Medici senza frontiere: missione Italia


Forse non sono in molti a saperlo, ma dal 1999 Medici Senza FrontiereMissione Italia fornisce assistenza sanitaria, e non solo, agli stranieri regolari ed irregolari, ai richiedenti asilo ed ai rifugiati che si trovano nel nostro paese.

Dopo aver cominciato le sue attività   a Roma nel campo rom Casilino 700, Missione Italia ha ritenuto che le problematiche dei migranti economici e delle persone in fuga da conflitti e persecuzioni meritassero particolare attenzione.

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Cari genitori…

da repubblica.it

Questa lettera è stata scritta da quattro ragazzi del Bangladesh che vivono a Roma da una decina d’anni. Sono giovani di diciotto, venti anni, hanno frequentato le scuole superiori italiane ma nessuno di loro si è diplomato o ha concluso gli studi. Lavorano in bar e ristoranti, vivono dalle parti di piazza Vittorio. Insomma, sono rappresentanti ideali della “Seconda generazione”. La lettera nasce da un momento “difficile” nella loro vita: la morte di un’amica, sedici anni, anche lei originaria del Bangladesh, anche lei “seconda generazione”. Elena, un nome di fantasia, è morta il 21 febbraio a Roma. Un incidente domestico, si è affrettata a dire la famiglia, una caduta accidentale dalla finestra mentre cercava di aggiustare qualcosa. Archiviato. Non per i suoi amici che sanno come Elena stesse vivendo negli ultimi mesi un disagio e un imbarazzo che nasceva dall’essere giovane, bella, piena di vita, innamorata come succede a questa età  , e però sommersa dai sensi di colpa e in lite con i divieti dei genitori di religione e cultura islamica.
Quando Elena è morta, i suoi amici hanno scritto questo documento semplice e sgrammaticato che è soprattutto una denuncia e una preghiera: loro, ragazzi stranieri di seconda generazione che vivono “in un paese straniero” chiedono aiuto prima di tutto ai genitori perchè il cammino dell’integrazione è per loro tanto necessario quanto difficile.E’ un documento particolare, unico, su cui riflettere a lungo e in più sedi. Lo mettiamo a disposizione integrale, con tutti i suoi errori di grammatica e tutta la sua forza.

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Ad esempio Brescia

Il progetto del Centro Culturale Islamico di Colle Val d'Elsa

Volevo già   fare un post su Brescia, un post “Buona notizia”, un mea culpa per aver quasi detto che la scuola dei miracoli poteva essere solo da un’altra parte, quando invece ce l’avevamo in casa, proprio a Brescia. Poi tutto si è fermato perché mentre stavo scrivendo ecco che proprio nella provincia lombarda scoppia il caso della professoressa che somministra ai suoi studenti islamici un test tendenzioso. Così anche Brescia, da esempio, tornava ad essere normale.

Poi penso: forse è della normalità   che devo parlare, perché la cultura la fanno le persone, la fanno quei dirigenti scolastici e quegli insegnanti che hanno una visione e la portano avanti. Che sia buona cultura o cattiva ognuno lo decide da sé. Sono strade segnate, ognuno sceglie quale seguire e se seguirne una o progettarne un’altra.

Così il caso Brescia mi è apparso ancora più esemplare.

Da una parte una scuola elementare multietnica, la Calini, presa a modello dalla comunità   europea, dove una bambino su due è extracomunitario. La trasmissione Report che, quasi sola nel panorama televisivo italiano, ogni domenica informa su come vanno le cose nel nostro paese, le ha dedicato la copertina di chiusura dell’ultima puntata di questa stagione. Una di quelle belle “goodnews” che danno speranza nel futuro e mostra che volendo si può pensare una scuola diversa. Il servizio di Report è visualizzabile qui.

Dall’altra parte la storia che ha scandalizzato mezza italia benpensante: quella dell’insegnante della scuola media G. Pascoli che ha chiesto ai suoi studenti islamici di rispondere ad un test che definirei quantomeno bislacco e maldestro. Qui la notizia. Ma poi leggo, approfondisco, e scopro che la scuola media G. Pascoli è, un po’ come la Calini, all’avanguardia nell’accoglienza, ha un’altissima percentuale di immigrati, organizza laboratori linguistici per gli stranieri; per imparare l’italiano, sì, ma anche corsi di lingua madre, per far sì che i ragazzi stranieri non abbandonino la propria lingua d’origine. Progetti che coinvolgono le famiglie sia dei bambini italiani che di quelli stranieri, in una prospettiva di integrazione moderna e viva in cui si fa in modo che ogni differenza sia portatrice di valori.

