Lingue in Via d’Estinzione, 2100


Ho trovato quest’articolo Quando muore una lingua di Ida Sconzo navigando di link in link…

E siccome è terrificante, perché praticamente già nelle prime righe si legge che delle 6800 lingue parlate al mondo, ne muoiono 2 ogni 15 giorni… ho pensato di postarlo per esorcizzare la paura.

L’articolo è del 2004 ma estremamente attuale; è anche molto lungo e dettagliato, sta a voi andare fino in fondo, tanto c’è tempo: è nel 2100 che sparirà il 90% delle lingue umane…

Poeti, santi, navigatori…

cetriolo

 

Questo è il nostro logo. E’ già stato ribattezzato il cetriolo. Che potrebbe essere sì simbolo del nostro Paese perché riunisce in sé l’immagine del lussureggiante territorio italico e anche una predisposizione anche questa tutta italica già magistralmente messa in mostra dalle vignette corrosive di Altan e del suo Cipputi.

45 milioni di euro. Questo il costo dell’operazione di marketing per promuovere l’Italia e il suo nuovo marchio. 45 milioni di euro per fare un sito e un disegno, tolti a quello che davvero sarebbe promozionale per l’Italia: servizi per i turisti, arte, cultura.

E invece ci abbiamo messo tre anni (dal marzo 2004) a produrre un sito internet già vecchio di tre anni, che non guarderà nessuno perché è ridondante e inutile. Un sito che ha già un clone. Un blogger esperto lo ha fatto in poche ore e a costo zero, subito dopo la messa on line dell’originale.

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Risorse per gli insegnanti all’estero ma non solo…

Per chi come me lavora all’estero e non ha la fortuna di reperire facilmente quotidiani e riviste (degne del nome), consiglio risorse on-line, presenti nei due quotidiani nazionali più cliccati: www.corriere.it e www.repubblica.it.

In questi due portali ci sono rubriche interessanti ed aggiornate anche chi lavora nel BelPaese, come per esempio quelle raccolte sotto il nome FORUM, nel sito de Il Corriere della Sera. A scrivere sono firme del calibro di Aldo Grasso ed Umberto Veronesi e di interessante per chi svolge la nostra professione c’è la rubrica “Scioglilingua”, tenuta da Giorgio De Rienzo, che offre risposte a quesiti sulla lingua italiana, grammatica e frasi idiomatiche; la rubrica oggi si apre con la spiegazione dell’espressione “cadere a terra”:

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Bollettino Itals Novembre 06

Esce in questi giorni il numero di novembre del bollettino ITALS (un po’ in ritardo quindi).

Il bollettino come al solito propone due sezioni: “riflessioni ed esperienze didattiche” e “recensioni”. Da segnalare su questo numero una presentazione al blog fatta da Carlo Guastalla, pure collaboratore al blog.

Ma ecco l’introduzione a questo numero:

Apre i battenti il saggio di Emanuela Melone (Novara) e Lorella Poggiali (Bologna), le quali si chiedono come rendere più comprensibile la lingua dello studio (nel caso specifico, la lingua dei testi di storia) e farne nello stesso tempo l’oggetto di un’analisi attenta e motivata.
Maura Dalla Valentina (Pordenone) sottolinea invece il valore maieutico della fiaba: è un genere ricco di simboli, nel quale ci si può riconoscere e tramite il quale si può parlare di sé.
Michele Daloiso (Venezia) condivide con il lettore le sue peculiari riflessioni attorno alla didattica dell’italiano LS a giovani adulti.
Chiude il numero l’intervista al Direttore dell’IIC di Sofia, Umberto Rinaldi, realizzata da Lorenzo Guglielmi (Sofia).

Seguono varie recensioni.

Vi auguriamo una buona lettura cliccando qui.

La moda del modo congiuntivo

Reduce dal ruolo di invigilator durante l’esame di fine semestre del IV anno, quasi tutto basato sul modo congiuntivo in tutti i suoi tempi e con tutte le sue irregolarità, ed in cui il congiuntivo oltre che per le temute subordinate, veniva usato nelle frasi con i verbi di opinione, accolgo con piacevole sorpresa un blog, che già dal solo link la dice tutta: http://salviamoilcongiuntivo.blogspot.com; ho letto del blog sul settimanale DIARIO, n° 2-3 del 2007, a p. 25.

