Lost in translation: “Dieci anni di didattica dell’italiano a studenti cinesi”

Questa volta il contributo di Dina ci offre una sintesi e riflessione su un convegno a Siena sulla didattica dell’italiano a studenti cinesi.

Buona lettura e grazie ancora, Dina!

Lost in translation
Protorelazione sul convegno “Dieci anni di didattica dell’italiano a studenti cinesi”

Premetto: non mi è mai capitato di lavorare in modo massiccio con studenti sinofoni ma siccome nella vita non si sa mai, quando mi capita raccolgo le idee e mi documento. Per questa ragione il 6-7 Ottobre di quest’anno ho seguito il convegno dal titolo “Dieci anni di didattica dell’italiano a studenti cinesi” che si è tenuto nell’Aula Magna dell’Università per Stranieri di Siena. Continua a leggere

Una riflessione “pragmatica”

Con molto piacere pubblichiamo una riflessione di Dina sulla pragmatica e l’importanza di integrarla a lezione di italiano, offrendoci un esempio di lavoro con gli studenti. Grazie ancora Dina per averla voluta condividere con noi!

Uno dei libri più interessanti che ho letto di recente si intitola “Insegnare la pragmatica in italiano L2”, Carocci Editore.

Le autrici, Elena Nuzzo e Phillysienne Gauci, presentano l’argomento facendo riferimento a un gran numero di studi e ricerche che affrontano la tematica secondo una prospettiva filosofica, comparativa, acquisizionale e didattica.

È per me impossibile riassumere in modo esaustivo il ricco e interessante contenuto del libro e quindi preferisco soffermarmi sulle cose che hanno maggiormente catturato la mia attenzione di insegnante, portandomi a riflettere e ad elaborare nuove pratiche che ho poi introdotto nel mio agire quotidiano in classe.

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Il teatro a lezione di italiano secondo il Plida (2016)

Il titolo del XXXIV corso Plida di aggiornamento docenti, che senza un reale motivo o giustificazione concepibile, non appare sull’attestato di frequenza, ve lo svelo subito: “Così è (se vi pare)” Il teatro in classe: realtà e finzione nell’aula di italiano. 18-20 novembre 2016.

Ebbene sì, ho partecipato a questo corso di aggiornamento, durante il quale ho conosciuto tanti bei colleghi che hanno anche voluto condividere qui la propria esperienza. La mia opinione sul corso è tuttora fluttuante. Mi sarei aspettata di uscire dal corso con più consapevolezza; mi rimane un’infarinatura, che spero di riuscire a far fruttare prima o poi (studia ladylink, studia!). Detto questo, vi illustro brevemente il programma del corso e vi lascio alle opinioni dei miei compagni di avventura. La mia è in calce e nel finale lascia il posto a una bibliografia per i più curiosi e ardimentosi. Continua a leggere

Insegnare italiano ad alunni “immigrati” a Roma

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Ricevo questo contributo da Federica Bianchi, che lo aveva già pubblicato nel giornalino  della scuola dove ha lavorato, l’Istituto Tecnico Commerciale Lucio Lombardo Radice di Roma. Si tratta di una riflessione sul lavoro dell’insegnante di italiano come L2 che mette in risalto sia gli aspetti positivi, sia quelli più controversi. Il titolo originale dell’articolo è “Si può fare”.

Nella nostra classe di italiano quest’anno siamo in quattro: due ragazze cinesi, una rumena, e io, l’insegnante di L2. L’anno scorso eravamo di più, considerando qualcuno che poi ha abbandonato il corso e qualcuno che si è aggiunto alla fine. Una piccola classe multilingue, un microcosmo multietnico, nel quale alunni di lingue e culture diverse si ritrovano una volta a settimana, per imparare a parlare, o a parlare meglio, la lingua italiana e per conoscere l’Italia, Roma, le nostre tradizioni, come celebriamo il Natale e cosa mangiamo la domenica, e perché in italiano “buona fortuna” si può dire anche “In bocca al lupo”.  E per scoprire che spesso tutto il mondo è paese.

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Una storia semplice

Prendo indegnamente in prestito il titolo di un bellissimo racconto breve di Sciascia per proporvi un esercizio di riempimento da primo livello che parla di criminalita’ organizzata.

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Trova l’errore (B2-C1)

 

Proposta di analisi:

– congiuntivo;

– importanza dell’accento acuto nell’individuazione di una precisa identità genere;

– co-occorrenza lessicale;

– accordo pr.oggetto diretto/p.passato;

– connettivi;

– connettivi – uso autolesionistico dei.

Frantz Fanon

Il Politecnico di Milano farà tutti i corsi in inglese. Io esprimo una valutazione del tutto negativa sul provvedimento. Le mie motivazioni risiedono specificatamente negli effetti psicologici che si annidano in questa scelta: l’alta cultura ingegneristica, architettonica e della progettazione industriale verrà identificata con la lingua straniera. Si instilla nei giovani attraverso un meccanismo subliminale potentissimo (la lingua) la convinzione che certi concetti possano essere espressi solo in un’altra lingua. Vorremmo creare una rassegna stampa sull’argomento che introduce argomenti pro e argomenti contro tale decisione. Vi chiediamo di collaborare a alla composizione di tale rassegna stampa postando dei collegamenti ad articoli che vi sembrino interessanti in merito. Comincio io con il primo.

(QUI)

Ovviamente, oltre agli articoli che vorrete segnalare la vostra opinione personale è la benvenuta.

Un testo da portare in classe: come li vediamo

Molti stranieri credono che le loro reazioni e opinioni sull’Italia siano naturalmente condivise e ovviamente ben accètte dagli italiani.
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Il primato degli italiani secondo Terry Gilliam.

Centocinquanta anni fa la nostra nazione. Purtroppo…

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L’immigrazione e il suo impatto sull’italiano

Ce ne parla Tullio De Mauro su un articolo apparso sull’Unità online.

La ricchezza, la varietà di una lingua si deve anche al contatto con altre lingue, lingue che hanno accompagnato negli anni i popoli in migrazione che hanno attraversato il Belpaese, e che hanno lasciato un’indelebile traccia.

Se ne avete voglia, l’articolo è qui.