Non voglio con questo sminuire la gravità   del test, ma il fatto che una notizia come questa esca allo scoperto, venga stigmatizzata e criticata e che anche l’associazione culturale islamica di Brescia lo consideri solo un incidente, tutto questo secondo me riporta tutto, anche questa notizia, nel calderone della buona notizia, in barba a quei quattro “padani” capitanati dal prode Borghezio che stasera erano in Toscana ad urlare slogan razzisti per bloccare i lavori di costruzione del Centro Culturale Islamico e della moschea di Colle Val D’Elsa, fuori Siena. Le parole della grande scrittrice ed intellettuale Oriana Fallaci sono state pronunciate dal dirigente leghista davanti ai paletti (divelti) che delimitano l’area per la costruzione: «Andrò dai miei amici anarchici, con loro prendo gli esplosivi e la faccio saltare in aria!».

Amen

La vergogna dei muri

Come scrivevamo in un post dedicato al muro eretto a Padova per arginare la criminalità   di un quartiere a fortissima immigrazione, i muri stanno tornando di moda nel mondo. Non più, come una volta a Gorizia, a Cipro, a Berlino, per arginare fughe, quanto al contrario per impedire gli ingressi.

Gli Stati Uniti, il più grande paese del mondo non potevano che fare le cose in grande anche in questo settore, dimostrando tutta la loro imperiosità  . Per non voler essere da meno del muro di Gerusalemme iniziato nell’agosto del 2002 (non se la prenda il sindaco di Padova Flavio Zonato, ma non crediamo che Bush abbia pensato a lui) il Presidente USA ha autorizzato la costruzione di un muro lungo oltre 1.000 chilometri alla frontiera con il Messico per bloccare l’immigrazione clandestina dal centro e sud america. Così il Sole 24 ore:

Con la firma del decreto che autorizza la costruzione del muro di 700 miglia (circa 1.126 chilometri) alla frontiera con il Messico, il presidente George Bush fornisce ai repubblicani uno strumento per sottolineare, in piena campagna per le elezioni di mezzo termine del 7 novembre, il loro pugno duro nei confronti dell’immigrazione clandestina. Dopo mesi di discussione alla Camera dei Rappresentanti, la costruzione del muro che copre un terzo della frontiera è stata approvata al Senato di Washington lo scorso 29 settembre, con 80 voti contro 19, con diversi voti a favore dei democratici in minoranza.
Il presidente del Messico, Vincente Fox, che passerà ¡ le consegne il prossimo 1 dicembre a Felipe Calderon, ha passato gli ultimi sei mesi del suo mandato presidenziale a trattare con la controparte americana per ottenere un nuovo programma per l’immigrazione, chiedendo il riconoscimento della cittadinanza per i milioni di messicani che lavorano negli Usa da irregolari. E, senza mezzi termini, Fox ha parlato di «muro della vergogna».

PS: Non solo i “grandi” sono alla ricerca di primati. Anche qui da noi c’è la gara della stupidità  . In stile italiano però, condita di innovazione e diversificazione. Nella ridente Schio è stato infatti realizzato il primo “fossato anti-nomadi”, lungo 200 metri, largo uno e profondo 70 cm. Lo ha voluto la giunta di centrosinistra, come di centrosinistra è quella di Padova, dopotutto. Chissà   perché viene in mente un vecchio refrain di morettiana memoria: Continuiamo così, facciamoci del male!

Uno su venti

Alla fine del 2005, gli immigrati regolari in Italia erano 3.035.000, il 5,2% della popolazione, in pratica uno ogni 20 residenti: ma tra dieci anni la loro incidenza sarà   raddoppiata. Ad aggiornare la contabilità   del fenomeno è il Rapporto Immigrazione Caritas/Migrantes 2006. Questo dato colloca il nostro tra i grandi Paesi europei di immigrazione: Germania (7.287.980), Spagna (3.371.394), Francia (3.263.186), Gran Bretagna (2.857.000). Il rapporto della Caritas delinea anche la “carta d’identità  ” degli immigrati in Italia, che sono in gran parte di provenienza europea, si stabiliscono al Nord o a Roma, son uomini e donne in percentuale uguale e hanno tra i 15 e i 44 anni.