L’articolo di DIARIO è assai più dettagliato del blog, che attualmente è “under construction”. L’iniziativa consiste nel creare una rete di supporters del modo congiuntivo, che ne incentivino l’uso (ma come?) e, da quanto ho capito, che raccolgano esempi di cattivo o mancato uso. L’idea è venuta alla II B della scuola secondaria “Padre Costanzo Beschi” di Castiglione delle Siviere, in provincia di Mantova, classe che ha costituito anche un comitato, dal nome SIC, Salviamo Il Congiuntivo. L’intento è quello di salvaguardare l’uso del modo verbale, che da noi parlanti madrelingua subisce continui attacchi, anche se nell’articolo si punta il dito soprattutto verso le categorie dei politici e dei giornalisti che invece di usarlo e salvaguardarlo, lo trascurano e umiliano. L’iniziativa mi colpisce ma non so se mi convince, andiamo oltre…

Quello che mi ha portato a scrivere il post è lo stupore provocatomi dalla lettura delle regole dell’uso del congiuntivo (il file è facilmente reperibile sul sito). Nel decalogo, infatti, non sono minimamente tenuti presente i verbi di opinione. Sul blog l’uso del modo congiuntivo viene presentato così:

IL MODO CONGIUNTIVO E’ IL MODO DELLA POSSIBILITA’: Il congiuntivo si può usare nelle frasi indipendenti (quelle che stanno in piedi da sole, con un solo verbo nel periodo) o in quelle dipendenti (più verbi nel periodo) più spesso: il congiuntivo, cioè, dipende da un altro verbo.

Seguono vari esempi dell’uso in frasi indipendenti, tipo “Si segga Signora!, “Sentissi che musica!”, “Che l’abbia dimenticato!” e “Sia pure come dici tu!”; e poi in frasi dipendenti cioè dopo “sebbene, affinché”, dopo “è giusto, è necessario”, con verbi come “sperare, volere” ed in ultimo con i pronomi indefiniti come “chiunque, qualunque”.

Questo tipo di classificazione mi riporta alla memoria lo schema dell’uso del congiuntivo di VOLARE, della casa editrice Alpha&Beta, che nelle ultime pagine del libro dello studente presenta un compendio grammaticale sintetico, ma molto dettagliato ed esaustivo. Qui, però, i verbi di opinione non sono trascurati, anzi, l’uso del congiuntivo con suddetti verbi, è annoverato, ma qui il modo congiuntivo è ritenuto come una scelta stilistica. Cioè se devo essere più formale o se devo parlare e scrivere in modo più curato, allora con alcune categorie di verbi è meglio adottare il congiuntivo. Quindi, non obbligatoriamente, posso usare il congiuntivo con: piacere, dispiacere, essere felice, sorpreso, oppure con espressioni come: è bello che, è naturale che, se voglio scrivere e parlare in un registro più elevato. Per i verbi come pensare, ritenere e sembrare, l’uso del congiuntivo sottolinea la soggettività di quello che esprimo. Questo il SIC lo ignora: Che sia una svista? Che sia una presa di posizione?

A fare i minuziosi potrei aggiungere che tale comitato non tiene di conto nemmeno dell’uso facoltativo del congiuntivo nelle interrogative indirette, dove, si legge su VOLARE, il modo serve per sottolineare la sorpresa, l’incomprensione o lo stupore: “Non so se sia opportuno farlo, mi domando cosa abbia in mente, mi ha chiesto dove stessi andando“.

Rimango quindi un po’ perplessa circa gli intenti di questo comitato, ma confesso che spesso anch’io preferirei sentire coniugati molti più congiuntivi, soppiantati dall’indicativo. Però visto che come insegnanti abbiamo delle responsabilità, dobbiamo chiarirci le idee ed agire di conseguenza ed essere pronti ad accettare questo nuovo ruolo del congiuntivo e dell’indicativo…

E’ per questo che resto contatterò il comitato SIC, perché sono proprio curiosa, voi no?

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Il blog e le scuole di lingua

