Oggi parliamo di inglese. Ricordo come si strombazzavano le “tre i”: impresa, internet, inglese, come cardini della scuola del futuro. Era 15 anni fa e ad oggi di impresa non so, ma di internet e inglese nelle scuole proprio non se ne sa molto.
Da Io Donna, inserto del Corriere della sera, un interessante articolo a riguardo firmato da Cristina Lacava. Segnalato da Piroclastico.
Niente inglese, siamo in classe
La lingua straniera alle elementari è stato un flop
The sky is… Coraggio, il colore della tua squadra: b…. Il bambino arranca. Tentiamo con i numeri: dopo l’8, il nulla. Eppure il programma d’inglese dice che a fine quinta si dovrebbero conoscere 300 parole. Qualcosa non va. Vabbè, c’è la scusante Italia: politici locali che organizzano corsi di dialetto a scuola (paga la provincia di Milano) e leader nazionali che parlano “greco antico” ma si fanno scortare dall’interprete. Per Eurobarometro (dati 2008), 6 italiani su 10 non sanno sostenere conversazioni one-to-one. Infine c’è la tradizione del doppiaggio, che impedisce l’ascolto dei film in originale.
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