Ritorno dopo una lunga assenza con un argomento che mi riguarda da vicino: lo stato della lingua italiana. Argomento che qui abbiamo più che pubblicizzato, ci abbiamo riflettuto, eh però non abbastanza per me. Questo articolo con cui ritorno a postare per me è terapeutico. Concedetemelo.
Lavorando all’estero sento la mia favella impoverirsi. Annotata su un Post it sullo schermo del mio pc c’è la parola “dimestichezza”, che prima di appuntarla non avevo saputo sillabare correttamente. Leggo, ma evidentemente non abbastanza, scrivo, ma evidentemente non abbastanza, parlo italiano ma evidentemente non abbastanza. Dura la vita di chi vive all’estero e ha la responsabilità di insegnare una lingua che sente che la sta abbandonando. Ora, senza drammatizzare, vi linko quest’articolo che parla di un servizio online della Crusca, che offre consulenze su qualsiasi questione riguardi la lingua italiana. E ne farò uso presto!
A mio modesto avviso se prima internet aveva potuto incentivare alla scrittura, pur con l’uso di abbreviazioni che tanto avevano fatto discutere anche blog nati ad hoc, adesso con i cellulari, e con Facebook, questo stimolo alla scrittura ha compiuto vari passi indietro. Siamo un popolo che sintetizza, più votato allo scrivere molto in poco spazio, visto che nel 2010 basta uno status di poche righe per far arrivare ovunque un nostro pensiero o il nostro umore. E poi i link, che parlano al posto nostro. Non devo più articolare la mia opinione, perché la veicolo. Ci sono altri che hanno scritto o parlato al posto mio, chi vuole sapere cosa penso leggerà o ascolterà quello che io ho scelto per esprimermi.
Intanto allego un video su youtube con dei pareri interessanti circa l’impatto degli sms sulla lingua italiana (dal convegno: “Sms e la lingua italiana”): ascoltate Francesco Sabatini, presidente de La Crusca, nel suo intervento dal minuto 1:15.
Ne approfitto anche per ricordare (appello che cade nel nulla, ma vabbeh) al governatore della Toscana, tale Matteo Renzi, che appare in apertura, che la lingua italiana non è stata inventata dai fiorentini, è che il volgare parlato a Firenze è stato scelto come lingua letteraria e gli esiti ne hanno decretato la vittoria e adesione all’uso a livello nazionale.
Poi per caso sono incappata in questa raccolta di podcast per imparare la lingua italiana: “Incontro Italiano“, che è anche una rivista cartacea.
Il podcast parla appunto dell’impatto della scrittura degli sms sulla lingua italiana. Il ritmo è lento e non proprio naturale, ma per un ascolto magari anche da far fare a casa con delle domande di comprensione globale. Questi podcast, sebbene lunghi, possono, a spezzoni, essere utilizzati anche per i livelli bassi.
Però tranquilli…io non smetterò mai di battermi per l’apostrofo su po’ e per il giusto accento sul verbo essere, almeno quando si digita sulla tastiera.
Non avevo letto questo post fino ad adesso. Capisco perfettamente ladylink quando dice che non stando in Italia, è difficile continuare ad avere quella scioltezza che è tipica degli italiani quando sono in immersione linguistica completa. Per quanto riguarda i genitori come “risorsa” ed “esempio” per i figli, vero, verissimo. Noi genitori dobbiamo essere lo stimolo per completare quello che la scuola, a volte , per tante ragioni, non può dare in modo soddisfacente.
Mamma che bello vedere ildueblog che si rianima!
Circa la scuola elementare non so che dire, nel senso che so proprio poco circa lo stato in cui verta.
Devo dire che spero che si indugi ancora sull’analisi logica e grammaticale, perché è importante e torna utile quando si studiano le lingue straniere e vale quanto un esercizio di matematica, dico bene o dico giusto?
I miei studenti (ventenni auniversitari americani)che ammettono di non aver mai studiato la lingua inglese, portano con sé delle lacune nella L1 che poi si riflettono sulla L2… avoja a insegnamento comunicativo, poi il ragionamento sulla grammatica s’ha da fà, ed è dura.
