Il convegno Dilit 2008 si svolgerà a Roma il 18 e 19 aprile. Il titolo, a dir poco suggestivo, fa venire l’acquolina in bocca:
L’apprendimento linguistico e la Teoria della complessitÃ
Una piccolissima partecipazione all’organizzazione del convegno l’ha avuta anche il due blog, che ha ospitato in home page per molte settimane il call for papers.
Ecco qui sotto l’introduzione al convegno presa direttamente dal sito internet della Dilit.
Perché il modo di parlare dei nostri studenti non corrisponde alle cose che gli abbiamo insegnato? Perché evitano di usare certe regole grammaticali sulle quali ci siamo soffermati parecchio? Perché continuano a sbagliare cose che giureremmo che sapevano? Perché il loro progresso non sembra seguire lo stesso percorso del nostro programma di insegnamento?
Magari abbiamo già provato a cambiare l’ordine delle cose che insegniamo. Più volte. Magari abbiamo cambiato l’ordine d’insegnamento per essere più in sintonia con il loro ordine di apprendimento. Dopotutto certi studiosi ci hanno assicurato che esiste l’ordine naturale: diamine, basta scoprirlo, no? A forza di cambiare l’ordine prima o poi lo scopriremo. O no?
La tesi sul tavolo in questo convegno suggerisce, invece, che questa nostra continua frustrazione non è dovuta alla nostra incapacità di trovare l’ordine giusto in cui insegnare le cose; è dovuta piuttosto ad un’errata caratterizzazione del progresso. Cioè, che insistiamo a vedere il progresso dello studente come lineare. Se, invece, riusciamo ad accettare che il progresso dello studente non è lineare possiamo osservare il linguaggio dello studente con altri occhi. Ciò ci permette di accettare come normali quei fenomeni quali: lo studente che comunica che è fermo, che non fa più progressi; o due studenti di pari motivazione ed esperienza di studio, ma che non parlano nello stesso modo; o lo studente che ieri era scorrevole ma oggi non sembra in grado di mettere due parole insieme; o lo studente che, apparentemente fermo da un po’ di tempo, all’improvviso stupisce i compagni di classe con le cose che sa.
Diciamo la verità : sono tutte cose che succedono nelle nostre classi, sono cioè normali. à ˆ solo che ci sembrano eccezioni, cose particolari, cose da non prendere in considerazione quando cerchiamo di spiegarci il perché del progresso dei nostri studenti.
La teoria della complessità vuole darci un’altra visione delle cose.
Il convegno conterrà una serie di interventi plenari intervallati da laboratori e sboccherà in una specie di contraddittorio pro e contro la pertinenza della teoria della complessità al nostro lavoro. Le due contrapposizioni saranno sostenute da due dei più competenti studiosi della glottodidattica del mondo, ciascuno dei quali vanta inoltre una personale esperienza dell’insegnamento linguistico a stranieri.
Nei laboratori si parteciperà a lezioni di lingua tendenti a supportare la tesi della Teoria della complessità ed a discussioni intorno a questioni quali “Conoscere la teoria della complessità mi porta ad insegnare in modo diverso, o no?”
Interverranno
– Diane Larsen-Freeman, Professore di Linguistica, Professore di Scienze dell’Educazione, Direttore dell’English Language Institute presso l’Università del Michigan, USA.
Nella relazione Teaching Language as a Complex, Dynamic System la studiosa sosterrà la tesi che nel nostro insegnamento non sempre riconosciamo in pieno la complessità e la dinamicità inerenti sia alla lingua che al suo apprendimento e che la conseguenza di tale mancanza è “il problema della conoscenza inerte”. Parlerà inoltre della lingua e dell’apprendimento linguistico dal punto di vista della Teoria della complessità (nota anche come la “Teoria dei sistemi dinamici”) e poi presenterà il “grammaring”, l’insegnamento della lingua in quanto sistema dinamico e complesso.
– Gabriele Pallotti, Professore associato di Didattica delle Lingue moderne, Facoltà di Scienze dell’educazione, Università di Modena e Reggio Emilia. Lo studioso sosterrà l’antitesi, cioè che tale teoria sia troppo vaga e troppo lontana dalla realtà dell’aula di lingua per essere di utilità all’insegnante.
– Luciano Mariani, Formatore di insegnanti, LEND, parlerà del Problema della motivazione ad apprendere visto con gli occhi delle teorie del caos/complessità .
– Paola Maria Giunchi, Professore di Didattica delle Lingue Moderne, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Roma “La Sapienza”, parlerà della Formazione degli automatismi nell’apprendimento di una L2: una nozione complessa.
– Christopher Humphris, Responsabile Dipartimento Formazione insegnanti e Ricerca, Dilit International House, Roma, spiegherà il Perché della scelta di questo tema.
– Gianna Miotto e Veronica Simona, Docenti presso l’Alta Scuola Pedagogica, Locarno, Svizzera, parleranno dell’Apporto che il riferimento al paradigma della complessità può dare allo sviluppo della persona in formazione
– Marcello Sala, Formatore di insegnanti dell’area scientifica, parlerà del Pensiero complesso dei bambini.
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Cara Carla, iscriviti al blog se ancora non lo hai fatto e riceverai l’annuncio degli articoli del blog.
Vorrei gentilmente essere avvisata per le iniziative DILIT.
Grazie
Carla Barozzi
Saranno pubblicati gli atti del convegno?
Gent. Ladylink, se non ha avuto le informazioni richieste La preghiamo gentilmente di ricontattare la segreteria.
info@dilit.it
:-O
piu’ di un mese fa avevo scritto alla Dilit chiedendo info precise sugli orari del convegno, sto ancora aspettando una risposta….