Che il web sia una risorsa indiscussa ed irrinunciabile per il nostro mestiere è cosa nota, ma ultimamente ho visitato dei blog dedicati all’italiano per stranieri, che mi hanno lasciata a bocca aperta e che mi hanno portata a postare una loro sintetica ma utile descrizione.
L’aspetto più interessante, infatti, è che il sistema dei blog sia diventato il modo per interagire con gli studenti, ma anche con gli altri insegnanti, con i lettori di passaggio e con tutti coloro che sono interessati al Belpaese in tutte le salse.
Non so se sia semplicemente una coincidenza, ma i blog nei quali sono andata a fare capolino appartengono tutti alla stessa realtà, quella spagnola delle ESCUELAS OFICIALES DE IDIOMA (d’ora in poi EOI), ossia: scuole di lingua straniera e di Spagnolo per stranieri che, ricevendo finanziamenti pubblici, offrono corsi a prezzi accessibili e che sono molto diffuse in tutta la Spagna. I loro blog sono aggiornati ed interessantissimi, pagine e pagine create con una grafica gradevole ed accattivante, in cui condividono con il web le loro esperienze e i loro lavori ed i risultati sono così convincenti da renderli fruibili non solamente agli addetti ai lavori o agli studenti. Ogni blog, oltretutto, ha link inerenti vari aspetti della cultura italiana ed è per questo che navigare nelle loro pagine si rivela un modo per rimanere aggiornati e per condividere nuove idee stimolanti da portare in classe e sulle quali riflettere.

Purtroppo come esempio italiano per ora sono solo in grado di citare quello di una scuola di Firenze: l’Accademia del Giglio, che nel suo blog, offre esercizi già sperimentati a lezione, per vari livelli. Interessanti gli articoli sulla cucina regionale ed internazionale (sulla cucina giapponese).
Seguono: un articolo sulla letteratura e l’immancabile rubrica natalizia, con un post interessante: Dieci suggerimenti su come passare l’ultimo dell’anno.

Invece la carrellata dei blog delle EOI è lunga e la inizio con quello della EOI di Sagunt: Chiodo schiaccia chiodo, che già solo nella prima pagina, contiene post riguardanti la mostra del Tintoretto a Madrid, un post sull’Inno di Mameli, uno a tema sulla Befana e Babbo Natale, un articolo sulla Fiat 500 ed uno su Lucio Battisti. Notevole la quantità di link sulla colonna destra, tra cui vorrei citare i giochi linguistici e i siti per i bambini, nonché la chat. (Tra i link ci siamo anche noi de ildueblog).

La pagina della EOI di Quart de Poblet colpisce per il nome: OBLO’(G), che poi scopriamo essere stato scelto con un concorso, tra le proposte degli studenti. Nella pagina, aggiornata al 28 dicembre, troviamo un articolo sul significato del colore viola a teatro e le foto delle feste natalizie, ne sono state pubblicate varie. Originale il sondaggio: “I regali più strani che avete ricevuto”.
Sempre ricca la colonna dei link e la chat interattiva.

Molto gradevole il blog della EOI di Ciudad Real, che presenta un articolo sugli argomenti-tabù da presentare a lezione (per curiosità cliccate sul link di VOI SIETE QUI). Segue un post sulle belle donne italiane (scorrendo la pagina se ne trova uno anche sui begli uomini) ed un articolo dettagliatissimo sulle trasmissioni radio, in particolar modo di Radio 2 Rai. Originale l’idea delle news dall’Italia e dal mondo che appaiono grazie probabilmente al server Kataweb, e cioè di Repubblica.

Ci fa molto piacere vedere che anche il blog della EOI di Castellè: Una finestra sull’Italia, ha inserito noi tra i link. Il blog è aggiornatissimo ed in data 6.01. presenta un articolo che celebra i 70 anni di Paolo Conte. Segue un post sulla Befana e poi un riferimento ad un’esperienza di vacanza studio in Italia, con molte foto e filmati come testimonianza. Dicembre chiude con i filmati di lezioni di cucina tenute da un cuoco professionale. Da non dimenticare, sempre tra i link della colonna destra, il lungo elenco delle agenzie interinali, per chi fosse interessato a lavorare in Italia, nonché la chat.

LItaliano per tutti, è il nome del blog della EOI di LLeida e mi stupisce per il tipo dei post: esercizi di lessico e grammatica, nel dettaglio cloze, basati su interessantissimi testi di Michele Serra e Massimo Gramellini, due miei personali miti. Ma anche il lavoro sugli articoli, basato su un gradevole brano di Philippe Delerm. Peccato che l’ultimo post risalga a maggio.

L’EOI con cui concludo è quella di Alzira e si chiama Non solo lingua. L’interfaccia è accattivante. Gli articoli molto variegati perché in data 5.01 appare la storia del pane, ma il 4.01 si parla della moratoria contro la pena di morte e c’è un’eloquente immagine del Colosseo illuminato. Segue un articolo sulla psicogenealogia e uno sul tempo, con la poesia di Lorenzo il Magnifico.
Nella colonna di destra c’è sempre un nutrito elenco di link e per la prima volta una voce completa dei blog delle EOI spagnole.