Ascolto e credo allo stato comatoso della scuola della figlia di Sandra, ma credo anche che Sandra stessa possa fare la differenza nel percorso formativo della figlia. Ed il fatto che si sia fermata per parlarne qui da noi, è importante.
Assistere i figli mentre fanno i compiti, da piccoli averli stimolati con le favole, che per i bambini, nonostante concilino il sonno, sono una fucina di immaginazione e stimoli, alla fantasia, alla memoria e alla pronuncia. La logopedista consigliò a mia cugina di leggere quotidianamente le favole al figlio e spingerlo a completarle, questo per stimolarlo, visto che non parlava bene.
Questo per dire che siamo, cioè siete, anche voi genitori una risorsa fondamentale per i bambini e non solo educativa come modello, ma proprio un supporto nel loro percorso di apprendimento scolastico.
Ciao a tutti. Da qualche tempo leggo il blog che trovo interessante e anche utile per il mio lavoro di maestra di scuola primaria.
Intervengo per “ragionare” con Sandra. Non condivido il tuo giudizio severo su “tutta” la scuola primaria. Io, che mi occupo (in un tempo pieno) dell’area matematico-scientifica +la lingua straniera, lavoro molto lo stesso con e sulla lingua italiana sia per l’espressione, sia per il ragionamento. Mi dispiace che la tua bambina abbia insegnanti non all’altezza delle tue aspettative, ma tu puoi fare molto per aiutare la piccola a migliorare la competenza linguistica. Nella mia esperienza succede, spesso, il contrario: tutti gli sforzi fatti a scuola per aumentare anche solo il bagaglio lessicale, vengono vanificati dall’uso fatto in famiglia di un lessico minimo e ripetitivo che ha come modello principale la lingua della televisione. Per quanto riguarda temi e riassunti sono ormai tipologie testuali superate. Ai bambini si insegna a scrivere un testo descrittivo, narrativo , ma anche argomentativo. A te hanno insegnato a scrivere una relazione? Non voglio essere polemica, ma prima di dare giudizi così netti bisognerebbe considerare tutti gli elementi. Non concordo neanche sul giudizio di mancanza di volontà degli insegnanti. Io ad esempio spendo molto, anche in termini di denaro, per la formazione e come me tantissimi altri colleghi. Agata
Credo sia ormai giunto il momento di affermare che la nostra lingua italiana sta morendo. Mi piace scrivere, mi piace parlare ma sono anche consapevole di non aver imparato veramente nessuna delle due forme espressive così come avrei voluto. Vuoi per colpa della famiglia, dei continui cambiamenti scolastici o forse perché non ci arrivavo. Ora però assisto, con grande dispiacere, che la scuola primaria non è più all’altezza di tali insegnamenti. Mia figlia ha 10 anni è in quinta elementare e non sa scrivere e non sa esprimersi. Nessun insegnante le ha mai insegnato a fare un tema, un riassunto e così mi sono resa conto che l’incapacità è dovuta non tanto a te stesso quanto agli insegnanti non in grado di trasmettere alcunchè per mancanza di volontà o per scarse capacità. Che fare?
articolo molto “godibile”. tutti si lamentano di come le proprie lngue nazionali vengano bistrattae all’interno e all’esterno – non è un vizietto solo italiano
beh certo è che si può dichiarare morto il congiuntivo… anche persone colte lo ignorano, insomma se non ha studiato un magistrato, o un giornalista, chi ha studiato??? toccherà usare un occhio o un orecchio solo!
Ignorano apposta. Una cosa che vedo molto in giro è il “truzzo pride”, colpa dei mezzi di comunicazione che premiamo e celebrano la cafonaggine e l’ignoranza.
L’articolo è interessantissimo. E soprendente come quello che per me è un ostacolo alla fine si sia rivelato come un incentivo aleggere e scrivere e a familiarizzare con la lingua, soprattutto quella inglese che ha una pronuncia diversa da come si scrive. Allora se in italiano si trova ancora pò, qual’è ecc ecc è perché ignoriamo la regola, e basta!
uno studio britannico: http://www.britac.ac.uk/news/news.cfm/newsid/14