Prima di tutto la Scuola Pubblica

Il Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni

Da oggi 11, fino al 17 dicembre si terrà   una settimana di mobilitazione e di lotta del mondo della scuola per chiedere cambiamenti nella Legge Finanziaria.
Una delle questioni ancora controverse è la cosiddetta clausola di salvaguardia contenuta nella Finanziaria: quella “noticina” che vincola le 170 mila assunzioni promesse dal governo alla realizzazione dei risparmi di spesa da ottenere con i tagli agli organici del personale.
Resta inoltre ancora aperta la questione precari. Nonostante le rassicurazioni del ministro Fioroni i rappresentanti di categoria accusano il governo di un taglio di 26 mila posti.
Di seguito gli appuntamenti della mobilitazione:

11 dicembre ore 11,00-13,00
Manifestazione davanti al Ministero della Pubblica Istruzione del personale precario docente.

12 dicembre ore 11,00-13,00
Sit in di protesta davanti al Ministero della Pubblica Istruzione del personale Ata.

14 dicembre
Sciopero di tutti i lavoratori della scuola alla prima ora delle attività   di lezione o di servizio (ultima ora in caso di turno pomeridiano).
Sciopero dell’intera giornata dei Presidi incaricati e sit in davanti al Senato (inizio ore 11,00) e, successivamente, davanti al Ministero della Pubblica Istruzione.

17 dicembre
Manifestazione nazionale, ore 10,00 corteo da Piazza della Bocca della Verità  .

Qui le informazioni sul sito della FLC – CGIL

Stop al precariato!

150.000 persone in piazza oggi a Roma per dire Basta al precariato istituzionalizzato e chiedere l’abolizione della Legge Biagi.

E tu quando scadi?

Messico: la polizia spara sugli insegnanti

Questa la cronologia dei fatti fino alla sanguinosa repressione di ieri in cui hanno perso la vita due insegnanti:

Oaxaca, capitale dell’omonimo stato, Messico

22 maggio – 70.000 maestri entrano in sciopero per chiedere aumenti salariali.
14 giugno – il governo di Ulise Ruiz ordina una violenta repressione. Ci sono 92 feriti.
23 giugno – nasce la Appo (Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca), composta da 350 organizzazioni sociali che solidarizzano con il movimento dei maestri e chiedono la dimissione di Ulises Ruiz. La Appo in appoggio agli insegnanti barrica la città.
27 ottobre – il presidente uscente, Vicente Fox decide di inviare reparti della polizia federale in appoggio alla polizia locale: 3.800 agenti, appoggiati logisticamente da 5.000 uomini dell’esercito, che rimuovono, con l’appoggio di mezzi blindati ed elicotteri, le barricate. Duranti gli attacchi vengono uccisi un cameraman di Indymedia New York, Bradley Roland Will, il professor Emilio Alonso Fabiàn, e Esteba Ruiz, militante della APPO. Più di 23 i feriti. Dall’inizio dei disordini sono almeno 13 le persone, per lo piu’ maestri elementari, morte per mano di cecchini paramilitari.
28 ottobre – il subcomandante zapatista Marcos invia un messaggio di solidarieta’ ai manifestanti di Oaxaca: “Le strade sono bloccate dalla polizia – ha detto il leader dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) parlando a Chihuahua, nel Messico settentrionale – nell’aria non volano uccelli ma aerei dell’esercito. Il popolo e’ circondato e sente di essere solo, ma noi diciamo che non e’ solo, che lo appoggiamo”. Anche il leader del Partito della rivoluzione democratica (Prd) ed ex candidato sconfitto di misura alle recenti elezioni presidenziali. Andres Manuel Lopez Obrador, si schiera con i manifestanti della Appo sostenendo “inaccettabile e indegno” che il governo del presidente Fox continui a sostenere il governatore Ruiz, bollato di “antipopolare, sinistro e repressore”.

Il due blog esprime piena solidarietà ai colleghi insegnanti di Oaxaca.

Mamma li turchi!

