Da tempo attendevo il momento giusto per organizzare un’attività con i codici QR, ovvero quei codici a barre quadrati che, letti con lo smartphone mediante specifiche app, rivelano testi, link, immagini, video, ecc. L’opportunità è arrivata quest’estate in occasione di un’attività culturale da organizzare con la mia classe di Italiano 2, ispirata all’EXPO milanese.
Immaginatevi una domenica d’agosto, più di 100 preadolescenti (delle classi di inglese, francese ed italiano 1) che visitano, in gruppi di 4/5 studenti, la vostra classe trasformata per l’evento in un padiglione espositivo del paese rappresentato. Attività di questo tipo sono bellissime, ma potenzialmente molto impegnative e stressanti. Il mio antidoto è coinvolgere il più possibile gli studenti, lasciandoli liberi di definire tutti i dettagli delle attività. Quale occasione migliore per liberare la loro fantasia e giocare con lingua che stanno imparando?
La mia classe di 7 preadolescenti, di diverse nazionalità, ha accolto con entusiasmo l’idea di fare qualcosa con i codici QR. E così, dopo un po’ di sano brainstorming, ha partorito le sue idee: una sorta di caccia al tesoro sulla cultura italiana con i codici QR e una mini lezione di cucina – all’Eataly di Farinetti – in cui insegnare agli studenti-visitatori come preparare la bruschetta!
Ma ritorniamo alla caccia al tesoro con i codici QR. Sapevamo che questa idea avrebbe riscosso successo non fosse altro per il fatto di avere tra le mani, per qualche minuto, il tanto agognato smarphone. La scuola infatti ha una politica molto restrittiva in fatto di uso dello smartphone e dalle classi è bandito ogni sorta di dispositivo (fatta eccezione per i pc dati in dotazione). Questo significava per noi lavorare in ristrettezze tecnologiche e avere a disposizione solo il mio smartphone.
Nonostante ciò i miei ragazzi non si sono lasciati scoraggiare e hanno deciso di impostare così l’attività:
1) buttare giù 6 domande di cultura generale italiana (ho lasciato che fossero loro a deciderle: le potete leggere nella foto qua sotto);
2) trasporre le domande in forma di codici QR;
3) preparare il foglio su cui scrivere le risposte;
4) disporre, in diversi punti dell’aula, le risposte alle domande (gli studenti hanno previsto almeno 4 opzioni di risposta, scritte su cartelloni o in forma di immagini abbinate ad un nome).
Ecco il piano dell’attività: una volta arrivato il gruppo di visitatori, gli studenti avrebbero consegnato loro lo smartphone. Il gruppo, per prima cosa, avrebbe cercato i codici QR da decriptare con il cellulare. Sapendo di poter contare su un numero esiguo di studenti-visitatori (e avendo a disposizione un solo cellulare) i miei studenti hanno deciso di dare più pepe all’attività dispondendo i codici QR in modo casuale e sparso nell’aula, in punti nascosti (sotto un banco, dentro un libro, ecc.); ad ogni codice hanno attaccato un numero, da 1 a 6. Questa disposizione nascosta, a loro parere, avrebbe reso l’attività più sfidante e motivante (e così è stato: gli altri studenti hanno corso da una parte all’altra alla ricerca dei codici QR nascosti!). Una volta decifrato il codice, i partecipanti avrebbero dovuto cercare in aula le risposte alla domanda, da scrivere sul foglio delle risposte.
Ecco un esempio: alla domanda #3 si chiede in quale città è stata inventata la pizza. In un punto dell’aula gli studenti hanno attaccato le foto di 4 città italiane con i rispettivi nomi. Una volta arrivati di fronte a questa “stazione”, contrassegnata con lo stesso numero della domanda, gli studenti-visitatori hanno scritto sul foglio delle risposte il nome della città scelta.
