Trastullandomi tra un messaggio arretrato di una mailing list e l’altra, sono incappata nella discussione circa l’esattezza o meno delle risposte di un quiz pubblicato sulle pagine del Corriere della sera, versione online (quiz sul quale sto preparando un post).
Ma ciò di cui vorrei parlare riguarda le affermazioni di un nostro collega, che suggeriva di trovare la soluzione ad ogni quesito tramite le occorrenze dei motori di ricerca, la versione più presente, sarebbe la più corretta.
Questa affermazione, che all’inizio mi ha fatto ghignare, mi ha offerto uno spunto per questo post e le conclusioni potrebbero essere stupefacenti.
Ho concentrato la mia attenzione sull’avverbio tuttora, grafia che ritengo corretta, ma che spesso incontro con l’apostrofo. Qual è la forma giusta? Ecco qui 4 testimonianze sulla sua grafia:
1) l’Accademia della Crusca online, sezione Vademecum su parole ed espressioni da scrivere unite o separate.
2) Il dizionario De Mauro online, tratta la versione con l’apostrofo, come una variante.
3) Il dizionario Garzanti online, la versione con l’apostrofo la commenta così: non comune.
4) Il dizionario Sabatini Coletti online, la cataloga come meno frequente.
Poi, però, come suggeriva il nostro collega, sono passata ai motori di ricerca e questo è l’esito della mia ricerca:
GOOGLE.IT
tuttora:
ricerca: pagine provenienti da: Italia: 1410000 occorrenze
pagine in italiano: 1530000 occorrenze
tutt’oraricerca: pagine proveniente da: Italia: 803000 occorrenze
pagine in italiano: 1030000 occorrenze
IT.YAHOO.COM
tuttora
ricerca: siti in italiano: 1980000 occorrenze
tutt’ora
ricerca: siti in italiano: 2350000 occorrenze
VIRGILIO.ITtuttora
ricerca: solo nelle pagine in italiano: 590000 occorrenze
tutt’ora
ricerca: solo nelle pagine in italiano: 3019000 occorrenze
N.B. Sia su GOOGLE che su VIRGILIO il primo link per “tuttora” era il sito del dizionario De Mauro Paravia online.
CONCLUSIONI:
Nei dizionari c’è l’ortografia corretta dell’italiano standard e neostandard. Nei motori di ricerca probabilmente c’è, con tutta la buona fede, un italiano che pur non rispettando le norme prescritte, è comunque quello che scriviamo (mi inserisco nel “noi” ma non mi sento proprio a mio agio, mi pesa di meno, però, rispetto al puntare il dito).
La lingua è il prodotto di quello che parliamo, alla fine tutt’ora e tuttora hanno lo stesso suono, forse va tollerata la grafia con l’apostrofo, visto che è largamente diffusa (lo affermo solo perché sul blog è meglio essere diplomatici!).
(In)tolleranze mie a parte, non smetterò mai di battermi affinché a un po’, venga restituito quell’apostrofo che gli spetta!
Statistiche alla mano:
GOOGLE.IT e IT.YAHOO.COM, non riconoscono la differenza della grafia, i risultati seguenti riguardano il primo motore di ricerca:
un po’ e un pò
ricerca: pagine in italiano: 6870000 occorrenze
pagine provienienti da: Italia: 6170000 occorrenze
ma nel quinto link di yahoo, con soddisfazione leggo questo:
… avete voglia cliccate sui link pubblicitari, mi aiuterete a vivere un pò meglio … che i gestori del carburante se ne stanno approfittando unpo‘ troppo! …
una sorta di par condicio… per non fare torto a nessuno ed essere politically correct, che bella cosa!
Mi congedo con il grugno…
Ciao Maria
Anzi, grazie a te per essere passata.
Non vedrei il dizionario come la tomba della lingua, anzi, diciamo che senza quello, rischieremmo una caduta così in basso e talmente rapida…
Il dizionario lo vedrei più che come una tomba, un’esposizione di quelle però permanenti, all’interno di un museo dedicato alle parole… così trovano posto termini come “obnubilato”, perché è giusto che testimoni la sua presenza in un italiano di tanti anni fa e dove, poiché stiamo in un museo dedicato alle parole, trovino spazio termini che entrano a far parte della nostra quotidianità, da cellulare a velina …ecco….