Ho firmato da qualche giorno un contratto annuale con una università   turca, di Izmir, Smirne in italiano, per andare a
confondere un po’ le idee a queste giovani leve turche (i.e. ad insegnare italiano come LS).
Ho firmato i moduli e glieli ho inviati, formalmente ho accettato il contratto…

Vorrei condividere con voi alcuni punti dello stesso, che come dire, offrono uno spunto per una riflessione ed un abbozzo di sorriso. Cominciamo!

Non sono nemmeno partita e già   devo accettare eventuali trasferimenti per non si sa dove….e senza fiatare, c’era scritto sul contratto, Articolo 4.

Nell’Articolo 6, si tratta delle ore di lavoro: ci sono molte sottovoci all’articolo, la prima stabilisce che le ore lavorative sono 18 effettive in classe, ma devo rimanere comunque in ufficio, vabbuò.

In realtà   è il seguente 6.2 a preoccuparmi, perché è l’Università   ad aumentare o ridurre (seeeee) le ore lavorative.

E se passiamo all’Articolo 8, dedicato alla paga, c’è poco da star tranquilli: non solo devo rimanere in ufficio anche
quando non ho ore di lavoro in classe, pazienza, d’altronde c’è sempre da fare, ma gli straordinari non sono pagati! Ma quello che veramente mi ha conquistata e convinta ad accettare il contratto è stata questa clausola,la Condizione Speciale, 12.1: posso esprimere le mie idee ma non devono nuocere all’Università   o violare le leggi…

Sì, allora, l’Università   di Smirne è il posto giusto per me… hi hi hi

Come ho scritto all’inizio…

Ho firmato i moduli e glieli ho inviati, formalmente ho accettato il contratto…

Ho firmato i moduli e glieli ho inviati, formalmente ho accettato il contratto???????

Postato da Ladylink

Dulcis in fundo

“Dulcis in fundo”, ha mormorato qualcuno al Convegno “Un mondo di italiano” alla fine della relazione della Professoressa Ciliberti. Un intervento (dal titolo “La formazione dell’insegnante di italiano lingua non materna”) lineare, chiaro, programmatico, coerente, che ha stimolato alcune domande che puntualmente sono state poste dalla platea. Domande sul futuro stesso della nostra bella ma bistrattata professione.
Ma andiamo per ordine.
La Ciliberti ha iniziato col sottolineare come l’ambiente influisca sull’apprendimento di una lingua: in un ambiente endolingua (quello che abbiamo sempre chiamato L2) la lezione risulta complementare nell’apprendimento e prevalentemente dovrebbe occuparsi della sistematizzazione di ciò che lo studente apprende in buona parte fuori dalla classe. In ambiente endolingua il Syllabus quindi non potrà   non tener conto delle esperienze della vita esterna. In un ambiente esolingua (LS) invece l’apprendimento risulta avvenire principalmente dalle esperienze della classe. Anche in questo caso il Syllabus dovrà   tenerne conto.
Fatta questa distinzione, la Ciliberti ha delineato le caratteristiche dell’insegnante di italiano L2 oggi: esite prevalentemente fuori dalle strutture pubbliche, a cui non ha accesso perché non c’è una classe di concorso; oltre che in centri privati opera nei centri linguistici di ateneo ed è in massima parte considerato alla pari non di un “docente” ma di un “tecnico”.
Questo l’insegnante. E lo studente?
Nel sistema nazionale così com’è organizzato, nella scuola pubblica lo straniero è di fatto sentito come una “disomogeneità  ”. Obiettivo primo della scuola in questo senso dovrebbe essere quello di andare alla ricerca di un equilibrio che non penalizzi nessuno. La Ciliberti propone anche qualche idea che vada nella direzione di una “didattica della variazione”: variazione dei dispositivi, dei ritmi, dei contenuti, degli approcci…
Quello che serve per attuare questo progetto è una “flessibilità  ” dell’insegnante, capacità   di adattamento di materiali, capacità   di didattizzare materiali autentici, ecc.
Già  , ma di quale insegnante stiamo parlando?
La Prorettore di Perugia Stranieri non esita a rispondere alla domanda che sorge spontanea nella platea: Tutti gli insegnanti di tutte le materie dovranno (o dovrebbero) essere formati a questo approccio didattico. Oggi la responsabilità   degli stranieri nella scuola è delegata all’insegnante di lingua straniera o nel migliore dei casi ad un esterno “tecnico” (o nel peggiore, aggiungo io, ad un insegnante di sostegno), mentre la responsabilità   dovrebbe essere condivisa da tutti i professori, nessuno escluso, perché tutti insegnano l’italiano insegnando la loro materia quindi tutti dovrebbero essere formati a lavorare con gli stranieri e ad affrontare i nuovi compiti di una società   multi-interculturale.