Per ora è tutto, ma con i blog delle EOI non finisce qui….

ladylink

P.S. Sono gradite segnalazioni di blog affini

Un anno con il due blog

Oggi, 25 settembre 2006, il due blog compie un anno di vita.

In questo anno il blog è cresciuto, abbiamo un nuovo indirizzo, una nuova veste grafica, abbiamo “acquistato” Ladylink e tanti si sono iscritti per non perdere nemmeno un aggiornamento.

Ringraziamo tutti quelli che hanno letto e commentato i nostri post, a volte più, a volte meno interessanti.

Per il resto, ripropongo quelle prime righe del 25 settembre 2005, ancora oggi valide…

Questo è il blog di italiano per stranieri.
Siamo pochi e malpagati, dopo qualche anno di lavoro ci si conosce (quasi) tutti, eppure siamo una delle categorie più “sparpagliate” che esista. Siamo in giro per il mondo alla ricerca spesso di un riconoscimento anche economico che in Italia non esiste.
Anzi, in Italia non esistiamo proprio.
Proprio in questi giorni si aprono le scuole, il Presidente della Repubblica apre l’anno scolastico parlando del gran numero di stranieri presente nelle scuole, chiede a tutti di tenere presente la nuova realt … ma noi… noi insegnanti di italiano per stranieri che abbiamo studiato e continuiamo a studiare per avere strumenti che permettano di affrontare proprio questi problemi… noi continuiamo ad essere invisibili. Non esistiamo. Per la scuola italiana non esistiamo.

www.eulogos.net: interpretare la statistica

Come annunciato nell’articolo relativo al servizio Censor del sito www.eulogos.net, vi propongo la lettura dei dati dell’articolo in questione.

Delle 429 parole scritte, 68, cioè il 15,85%, non appartengono al Vocabolario di Base. Il rapporto tra le parole del V.d.B. e le altre è 1,82.

Sul rapporto incide anche la lunghezza delle frasi, ma in questo caso, 19,50 parole di media, sono una percentuale inferiore a quelle di una frase media italiana, che è di circa 28 parole.

L’indice Gulpease è 51,84, che per un pubblico di lettori con la licenza superiore, risulta facilmente comprensibile.

Come possiamo notare un ostacolo per il calcolo della leggibilit sono i numeri, i nomi propri e geografici come Tullio De Mauro, La Sapienza o Roma, che per la comprensibilit , invece, non costitutiscono ostacoli, perché sono un riferimento culturale comune a tutti noi. Un altro impedimento sono le sigle e le parole straniere: www, @, .txt, .it, windows, censor, gulpease.

Mi rimane solo un dubbio: il significato di PAROLE DIVERSE, categoria nella quale rientrano ben 236 parole del testo, più del 50%.

Proposte di interpretazione?

La lavagna multimediale

preso da www.korazym.org

LAVAGNA ADDIO, ARRIVA QUELLA MULTIMEDIALE

di Marco Fabi/ 21/08/2006

Sta per arrivare una nuova lavagna multimediale interattiva, gi usata in via sperimentale presso alcune scuole elementari, medie e superiori dal nord al sud dell’Italia. E gli alunni si preparano a dire addio ai gessi.

Porter una rivoluzione nel modo di apprendere e fare lezione, connetter insegnanti e studenti in una rete nuova, più dinamica e coinvolgente. Se usata nel modo giusto, aggiungono gli esperti. la nuova lavagna multimediale interattiva, gi usata in via sperimentale presso alcune scuole elementari, medie e superiori dal nord al sud dell’Italia, e che ora potrebbe approdare massicciamente nelle aule italiane. Tramite una penna a due tasti con funzioni simili al mouse di un pc, lo strumento consente di scrivere, disegnare e utilizzare rimandi intertestuali, permettendo di “cambiare foglio” o richiamare una schermata precedente in tempo reale. In pratica l’insegnante collega il proprio computer portatile alla lavagna interattiva (un grande schermo con proiettore o retroproiettato sensibile al tatto) e svolge la lezione con l’ausilio di immagini, animazioni, filmati, clip audio, giochi interattivi, siti web, insomma tutte le possibilit offerte dalla multimedialit informatica. E soprattutto sfruttando i “Learning object”, materiali didattici scaricabili da una “Libreria nazionale virtuale”, contenenti simulazioni interattive e test di valutazione mirati a individuare e colmare specifiche carenze degli alunni.

