Ogni volta che leggo articoli come quello che propongo oggi ripenso ai miei tanti amici sparsi per il mondo, a tutti quelli con cui ho condiviso le classi, la formazione, gli studenti, la preparazione delle lezioni, la crescita professionale, che ora sono in qualche parte del mondo perché qui in Italia lavorare è… purtroppo c’è solo una parola: umiliante.
Fino a poco tempo fa si parlava di fuga dei cervelli: i più agguerriti e promettenti scienziati e studiosi se ne andavano all’estero perché qui non avevano mezzi per continuare la loro crescita. Ora la fuga riguarda tutti, in primo luogo noi insegnanti, che siamo trattati qui come manovalanza. Primi tra tutti, nella nicchia, gli insegnanti di italiano per stranieri. Parole lanciate al vento professano impegni per promuovere la lingua italiana e per accogliere gli stranieri nel Bel Paese con mezzi adeguati.
I fatti dicono invece che chi può va via, chi non può cambia lavoro.
Non mi stupisco quindi di leggere un’ansa come questa. Non mi stupisco ma non smetterò di indignarmi.
C.G.
UN ITALIANO SU TRE ANDREBBE A VIVERE ALL’ESTERO
Un terzo degli italiani sarebbe propenso a trasferirsi all’estero, in particolare i giovani, che indicano come motivazione le maggiori opportunità di lavoro e la spinta data dalla curiosità. I paesi che più attirano gli italiani sono Spagna, Francia e Inghilterra, mentre la gran parte (25,4%) reputa come la “maggior sfortuna dell’Italia la precarietà lavorativa”. Sono questi i dati di un’inchiesta realizzata dall’Eurispes che da una parte ha analizzato la situazione dei nostri connazionali che risiedono all’estero, dall’altra ha voluto sondare la propensione degli italiani ad andare a vivere in un altro paese. Secondo l’analisi realizzata dall’Eurispes, attraverso l’elaborazione dei dati del Ministero dell’Interno, al 2005 sono quasi 4 milioni gli italiani residenti all’estero: si tratta in particolare di 1.944.526 famiglie, la maggior parte delle quali ha spostato la propria residenza in altri paesi europei (1.058.998 famiglie). Più della metà (il 56%) degli italiani che hanno lasciato il Paese proviene dalle regioni meridionali e dalle Isole. Noti i motivi: “il Sud presenta livelli di disoccupazione molto al di sopra della media nazionale, ritardi strutturali e una grave incidenza di fenomeni di criminalità organizzata”. Per quanto riguarda le destinazioni, gli emigranti scelgono soprattutto l’Europa (57,7%) mentre se si considerano solo i paesi appartenenti all’Unione europea, la percentuale scende al 43%. I paesi extra europei rappresentano con il 42,3% l’ultima scelta degli italiani, con circa 15 punti percentuali in meno rispetto ai paesi europei. La Germania, con 20% dei soggiornanti, si conferma il paese che ospita il numero più consistente di italiani, anche se al secondo posto troviamo l’Argentina 17,5%, paese dell’America Latina spesso scelto come meta dagli emigrati: seguono poi, nuovamente, due paesi europei come la Svizzera (14,7%), e la Francia (10,2%). Ma anche Brasile (8,3%), Belgio (7,9%), Stati Uniti (5,4%), Gran Bretagna (4,8%), Canada (3,9%), Australia (3,7), Venezuela (3,5%).
© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 20/02/2006 14:10
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