Ecco. Con questa sfida per il nouvo e già   un po’ liso secolo si conclude l’intervento e durante l’applauso, mentre qualche cattedratico pensa ad una possibile domanda, gli insegnanti di italiano di stranieri presenti, applaudendo convintamente, pensano: “bello. Ma… io? Allora è proprio vero che non ho una prospettiva, che sto studiando per lottare per un pezzo di pane ammuffito con i miei colleghi sotto a direttori che mi spremeranno per il resto della vita. Io in tutto questo non sono contemplato…”.
Come dar torto ai loro pensieri?
Ma la mazzata deve ancora arrivare.
Al Prorettore di Perugia Stranieri la domanda galeotta la pone il Rettore di Siena Massimo Vedovelli: “Dopo questo intervento pensi ancora che si dovrebbe istituire la classe di concorso per insegnanti di Italiano L2?”. Un applauso sale dalle file in cui sono seduti gli studenti del Master. La Prof. è leggermente spaesata e conclude con un quasi sibillino: “Se devo essere coerente con quanto ho detto: no. Non c’è bisogno di classe di concorso”.
Passa così, come un soffio di venticello primaverile.
Andiamo a mangiare, il buffet degli 80 anni dell’Università   per Stranieri di Perugia è sontuoso e soprattutto… a scrocco. Meglio riempirci la pancia visto il futuro che ci aspetta.

Carlo Guastalla

Nostradamus: un profeta da rivalutare! (2)

A proposito di offerte di lavoro…

In una mailing list, alcune settimane fa, ho letto di un annuncio di lavoro per l’Ecuador. Ho scritto per ricevere informazioni a proposito, e da vera insegnante di italiano per stranieri free-lance, ho anticipato il mio CV, visto che a giugno finisce il mio percorso di studi e contemporaneamente le mie finanze.
Ecco le informazioni che ho ricevuto.

Gentile Dott.ssa C.,

le invio alcune informazioni riguardo all’U. T. di A. e al contratto di lavoro ed altre informazioni che penso riterrá utile conoscere.
L’U. T. di A. richiede per l’a.a. 2006-2007 due docenti madrelingua italiana. Il contratto va dal 1 ottobre 2006 al 31 agosto 2007. Le classi sono composte da circa 30-35 studenti, i livelli sono: Basico I, Basico II, Pre-intermedio e Intermedio I (non sempre peró gli ultimi due sono attivi). Le ore di insegnamento: si lavora dal lunedí al venerdí, per 3 ore di insegnamento e 2 ore e 15 minuti di ore complementarie (preparazione delle lezioni, correzione dei compiti, ecc.) Il compenso mensile é di 450usd$ (lo stipendio é sufficiente per vivere in modo piu che agiato per un mese) piú l’alloggio che si trova nelle vicinanze dell’universitá ed é dotato di ogni comfort (televisione, videoregistratore, stereo, pentole, piatti, lenzuola, asciugamano, ecc.).
La burocrazia qui é molto lenta (bisogna fare un “oficio” per qualsiasi cosa) e le cose non sempre funzionano bene… é necessario avere i nervi ben saldi… e considerare che non siamo in Europa…
Per quanto riguarda le spese: il biglietto aereo é a carico del docente, cosí come l’assicurazione sanitaria (io l’ho fatta con Europe Assistance, costa 279 euro, copertura un anno…).
Per quanto riguarda l’alimentazione bisogna stare un po’ attenti a quello che si mangia, soprattutto non mangiare per strada, comprare acqua imbottigliata e lavare la frutta con bicarbonato.
Per l’abbigliamento é consigliabile qualcosa di primaverile e estivo: generalmente di mattina e di sera fa un po’ freddo (13-16 gradi), dalle 10.00 alle 17.00 fa caldo (dai 20 ai 29 gradi).