Aumento costante. L’aumento – dovuto in parte ai nuovi arrivi (187 mila), in parte alle nascite di figli di cittadini stranieri (52 mila) – nel prossimo futuro sarà   ancora più consistente, come dimostrano le 485 mila domande di assunzione presentate nel mese di marzo 2006 per rientrare nel tetto fissato dal decreto flussi. Se si tiene conto del nostro deficit demografico e della pressione dei Paesi d’origine – avvertono i ricercatori Caritas – è realistico stimare l’impatto in entrata in almeno 300 mila unità   l’anno. Gli immigrati – rileva il dossier – “diventeranno sempre più l’unico fattore di crescita demografica in grado di rimediare alla prevalenza dei decessi sulle nascite”.

Le zone di residenza
. Roma e Milano detengono, rispettivamente l’11,4% e il 10,9% della popolazione straniera. La Lombardia è la prima regione perché accoglie da sola quasi un quarto del numero complessivo. Al Nord si trova il 59,2% degli stranieri, al centro il 27% e nel meridione il 13,5%. Le province con il più alto tasso di incidenza della popolazione straniera sono Prato (12,6%), Brescia (10,2%), Roma (9,2%), Pordenone (9,4%), Reggio Emilia (9,3%), Treviso (8,9%), Firenze (8,7%), Modena (8,6%), Macerata e Trieste (8,1%). La maggioranza dei permessi di soggiorno è a carattere stabile: più di 9 su 10 immigrati sono presenti per motivi di lavoro (62,6%) e per famiglia (29,3%).


La provenienza. Ogni 10 stranieri, cinque sono europei, due africani, due asiatici e uno americano: trent’anni fa erano euroamericani nove su 10. Gli originari dell’Est europeo sono circa un milione, tra questi i principali gruppi sono quello albanese e ucraino mentre tra i comunitari quello polacco. Per l’Africa, spicca quello marocchino, per l’Asia quelli cinese e filippino, per l’America quelli peruviano e statunitense.

Donne e uomini. Parità   fra i sessi, il 50,1% è uomo, il 49,9% donne. Per il 70% (contro il 47,5% degli italiani) si concentrano nella fascia di età   15-44 anni. La fecondità   delle donne immigrate è maggiore delle italiane: 2,4 figli contro 1,2; nel 2005 sono nati 52 mila bambini ed hanno inciso per il 9,4% sulle nuove nascite. Tra i marocchini i figli sono 4 per donna, tra i polacchi e i rumeni 1,7. Tra le immigrate ci sono più divorziate rispetto alle italiane (2,5% contro l’1,7%).

Occupazione e retribuzioni. Nei confronti del mercato del lavoro, gli immigrati stanno esercitando un peso crescente: 1 ogni 10 occupati è nato in un paese extracomunitario. Nel 2005, 727.582 nuovi assunti su 4.559.952 erano immigrati. Sono 130.969 i cittadini stranieri titolari d’azienda, con un aumento del 38% rispetto al giugno 2005. Secondo la banca dati dell’Inps, le retribuzioni degli immigrati sono mediamente pari alla metà   di quelle degli italiani, anche a causa del loro discontinuo impiego.

La religione. Rispetto alla fede, il 49,1% si riferisce a cristiani (circa un milione e mezzo), il 33,2% a musulmani (circa un milione), il 4,4% a religioni orientali.

I minori. I minori stranieri sono 586 mila, pari ad un quinto della popolazione straniera, un’incidenza maggiore rispetto a quella degli italiani. Essi hanno conosciuto quasi un raddoppio nel corso degli ultimi 5 anni (nel 2001 erano 326 mila) ed in oltre la metà   dei casi (56%) si tratta di persone nate in Italia. Gli studenti con cittadinanza straniera sono 424.683 e tra due anni supereranno il mezzo milione.

da www.repubblica.it 

Lotteria 2006

Due milioni di richieste.
Centosettantamila posti disponibili.
6244 uffici postali che apriranno simultaneamente oggi alle 14.30 in tutta Italia.
I primi centosettantamila che avranno sorpassato tutte le prove di qualificazione, di interpretazione del modulo, di aggiramento delle trappole, di interpretazione corretta delle normative… beh, i primi 170mila, cronometro alla mano, anzi, al timbro postale, avranno il permesso di soggiorno.

