Nel post di oggi cercheremo di approfondire l’argomento lanciato nel post precedente, occupandoci di noi come insegnanti e di riflesso e conseguenza degli studenti. Eh, sì, perché sono loro i protagonisti e nostra quotidiana preoccupazione ed obiettivo e perché anche noi insegnanti abbiamo uno stile cognitivo personale ed è giusto far partire l’analisi proprio dai sottoscritti. Chi accetta la sfida, si allacci pure le cinture di sicurezza, perché si parte!!
La nostra prima tappa è nel fornitissimo sito: learning paths, portale curato dal Prof. Luciano Mariani. E’ giusto chiamarlo così perché offre spunti ed approfondimenti di varie tematiche, ci sono contributi teorici e pratici, come le attivit didattiche o i questionari, molti dei quali presentano anche la versione in lingua inglese.
Come seconda tappa vi propongo di soffermarci su due questionari, per approfondire la conoscenza di come noi stessi ragioniamo:
(io ho una moderata preferenza destra!) e poi per non tradire le vostre apettative:
Molto interessante è anche questo suo articolo: Le strategie per imparare. Aiutare gli studenti nel proprio apprendimento, del quale vi cito un breve passo:
La questione non è, “Gli insegnanti possono insegnare ad imparare?”. Loro lo fanno gi : che lo vogliano o no, essi sono dei modelli per i loro allievi negli stili di apprendimento e nelle strategie che usano … Ciò che è necessario è che gli insegnanti incorporino delle valide strategie di apprendimento nel loro insegnamento, e che sappiano farlo in modo tale da incoraggiare il trasferimento delle strategie ad un approccio più generale all’apprendimento”. (Nisbet e Schucksmith)
Le parole-chiave in questa citazione sono probabilmente “incorporino” e “trasferimento”. Nel loro modo di presentare i contenuti disciplinari, nei metodi che scelgono per affrontare e risolvere problemi, nelle stesse forme di valutazione che adottano, gli insegnanti incorporano gi , oltre ai contenuti della loro disciplina, dei modi di imparare: ma lo fanno molto spesso implicitamente, così che gli studenti, anche se sono sollecitati ad utilizzare strategie, non le percepiscono come strategie di apprendimento (ossia passi, tecniche, comportamenti, scelte che appartengono a chi impara), ma solo come strategie di insegnamento, ossia come ciò che l’insegnante fa nel suo ruolo di esperto, e dunque di sua esclusiva competenza.
Dell’autore sono anche presenti delle pubblicazioni; inizio dalla recentissima:
- La motivazione a scuola. Prospettive teoriche e interventi strategici, Carocci, 2006.
- Con Tomai Paola: Il portfolio delle lingue. Metodologie, proposte, esperienze, Carocci 2004.
- Portfolio. Strumenti per documentare e valutare cosa si impara e come si impara. Per le Scuole, Zanichelli, 2000.
BEH! BUON LAVORO!
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