Concludo con una premessa: queste informazioni non sono state tratte da Donna Moderna, tra le pagine delle proposte per le vacanze di Pasqua…
Ed aggiungo:
Uno: I master in didattica dovrebbero anche contemplare insegnamenti come: “Modalità contrattuali, suggerimenti per la sopravvivenza”
Due: Per andare a lavorare in Spagna, in effetti anch’io mi sono dovuta spesare il viaggio, 220 euro. Ma per quanto riguarda questa proposta, delle spese di viaggio non se ne rientrerà proprio con un contratto di soli 10 mesi, visto che già solo con l’assicurazione da 280 euro, il nostro conto andrà in rosso sin dal primo mese….
….i conti non tornano… anche quelli della barzelletta, costretti a rimanersene in Ecuador!

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Nostradamus: un profeta da rivalutare!


E’ proprio vero: Nemo profeta in patria!
E noi che MILLE E NON PIU’ MILLE pensavamo dovesse segnare solamente il passaggio di un secolo!! Ed invece mai profezia fu più attuale e funesta.
MILLE E NON PIU’ MILLE, naturalmente euro. Che difficilmente un insegnante di italiano a stranieri riesce a portare a casa a fine mese.

Il Due Blog, molto sensibile verso alcune tematiche strettamente legate alla quotidianità di un insegnante di italiano a stranieri, non poteva sottrarsi, nemmeno questa volta, dal postare un articolo apparso sul corriere.it, che tratta di un ameno argomento, permetteteci l’ironia: i milleuristi, tematica che val bene un neologismo!
Ma la particolarità dell’articolo non risiede nel contenuto, che qualcuno di noi ha sperimentato sulla propria pelle, quanto il fatto udite! udite! che sia stato pubblicato da una testata internazionale come l’International Herald Tribune.
Molti di noi insegnanti di italiano a stranieri sono precari, a prescindere dall’istituzione per la quale lavorano. Siamo precari in Italia come all’Estero, dove inoltre siamo il primo e se non unico, almeno piuttosto determinante e forte contatto con la lingua e la cultura italiana. Abbiamo il delicatissimo compito (senza scadere nel bucolico-sentimentale) di andare incontro, o disilludere, le aspettative di chi studia la nostra lingua e che nel proprio immaginario vive di un’Italia dai contorni non ben definiti. Dobbiamo noi stessi esserci allenati a relativizzare, per essere consapevoli dei valori che veicoliamo nel lavoro in classe. E subito dopo esserci chiariti le idee, dobbiamo correre per preparare la lezione, sempre alla ricerca di materiali nuovi, originali e funzionali allo studente che ci sta davanti e con il tempo abbiamo maturato l’idea che purtroppo per noi il tempo non è denaro e che entrambi non sono mai abbastanza.
Spesso lavoriamo in strutture inadeguate o con del personale incompetente e quando si sta all’estero fatichiamo per rimanere aggiornati noi stessi come parlanti di una lingua in continua evoluzione e tutto questo per pochi miseri euro che non sempre arrivano a mille.
Il Due Blog, lungi dal voler alimentare inutili polemiche, si auspica uno scambio di opinioni ed esperienze sull’argomento, con voi insegnanti o futuri tali. L’obiettivo sarebbe anche quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, proprio perché esposti spesso in prima persona in contesti di non facile gestione, senza necessariamente varcare i confini, come per esempio nella scuola pubblica italiana.
Convinti che < <L’Unione fa la forza>> non sia solamente uno slogan sinistrofilo che perderà la propria efficacia con il 10 aprile, speriamo di contattarvi numerosi!

Cogliamo l’occasione per riproporvi un articolo postato su Il Due Blog il 15 marzo scorso, di argomento affine intitolato: Gli schiavi moderni.

………………………………..
Consigliamo una visita anche di Generazione 1.000 euro, blog curato da Antonio Incorvaia, protagonista dell’articolo dell’ International Herald Tribune.