Il decreto Flussi 2006 è una vera lotteria. Anzi: è un gioco al massacro, curiosamente di darwiniana memoria. O forse solo di GianniMorandiana ispirazione (“uno su mille ce la fa”…).

L’associazione Melting Pot sta documentando quest’attesa ed è già presente da giorni davanti agli uffici postali, dove si consumano veglie alla conquista di un posto utile fin da sabato.

Tutto ciò è vergognoso per un paese che aspira a definirsi civile.

Polizia a scuola di immigrazione

Una notizia interessante:

(AGI) – Firenze, 4 gen. – Imparare a gestire al meglio le relazioni con i cittadini stranieri nelle nostre citta’, con la consapevolezza che la conoscenza delle diverse culture sara’ un aspetto sempre piu’ importante delle competenze professionali delle forze dell’ordine. E’ questo il significato dei seminari che, organizzati dalla Regione Toscana e dalle universita’ di Firenze, Pisa e Siena, nei prossimi mesi coinvolgeranno diverse operatori dei corpi di polizia municipale e provinciale della Toscana.
“Si tratta di un investimento importante, in termini di prevenzione e quindi di sicurezza”, spiega il vicepresidente della Regione Federico Gelli. “Credo infatti che a nessuno sfuggano i benefici che possono derivare da una polizia ben preparata ad affrontare la complessita’ multiculturale della nostra societa’ e in grado di essere percepita dalle stesse comunita’ di cittadini stranieri come organismi di cui ci si puo’ pienamente fidare, magari anche solo perche’ piu’ attenti e sensibili alle differenze culturali. La realta’ delle nostre citta’, e anche delle nostre periferie, e’ completamente diversa da quella delle banlieus francesi. Eppure anche da noi c’e’ bisogno di un’attenzione e di una preparazione specifica”.
I tre seminari – diversi ma tutti imperniati sui temi dell’intercultura, della mediazione culturale, delle strategie di integrazione – si terranno nel primo semestre di quest’anno e per ognuno di essi saranno ammessi venticinque partecipanti, uno per ogni corpo di polizia. Tra gli insegnanti ci saranno anche esperti stranieri che illustreranno alcune “buone pratiche” messe a punto in paesi di piu’ antica e massiccia immigrazione straniera, come l’Inghilterra e l’Olanda. (AGI) –

COPYRIGHTS 2002-2005 AGI S.p.A.

Nel 2005 27,9% in più gli stranieri nelle scuole italiane

repubblica.it riporta i risultati di una statistica molto interessante.

Secondo il rapporto del Miur “Alunni con cittadinanza non italiana” lo scorso anno scolastico quasi 370mila studenti erano stranieri
Sempre di più e sempre più colti
in un anno il 27,9% in più

di SALVO INTRAVAIA

Sempre di più, ma anche più “colti”, gli alunni stranieri in Italia. In appena un anno sono aumentati del 27,9 per cento. Ma la crescita più vistosa si registra tra gli studenti delle scuole superiori che, passando da 44.922 a 59.570, in 12 mesi sono aumentati di un terzo. Segno che la scolarizzazione dei figli di immigrati cresce in quantità, ma anche in qualità. Ma la vera sorpresa arriva dal sorpasso delle studentesse sugli studenti, primo caso in Italia.

Fino a qualche anno fa, la maggior parte degli alunni stranieri presenti nel nostro paese frequentava le scuole materne, elementari e medie. Pochi quelli che si spingevano fino al superiore: erano appena 6.410 nel 1997/1998, contro i 59.570 del 2004/2005. In 7 anni, gli alunni stranieri al superiore sono dunque decuplicati, mentre quelli degli altri segmenti sono aumentati “solo” di 6 volte. Oggi, la forbice esistente fra scuola elementare e superiore si sta chiudendo: il 17 per cento di alunni stranieri è iscritto alle scuole superiori, contro il 10 per cento di qualche anno fa. È quello che emerge dall’ultima pubblicazione del ministero dell’Istruzione dal titolo “Alunni con cittadinanza non italiana: anno scolastico 2004/2005”.

