Che ve ne pare del video? Stupefacente vero? Questo è un esempio di quello che si può fare per insegnare una lingua in un ambiente virtuale.
Il video è tratto da una sperimentazione fatta su Second Life, il più famoso fra gli ambienti virtuali. Ma ce ne sono molti in cui si può insegnare una lingua.
La particolarità di queste soluzioni è che le ‘aule’ possono essere costruite liberamente dall’insegnante e dagli studenti.
Detta così sembra un’affermazione un po’ freddina. Eppure ha ricadute didattiche enormi.
Infatti, quale migliore ambiente di un ufficio postale per fare una produzione orale impiegato/cliente. O la classica conversazione cliente/cameriere in un bar a Piazza Navona?
La peculiarità di questi mondi virtuali è quella di poter progettare gli oggetti che si usano. Certo non è semplicissimo per tutti. Se si vuole la libertà al cento per cento bisogna essere designer 3D professionali. Ma anche il povero insegnante che ha lavorato sempre con fotocopie e registratore può divertirsi.
Un apprendimento del genere quindi si caratterizza per alcuni punti:
– sociale (non è certo a caso che l’insegnamento della lingua sia la fetta più grossa dell’istruzione che avviene negli ambienti virtuali);
– basato su compiti che simulano da vicino la realtà non virtuale (il coinvolgimento emozionale ci guadagna parecchio);
– estremamente flessibile per quanto riguarda le risorse disponibili (internet è a portata di click);
– con enormi potenzialità di stimolare la collaborazione e l’autonomia fra studenti (là fuori c’è una marea di parlanti nativi di qualsiasi lingua).
Vogliamo dirla in una parola: costruttivismo.
Non sorprende quindi che moltissime istituzioni utilizzino da tempo gli ambienti virtuali per progettare interventi didattici. Alcune anche italiane.
C’è persino, già da qualche anno, una conferenza internazionale di esperti per l’insegnamento linguistico virtuale. Fra i nomi dei relatori non mi pare ci sia neanche un italiano 🙁
ci sono anch’io su SL, ma è complessissimo!!! nemmeno riuscivo a far muovere il mio avatar… dove vi trovo?
Ciro, se passi per Second Life mandami un IM, io sono Anna Begonia. Mi farebbe piacere conoscerti e presentarti gli (le, siamo tutte donne) altre insegnanti di italiano attive in SL
a dirla tutta anch’io, ma siccome non ne ho mai saputo molto…
Io pensavo che Second life fosse ormai morto e sepolto…
mamma mia quanti stimoli!
la mia corrdinatrice è piuttosto aperta a stimoli nuovi per le lezioni di lingua… sarebbe interessante potrer far entrare un uso parziale, ma costante di second life per un regolare corso accademico… insomma un hybrid course, detto anche blended… chissà!
Il link delle istituzioni che utilizzano SL è sorprendente!