un blogger esperto lo ha fatto in poche ore e a costo zero, subito dopo la messa on line dell’originale.

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