Viene da chiedersi come cambier la scansione dei ritmi di una classe abituata al rituale del “cancellare la lavagna”, quel tempo di sospensione che segnava il passaggio da un’azione all’altra, da una disciplina e da un insegnante a quelli successivi. E, ancor prima, ci si chiede quale sar il potenziale conoscitivo e produttivo di una classe scolastica dove niente si cancella definitivamente con un colpo di cancellino (a meno di non voler evitare il salvataggio di un documento) e dove l’archivio delle lezioni può essere salvato su qualsiasi supporto informatico (cd-rom, pen drive, dvd etc.) e riutilizzato dagli studenti a casa. Il nuovo mezzo, sembra chiaro, rappresenta la più grande intrusione della tecnologia informatica nei processi di insegnamento e apprendimento di una classe. Dopo il computer, ovviamente, il cui uso dipende però dal singolo studente.

Giorgio Rembado, presidente dell’associazione nazionale presidi, spiega all’ADNKRONOS che “l’aspetto più positivo della lavagna interattiva è quello di favorire una partecipazione diretta degli allievi, di renderli più attivi e motivati. Un fattore fondamentale se si pensa che la maggiore difficolt che il corpo docente deve affrontare è proprio quella di stimolare e mantenere l’attenzione scolastica”. Per il presidente dell’associazione presidi lo strumento è un’innovazione molto positiva, soprattutto “in anni di grande sperimentazione, in cui è più sbagliato che mai restare fermi a strumenti consolidati, ma si deve avere un atteggiamento favorevole all’innovazione tecnologica, senza tuttavia nutrire una fiducia assoluta”.

“Veniamo da anni di grande sperimentazione – racconta Rembado – dove talvolta, dopo i primi tentativi d’uso, la scuola ha abbandonato gli strumenti dell’innovazione ancor prima di vedere i risultati concreti”. Sono osservazioni che ci introducono al cuore della scommessa, che non riguarda solo la diffusione della lavagna, quanto piuttosto la capacit del personale scolastico di sfruttare nel modo più adeguato il nuovo mezzo.

Perchè non bisogna dimenticare che di un mezzo si tratta e che, avverte il prof. Rembado, “avr grande efficacia se i componenti delle classi riusciranno a ‘entrare in collegamentò, a formare una sorta di rete, a trasformare le classi stesse in qualcosa di più simile a dei laboratori”. Per realizzare tale scenario appare fondamentale la padronanza dello strumento da parte dei docenti, un’abilit che forse andrebbe acquisita con modalit nuove “per evitare, come successo in tempi passati, che all’interesse iniziale per i nuovi mezzi segua un loro triste abbandono”, suggerisce ancora il presidente.

La prima cosa che viene in mente quando si pensa alla formazione degli insegnanti sono i famosi “corsi di aggiornamento”, un’espressione che però non piace a molti degli addetti ai lavori. Lo stesso Rembado la considera “un pò usurata, forse eccessiva” o comunque inadeguata, e ritiene “più opportuno introdurre i docenti all’uso del mezzo attraverso simulazioni, esercizi concreti, anzichè corsi teorici generalizzati e generalizzanti, dei quali in passato si è abusato e che spesso hanno causato rigetto. L’insegnante andrebbe affiancato da un tecnico finchè non diventa padrone della nuova tecnologia”.

Se così sar , lo sapremo a partire dai prossimi mesi, visto che l’ingresso della lavagna interattiva è previsto in tanti altri istituti italiani, grazie a uno stanziamento di 15 milioni di euro da parte del vecchio Miur e del ministero per l’Innovazione e le tecnologie. Centonove scuole bolognesi invece, a settembre la riceveranno in dono dalla Fondazione Carisbo, grazie a un finanziamento di circa 5000 euro per esemplare. Studenti e insegnanti delle scuole deputate alla sperimentazione, dovranno anche dire cosa pensano del venir meno di alcune caratteristiche ‘tipichè della vecchia lavagna e che tutti conosciamo. A cominciare dal gesso, che sfumandosi non sempre produce contorni netti. Un particolare che può sembrare pignolo riferire, ma che nell’era della lavagna di pixel sar solo un ricordo nostalgico. Così come sar consegnata al passato la prassi dell’insegnante che prima “scrive alla lavagna” (impiegandoci anche alcuni minuti) e poi spiega, servendosi del testo scritto.

