Abbiamo già parlato dell’antropologia linguistica in un precedente post.
Secondo Patrick Boylan le capacità etnografiche sono fondamentali in uno studente di lingue dei giorni nostri.
Obiettivo dell’approccio etnografico è infatti quello di comunicare interculturalmente, di saper entrare in contatto ed adattarsi al modo di esprimersi e al senso che in un’altra cultura si dà alla comunicazione, all’entrare in rapporto, alle parole, alla prossemica, al ridere, al toccarsi, al guardarsi…
Pur non essendo esperti nelle conoscenze formali della lingua, padroneggiare il senso della comunicazione in una cultura infatti permette di instaurare con molta più facilità una relazione autentica con l’altro e, di fatto, permette all’apprendente di entrare in un circolo virtuoso per comprendere anche le ragioni formali di una lingua e quindi la sua struttura.
Scrive Boylan in suo articolo intitolato “Rewriting oneself“:
Per imparare a comunicare interculturalmente in una seconda lingua, sono utili le tecniche narrative ispirate al costruttivismo sociale. Il narratore e l’ascoltatore vengono ricollocati in un nuovo mondo di valori esistenziali. Gli studenti creano personaggi coerenti con la cultura che si sta studiando, quelli con cui possono facilmente identificarsi in brevi narrazioni prodotte in proprio, orali o scritte, che possano recitare in situazioni di vita reale. Attraverso il “rewriting themselves” (riscriversi) gli studenti estendono gli orizzonti di comprensione sia di loro stessi che dei loro interlocutori. Questa capacità di de- e ri- centrarsi, basata su una trasformazione autoindotta della coscienza, è essenziale per una comunicazione efficace in situazioni interculturali. Inoltre l’acquisizione di questa competenza facilita l’apprendimento delle caratteristiche più formali e meccaniche della L2.
© 2003, Patrick Boylan. Paper presented at the 4th annual IALIC conference, “The Intercultural Narrative”, Lancaster University (Department of European Languages and Cultures), 14-15.12.2003.
Consigliamo la lettura dell’intero articolo (solo in inglese, haimé), che propone attività didattiche da svolgere con classi di studenti principianti, intermedi e avanzati. Per raggiungerlo clicca su www.boylan.it, clicca su “ricerca” e cerca “Rewriting oneself”.
Sarebbe interessante incrociare le teorie di questo approccio (che tanto ha ereditato dalla lezione dell’attore e maestro di recitazione K. S. Stanislavskij, basata sull’approfondimento psicologico del personaggio e sulla ricerca di affinità tra il mondo interiore del personaggio e quello dell’attore) e quelle del TLIL, l’insegnamento della lingua attraverso il teratro. Ne uscirebbe senz’altro qualcosa di buono.