Non so spiegare perche’, ma secondo me c’entra moltissimo con il modo di condurre una buona lezione di lingua.
John Cassavetes diceva: “Film-makers should be aware that they don’t know anything.”, che tradotta per un insegnante sarebbe “Gli insegnanti devono essere consapevoli che quello che loro programmano molto probabilmente non e’ quello che succede nella testa degli studenti.”. Peccato che, mi pare, le cose vadano prendendo una direzione diversa.
Ciao Laura,
grazie per essere passata e aver lasciato un commento.
Qui da noi, come sicuramente sai, ti danno due lire, precarissime, ma ancora non si azzardano a rompere troppo le palle su obiettivi pedagogici, linguistici e alia giustificativi pre e post. Hanno un grosso pregio: di faticare non ne hanno molta voglia.
Sempre più di frequente ultimamente mi capita di chiedermi se ogni miglioramente debba essere per forza controbilanciato da un peggioramento. Sembra quasi una legge fisica.
Chissà se prima o poi qualcuno di noi riuscirà a quadrare il cerchio? 🙂
Ciao e ripassa presto.
Caro Ciro,
concordo pienamente con quello che scrivi, soprattutto quando – come nelle università americane – i syllabi vanno preparati un semestre in anticipo senza conoscere gli studenti e a lezione vanno seguiti pedissequamente. I risultati si ottengono lo stesso, talvolta se ne hanno anche di eccellenti, tuttavia è un grande sforzo per l’insegnante riuscire ad essere didatticamente coerenti.