Nel costruire l’attività, avrei potuto fare tutto io: proporre l’argomento, costruire i codici QR, scrivere il foglio delle risposte, cercare le foto, ecc. Ma in questo modo avrei reso il tutto più noioso rispetto alle idee divertenti, giocose ed inaspettate che un gruppo di ragazzini può avere per i propri coetanei. E così, dopo aver deciso in gruppo le domande, ogni studente ha anche scelto di cosa occuparsi: preparare i codici QR, scrivendo le domande sia in italiano che in inglese (quale esercizio migliore per scrivere un po’ e memorizzare, anche grazie alla traduzione con l’inglese, la struttura delle domande in italiano?); scrivere su word il foglio delle risposte, occupandosi della grafica; cercare immagini sul web, salvarle in una cartella, stamparle e preparare i cartelloni delle risposte da attaccare in giro per l’aula.
Per quasi tre ore abbiamo accolto ininterrottamente nella nostra “classe – padiglione Italia” studenti di tutto il mondo, la maggior parte dei quali completamente ignara della lingua e della cultura italiane. L’attività ha visto tanto movimento, tanta condivisione e collaborazione e tanto coinvolgimento da parte non solo dei miei studenti ma anche di chi, a scuola, stava studiando altre lingue diverse dall’italiano.
Che cosa ho imparato da questa esperienza?
- Che troppo spesso sottovalutiamo i nostri studenti, di qualsiasi età essi siano, e accentriamo tutto su di noi, offrendogli in modo passivo attività da noi confezionate;
- Che per costruire un’attività con i codici QR non serve disporre di fanta-tecnologia: un pc collegato ad internet e uno smartphone sono sufficienti (su playstore/applestore trovate numerose app per leggere i codici QR, basta digitare “lettore codici QR”. Per generare i codici QR, noi abbiamo usato questa webapp);
- Che il movimento rende tutti felici, studenti ed insegnanti, e vi fa passare in scioltezza 5 ore di lezione in un afoso pomeriggio estivo.
Soprattutto ho imparato che molti credono ancora che la pizza sia stata inventata a Pisa, ma che tutti amano alla follia la bruschetta (compreso il fotografo di scena che ha immortalato solo questo momento: https://tasis.smugmug.com/2018-Summer-Programs/Second-Session/Middle-School-Program-MSP/World-Expo/i-bKw6brD/A)!
Spero di esservi stata di ispirazione e, come sempre, vi ringrazio per leggermi e seguirmi.
Buon lavoro a tutti/e voi!
PS: provate a leggere il codice QR che è sotto il titolo!
Conosciamo meglio l’autrice dell’articolo…
Silvia Maneschi insegna italiano LS/L2 ed è formatrice di docenti. Dopo la laurea in Lettere Moderne e la DITALS II, parte alla volta della Repubblica Dominicana per sei mesi, diventati poi sei anni. A Santo Domingo, insegna alla Dante Alighieri, all’università iberoamericana UNIBE e privatamente. Appassionata di ricerca qualitativa (si era laureata con una tesi di ricerca sulle pari opportunità, svolta in Svezia), conclude il Master ITALS II con una ricerca azione su Nuove Tecnologie e didattica dell’italiano LS. E’ responsabile della certificazione di italiano CILS per la sede di Santo Domingo. Attualmente vive in Italia, ma collabora con una scuola americana in Svizzera. Da vari anni insegna italiano via Skype e organizza un corso online per docenti di italiano LS/L2 interessati a questa modalità di insegnamento. Su Facebook, amministra il gruppo Insegnare italiano online – Tecnologie al servizio della glottodidattica.
Cari colleghi e colleghe,
a causa di un inconveniente tecnico, al momento non è possibile visualizzare la foto con le domande input della caccia con i codici QR. Nell’attesa che si risolva, ve le propongo qui di seguito:
1) Qual è la capitale d’Italia?
2) Quale marchio è italiano?
3) Dove è stata inventata la pizza?
4) Quante regioni ci sono in Italia?
5) Cosa vuol dire “allora” in italiano?
6) Come si dice “window” in italiano?
Buon lavoro a tutti/e voi!