Anche se la lavagna interattiva prevede la possibilit di scrivere e disegnare “alla vecchia maniera” infatti, su di essa saranno visualizzati soprattutto grafici, lucidi e immagini gi pronti (o predisposti dall’insegnante a casa). Potrebbero così sparire quegli attimi tanto preziosi, in cui il prof scrive alla lavagna e gli studenti si scambiano una battuta o un sorriso, oppure lanciano un foglio di carta appallottolata all’insegnate, come suggerisce Antonio, alunno di una scuola media di Bologna in cui da settembre alcune classi sostituiranno la vecchia lavagna con la nuova.

Ma pare che l’insegnante possa restare esposto a scherzi del genere, se non è poi così agile nell’uso del mezzo. “Dall’idea che ci siamo fatti – ride fiducioso Antonio – per capire come funziona la nuova lavagna i professori perderanno molto più tempo di prima, quando dovevano scrivere e basta. Io l’ho vista e mi ha incuriosito molto – continua il ragazzo – si usa come un palmare”.

Lo scenario che viene in mente chiaccherando con il giovane studente bolognese è un pò diverso da quello dipinto dalle presentazioni grafiche della lavagna, fatte per i docenti, in cui le classi del progresso sono popolate da alunni zelanti, perfettamente attenti al loro insegnante giovane e dinamico, con sullo sfondo la lavagna interattiva. Forse la scuola corre il «rischio» (in realt sarebbe il miglior punto di partenza) che gli studenti sappiano servirsi della lavagna interattiva con rapidit e disinvoltura sin dai primi giorni di sperimentazione. E che non sia più il docente ad avere una maggiore padronanza dei mezzi della didattica. Lo vedremo. Ma questa sì che sarebbe una rivoluzione.

www.eulogos.net

Ovvero: quanto la statistica può aiutare nello studio della lingua italiana.

www.eulogos.net è un sito che offre un servizio gratuito chiamato CENSOR, molto utile per noi insegnanti, e che si può rivelare fondamentale soprattutto per chi, lavorando nella Scuola, tratta argomenti disciplinari in lingua italiana a studenti appena inseriti nella realtà scolastica e soprattutto nel microcosmo di una classe già rodata.
Di cosa si tratta?
Il sito offre la possibilità di calcolare la leggibilità secondo gli indici Gulpease di qualsiasi testo, anche di grandi dimensioni.
Cos’è la leggibilità? E cosa sono gli indici Gulpease?
Andiamo per gradi. Prima di tutto non si può parlare di leggibilità tralasciando il concetto di comprensibilità. Entrambe sono, in realtà, fondamentali per la comprensione di un testo, ma riguardano sfere diverse. Per praticità partiamo dalla comprensibilità. Questo concetto è legato al contenuto di un testo, alla sua coerenza e coesione, alla sintassi e alla morfologia. Al registro e quindi allo stile. La leggibilità, invece, concerne la struttura più superficiale e si può quantificare attraverso calcoli incrociati tra la lunghezza delle parole, la lunghezza delle frasi e dei periodi.
Gulpease è uno dei parametri alla base del calcolo della leggibilità di Eulogos. Questo indice è stato elaborato alla fine degli anni 80 presso l’Istituto di Filosofia dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”. Esso permette di calcolare un valore numerico, da 0 a 100, che a seconda della competenza dell’ipotetico lettore, assume una interpretazione diversa: più è alto e maggiore è la leggibilità del testo, ma se il lettore è altamente scolarizzato quel valore, nella scala della leggibilità, assume una diversa interpretazione.
Ma il servizio CENSOR va ancora più nel dettaglio. Il suo indice di leggibilità, infatti, è confrontato anche con il Vocabolario di Base di Tullio de Mauro, che contiene circa 7500 parole divise in Vocabolario fondamentale, di alto uso e di alta disponibilità.
Questo tipo analisi è fondamentale per capire le difficoltà degli studenti italiani e stranieri che hanno a che fare con i testi disciplinari. Può essere inoltre una guida nella scelta dei materiali autentici che vogliamo portare in classe per far lavorare i nostri studenti.

Per il calcolo della leggibilità sul server di Eurologos, bisogna inviare una mail al seguente indirizzo censor.server@eulogos.net, senza scrivere nulla né nel corpo della mail, né nell’oggetto, allegando semplicemente qualsiasi testo in formato .txt (il blocco note, negli accessori di windows).

La risposta è quasi simultanea.

E mentre vi rimando al sito www.dueparole.itper aver un esempio di testi scritti secondo questi parametri, vi rimando ad un prossimo post con la leggibilità di questo articolo, che mi sono interessata di calcolare previamente.