Beh, sì, quegli accenti sui monosillabi provocano tanto malessere anche in me… e purtroppo sono diffusissimi… come anche l’accento inesistente su “sì”, quando afferma, non lo digerisco proprio…
Ma a proposito…che vuol dire “proscinesi”?
Il demauroparavia.it non riporta occorrenze…
Si intuisce, ma visto che ci siamo….
Ciao!
Comprendo la natura delle spiegazioni offerte e .. spero che mai passi non soltanto “tutt’ora” ma.. un’altra espressione.. che tuttora prevale nella scrittura comune: qual’è piuttosto che qual è.
Idem quanto a stò, và, pò, fà ed altre perle (tante) di cui non sono infarciti solo i temi dei miei alunni, ma purtroppo pagine e pagine su internet e sui giornali.
Il dizionario sarà anche il “cimitero delle parole” e la lingua non certo costruita in omaggio unicamente a sclerotiche regole a tavolino, ma a mia modesta opinione – non solo mia – l’ignoranza è bene sanarla anziché compier anche troppo comode proscinesi ad essa.
Un caro saluto e grazie infinite d’avermi letto
Maria
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Scusate ma non sapevo dove fare la segnalazione, allora ho scelto di metterla in coda a questo post.
Ho trovato questo articolo che potrebbe interessare:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=185131
caro giuseppe
grazie per il tuo intervento qui su ildueblog e anche per quello nella ML perché è stato il più dettagliato e convincente.
E rettifico: LA MAGGIORE OCCORRENZA LA DEFINIVI NON COME FORMA CORRETTA, MA COME FORMA CHE SEBBENE NON CORRISPONDA ALLA NORMA CODIFICATA, PRIMA O POI AVRA’ LA MEGLIO SULLA NORMA, PERCHE’ E’ ORAMAI IN USO.
Sono d’accordo con te su tutta la linea. Certo che tra “scarpe marrone” e “tuttora” c’è una grande differenza, perché semmai quest’uso al singolare dell’aggettivo sia stato la norma, oramai è diventato l’eccezione, usata da tutti, insegnata da tutti e anche da tanto tempo.
Alla fine io ed il tuo maestro Marcello Aprile, che mi piacerebbe tanto conoscere, pensiamo che i motori di ricerca registrino un andamento della lingua italiana, come ho già affermato purtroppo (purtroppo nel mio caso) sono i parlanti e gli scriventi responsabili dei suoi cambiamenti “fisiologici”.
Quello che non sopporto però è questa disattenzione, da parte di chi scrive, verso certe norme ortografiche… che spero non avranno mai la meglio.
Lo so, sono un’idealista! :o)
Detto questo grazie anche per l’abbraccio, che anche se fa caldo, non si può rifiutare. A proposito, che fai stasera?
Scherzi a parte, torna a commentare, ok?
Anzi, ti va di scrivere qualcosa a proposito di questo questionario e degli interventi della ML? Altrimenti toccherà a me, ma più in là!
ll*
Sono il collega che ti ha ispirato la riflessione di cui sopra. Intervengo per spiegarmi meglio e precisare che non proponevo certo di trovare la soluzione a tutti i quesiti tramite Google: ad essere sincero sono davvero deluso che tu abbia pensato ciò di uno che definisci tuo “collega” 😉
La mia proposta era riferita solo (e forse ho sbagliato a non precisarlo, ma credevo fosse evidente) a quella circostanza specifica, tuttalpiù estesa ad altre occorrenze LESSICALI, scevre da considerazioni ortografiche (quelle che hai messo in ballo tu), che non vanno messe in dicussione: credo che la differenza sia evidente.
Se marrone vuole solo il singolare, sarà perché la sua etimologia lla vuole come parola straniera, al pari di bus, tunnel, bar, etc. Se però nel sentire del parlante comune tale origine si perde, per una evidente analogia morfo-grammaticale con altri aggettivi in -E che hanno il plurale in -I, perché non tenerne conto e registrare la novità come norma?
Sono sicuro che sei d’accordo con me, un abbraccio,
Giuseppe