Gli schiavi moderni

Sul sito più popolare d’Italia, il post più popolare del sito ha migliaia di commenti. Il sito, che è un blog che conoscete in molti, è www.beppegrillo.it, mentre il post, che ha per titolo “gli schiavi moderni“, tratta dell’organizzazione del lavoro nel mondo di oggi in Italia, di co.co.co., co.co.pro., di altre e varie sigle utilizzate per celare null’altro che lo sfruttamento dei lavoratori, per spacciare il loro precariato come un valore della società e dell’economia.

Noi insegnanti queste sigle le conosciamo bene, quelli che non hanno avuto almeno uno di questi “contratti” sono una sparuta minoranza.
Vi invito a raccontare la vostra esperienza, la vostra storia con la legge Biagi o con le sue fantasiose interpretazioni, qui se volete, o sul blog di Grillo, che molto meglio di noi saprà come renderle utili ad una lotta sacrosanta.
Scrive infatti il comico a conclusione del suo post:

Oltre ad inviare un estratto ai segretari di partito (avete notato che nessuno vuol parlare di questa legge?), sceglierò le testimonianze più importanti e le renderò disponibili gratuitamente sotto forma di libro on line con il titolo: “Gli Schiavi Moderniâ€.
Che spero diventi un best seller.

PS: il post “Gli schiavi moderni” sul blog di Grillo è molto pesante per via del numero enorme di commenti. Abbiate pazienza durante il caricamento…

La babele degli IIC. Atene

Sono l’immagine della nostra cultura e del nostro paese all’estero. Rappresentano un punto d’incontro per gli italiani residenti fuori dal nostro paese e un luogo per ricercare le radici per tutti quelli nati e vissuti fuori dal paese d’origine della loro famiglia.
Sono gli Istituti italiani di cultura, istituzioni dipendenti del Ministero degli Affari Esteri che vivono, negli ultimi anni, un periodo difficile e poco chiaro tra dipendenza da Roma e un’autonomia propagandata ma poco reale né realistica.
Troppo spesso, è bene dirlo, la fortuna dei vari istituti sparsi nel mondo dipende dalla buona volontà o dalla competenza dei loro direttori, cosicché i “cambi di guardia” sono sempre fonte di speranza o di ansia per chi negli istituti lavora.
C’è poi chi non si dà per vinto, chi di fronte ad anni di fallimenti ha ancora la forza per lanciare un grido di speranza e invita la propria “capitale all’estero”, l’istituto stesso, a rialzare la testa, a rivivere il proprio ruolo. E’ il caso di Atene. Nel numero di Gennaio la rivista Eureka dedica all’IIC il proprio editoriale, una denuncia, un invito, un’opportunità da non lasciar dissolvere nel nulla.
Lo ripubblichiamo qui, sul nostro blog.

Editoriale di “Eurekaâ€, Grecia, gennaio 2006, editore-direttore Sergio Coggiola

C’era una volta un Istituto di Cultura

C’era una volta ad Atene un Istituto Italiano di cultura che di un “istituto†esibiva soltanto le mura.

C’era una volta un Istituto Italiano di cultura che per cinque lunghi anni non ha saputo essere il fulcro e il motore della cultura italiana ad Atene, ma la fucina del poco, dell’evanescente, e forse del nulla.

C’era una volta sempre un Istituto di cultura che non riteneva importante dare pubblicità ai corsi di lingua e alla cultura italiana, ma dare importanza a ciò che importanza non aveva. Mentre c’erano, e ci sono ancora, dei collaboratori di tale Istituto che avrebbero voluto fare o forse fare meglio, ma che ciò non era loro né richiesto e né tanto meno consentito.

C’era una volta la cronistoria – lo ammettiamo con una punta di autocritica – di una perigliosa crociata svolta contro tale Istituto di cultura, che, come per molte delle crociate, è stata troppo lunga, troppo dispendiosa, ed in conclusione non ha ottenuto i risultati sperati.

C’era una volta il desiderio degli italiani che avrebbero voluto riconoscersi nella programmazione culturale di quell’Istituto, per riaffermare e magari rimarcare il loro orgoglio dell’appartenenza alla cultura italiana e provare il piacere di vederla rappresentata ad Atene nel modo più consono e che invece assistevano attoniti o alla totale latitanza di tale Istituto, oppure ad una serie di eventi culturali sparuti, non attinenti e dalle platee vuote. Ma tutto questo, e qualcosa di altro, appartiene al “c’era una volta†e ci auguriamo che non sarà più!

