da repubblica.it:
Le parole dalla vita più lunga
e quelle che non useremo più
Tante scompariranno nell’arco dei prossimi mille anni
I numeri sono i più lenti a morire, subito dopo vengono i nomi
di BENEDETTA PERILLI
We, I, who, one, two, three e five. Non è una lezione base di inglese, ma una selezione delle più antiche parole del ceppo linguistico indoeuropeo, quello delle lingue parlate nel continente europeo e asiatico. Oggi queste semplici parole sono comprensibili anche a un bambino. Trentamila anni fa, probabilmente, le avrebbe capite anche un nostro antenato primitivo. A individuarle sono stati i ricercatori dell’università inglese di Reading che, nell’ambito di uno studio sull’evoluzione della lingua, sono stati in grado di segnalare quali parole fossero utilizzate già migliaia di anni fa.
Nella ricerca, che è stata anticipata dal quotidiano britannico The Times, gli scienziati hanno analizzato il ceppo delle lingue indoeuropee, ricostruendo l’andamento dell’evoluzione delle parole e facendo un pronostico dei cambiamenti futuri del nostro vocabolario, che è stato rappresentato dalla lingua inglese, l’esempio più moderno di tutte le lingue indoeuropee.
Alcune delle parole più antiche, che ancora oggi fanno parte del vocabolario corrente, risalirebbero secondo i ricercatori ad oltre 10 mila anni fa e sarebbero proprio le espressioni più semplici della comunicazione come io, noi, chi e i numeri ordinari. Ma non si può andare troppo oltre: verbi, aggettivi e nomi utilizzati oggi, non avrebbero niente a che vedere con quelli dell’età della pietra.
Ecco dunque che, in previsione di un viaggio nel tempo fino all’epoca della pietra, il vocabolarietto da portare in valigia sarebbe veramente piccino. “Oltre la metà delle parole del nostro linguaggio moderno – spiega Mark Pagel, il docente di Biologia evolutiva dell’università di Reading che ha diretto lo studio – sarebbero pressoché irriconoscibili a un antenato di 2500 anni fa. Queste poche parole non servirebbero certo a comporre un discorso articolato, ma basterebbero forse per tirare fuori dai guai un intrepido viaggiatore del tempo”.
Ma non solo. Se invece di guardare al passato preferite puntare al futuro, la ricerca di Reading ha pensato anche a voi. Grazie ai pronostici sull’evoluzione, il team guidato da Mark Pagel fornisce anche un piccolo frasario delle parole che scompariranno nell’arco dei prossimi mille anni.
Insomma, se nel 3000 doveste visitare un ristorante poco pulito, cercate di spiegarlo senza usare la parola dirty. È questa, insieme ad altre come because, push, turn e throw, uno dei vocaboli destinati a scomparire dal linguaggio umano. Oltre all’aiuto di un sofisticato supercomputer, i ricercatori sono riusciti a individuare l’andamento temporale dell’evoluzione delle parole tramite alcune regole linguistiche.
Le parole meno usate oggi dovrebbero essere quelle che scompariranno più rapidamente mentre i numeri sono i più lenti ad evolvere, seguiti dai nomi, dai verbi e dagli aggettivi. Le congiunzione e le preposizione come and, or, but, on, over e against si sono evoluti con più rapidità, circa cento volte più velocemente dei numeri.