Crescono, quindi, in modo esponenziale gli stranieri (nati all’estero o in Italia da genitori non italiani) tra i banchi della scuola italiana: dai 282.683 dell’anno scolastico 2003/2004 ai 361.576 dello scorso anno. Presenza che si concentra nelle regioni del Nord e nelle scuole statali, che accolgono 9 stranieri su 10. Oggi, un alunno “italiano” su 24 ha origini straniere. Albanesi (60.364 alunni), marocchini (52.191), rumeni (41.695) e cinesi (18.683) i gruppi più rappresentati. E si prevede che fra appena cinque anni questa la presenza di stranieri crescerà ulteriormente, fino a toccare valori nel complesso variabili fra 558.547 e 610.817 unità. Tradotto: un alunno “straniero” su 15 nelle aule italiane. Incremento che, per via di altri ingressi in Italia e della elevazione dell’istruzione, riguarderà soprattutto i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado.

Ma quali sono gli indirizzi più gettonati dagli stranieri? Decisamente gli istituti professionali, dove l’incidenza sul totale degli alunni (italiani e non) nel 2004/2005 è stata del 4,57 per cento. Con record al primo anno (7,35 per cento) e nelle regioni del Nord Est del Paese che, sempre al primo anno, fanno registrare 13 alunni su 100 stranieri. Pochissimi i non italiani nei licei (1,1 per cento), pochi di più negli istituti tecnici (2,41 per cento). Ma il sorpasso delle femmine sui maschi non ha precedenti. Al superiore il 51,2 per cento degli studenti stranieri è di sesso femminile: a livello nazionale sono i maschi (con il 52 per cento) a prevalere sulle compagne. Secondo gli esperti del ministero questo fenomeno è “segno probabile di come dopo la ‘vecchia’ scuola dell’obbligo vi sia tra gli alunni maschi stranieri una tendenza all’abbandono scolastico per l’avvio al lavoro”. Situazione che non si verifica per gli studenti provenienti da alcuni paesi dell’Africa o dell’Asia dove la donna è ancora in una condizione di subordine rispetto all’uomo. Succede quindi che tra gli alunni provenienti dal Gambia o dalla Libia solo una su tre è femmina, così come avviene per gli alunni provenienti dall’Afghanistan.

Rom: i più discriminati d’Europa

I dati dal rapporto annuale presentato oggi al Parlamento europeo dell’Osservatorio europeo per i fenomeni razzisti e xenofobi (Eumc). A seguire sono i lavoratori immigrati extracomunitari.

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La qualità dell’integrazione scolastica

Il convegno sull’integrazione scolastica è sicuramente il più importante appuntamento per quanti operano nel campo della disabilità sia per la qualità dei contributi scientifici, sia per la quantità dei soggetti che vi partecipano.

Quest’anno il Convegno prevede anche una sessione speciale sull’autismo. La direzione scientifica, come per le precedenti sessioni, è affidata ad Andrea Canevaro e Dario Janes.
La struttura del convegno prevede:
– 3 Sessioni plenarie, programmate per venerdì 11 novembre, sabato 12 novembre e domenica 13 novembre dalle ore 9.00 alle ore 13.00 .
– 77 workshop di approfondimento
– 142 relatori
– Ospiti stranieri
– Spazio aperto agli interventi liberi
– Esposizione di software e materiale didattico
– Crediti ECM
– Enti patrocinatori
– iscrizioni al convegno
77 workshop di approfondimento .
Sia il venerdì che il sabato ogni partecipante avrà la possibilità di scegliere tra due workshop di due ore ciascuno (uno tra le 14.00 e le 16.00 e l’altro tra le 16.30 e le 18.00) o uno di quattro ore (dalle 14.00 alle 18.00).

Gli ospiti stranieri previsti in programma sono:
– Howard Gardner
«Le intelligenze multiple in classe: come individualizzare la didattica»
– Boris Cyrulnik
«Costruire la resilienza: bambini più forti attraverso legami e significato»
– Margot Sunderland
«Raccontare storie aiuta i bambini: il valore educativo e terapeutico della narrazione»

L’iscrizione entro il 4 novembre prevede una quota ridotta.

L’informazione è tratta dalla rivista on line LA TECNICA DELLA SCUOLA