Se è vero che ogni vita ha un suo tempo ed ogni musica il suo ritmo, confidiamo che la musica cambi e che si possa veramente dire che con l’anno che viene si volti pagina – o che addirittura si cambi libro. Niente più ammaini del nostro bel tricolore, niente più programmi annuali fatiscenti, niente più sterili polemiche, ma riassunzione dei reciproci ruoli, collaborazione, impegno, programmazione mirata, ma soprattutto dialogo con la comunità. Ci auguriamo che tutto ciò non resti semplicemente una speranza, ma si concretizzi in un effettivo cambiamento, perché se la cultura, come dice il nostro Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, è l’anima di un Paese ed è la sua memoria che deve vivere nel presente, per trasmettere e custodire tale meravigliosa eredità, con tutte le sue raffinate espressioni, occorrono competenza, dedizione e passione. (Eureka)

Ecco il Far West

Ciò che di fatto da molti anni accade nelle scuole private di italiano per stranieri, cioè il ricatto e lo sfruttamento di insegnanti malpagati, senza riferimenti contrattuali, privati dei minimi diritti come della prospettiva lavorativa, diventa legge!
La finanziaria 2006 istituzionalizza l’insegnameno nelle scuole private come un “lavoretto” e nello stesso tempo incrementa il bonus scolastico per coloro che vorranno studiare in questi istituti. I dettagli nell’articolo da www.repubblica.it.
Buon Natale.

La Finanziaria innalza il bonus scolastico, malgrado i tagli. E si potranno assumere docenti in deroga alla normativa nazionale. La protesta della Cgil.

Il Far West dei contratti
nel Natale delle scuole private
di SALVO INTRAVAIA

In arrivo, per le scuole paritarie, due regali di Natale. Il primo sottoforma di maggiori finanziamenti a favore di chi iscrive i figli nelle scuole private. Il secondo attraverso una maggiore “flessibilità del lavoro dipendente”, riservata solo alle non statali. Ma andiamo per ordine.
Nel maxi-articolo che costituisce la Finanziaria 2006 approvato ieri alla Camera contiene una gradita sorpresa per le scuole paritarie: l’incremento del bonus scolastico che nel 2006 arriverà a 157 milioni di euro. Un bel regalo se si considera che sul bilancio del ministero dell’Istruzione incombe un taglio di oltre un miliardo di euro. La seconda regalia arriva direttamente da viale Trastevere: una circolare del 12 dicembre avente per oggetto “Riconoscimento e revoche della parità scolastica: Rapporto di lavoro dei docenti”. Leggendo il provvedimento si ha la netta sensazione che le scuole paritarie sono autorizzate ad assumere docenti non necessariamente con contratto a tempo indeterminato come – tranne alcune eccezioni soprattutto per il personale religioso delle scuole cattoliche – stabilisce la normativa. Una specie di Far West dei contratti. In pratica, la natura del rapporto di lavoro degli insegnanti delle scuole non statali, che fino a qualche tempo fa non si discostava di molto da quello dei docenti delle scuole pubbliche, potrebbe cambiare e aprirsi a tutte le tipologie di lavoro introdotte dalla legge Biagi.
Netto, su tutte e due le questioni, il commento di Enrico Panini, segretario generale della FLC Cgil, che definisce la recente circolare “un’autentica cuccagna” per le private. La circolare del 6 dicembre è “un regalo ai gestori spregiudicati che non applicano il contratto. Infatti il ministero (smentendo in un colpo solo un parere dell’Avvocatura generale dello Stato, una circolare dello stesso ministero e una sentenza della Cassazione) stabilisce che il mancato rispetto degli obblighi contrattuali non è motivo di revoca (o di mancata concessione) del beneficio della parità”. Stesso commento in merito ai finanziamenti aggiuntivi per gli iscritti nelle scuole paritarie del Paese. “Che dire poi della Finanziaria per il 2006? Semplicemente un regalino di 157 milioni di euro, cioè più del triplo di quanto stanziato (per la precisione: 49.820.216 euro) con la Finanziaria del 2005, per un buono scuola a favore di chi iscrive i figli alle scuole private”.