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"TUDO vale a pena, se a alma NÃO é pequena" Fernando Pessoa

Verso la Turchia…

Carissimi

vi dedico una poesia: Il più bello dei mari, di un famoso autore turco:
Nazim Hikmet


Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.


…. quindi deduco che il più bel post, non l’ho ancora scritto…..

:o)

ci ritroviamo presto; la mia avventura comunque riprende da qui.

www.eulogos.net: interpretare la statistica

Come annunciato nell’articolo relativo al servizio Censor del sito www.eulogos.net, vi propongo la lettura dei dati dell’articolo in questione.

Delle 429 parole scritte, 68, cioè il 15,85%, non appartengono al Vocabolario di Base. Il rapporto tra le parole del V.d.B. e le altre è 1,82.

Sul rapporto incide anche la lunghezza delle frasi, ma in questo caso, 19,50 parole di media, sono una percentuale inferiore a quelle di una frase media italiana, che è di circa 28 parole.

L’indice Gulpease è 51,84, che per un pubblico di lettori con la licenza superiore, risulta facilmente comprensibile.

Come possiamo notare un ostacolo per il calcolo della leggibilit sono i numeri, i nomi propri e geografici come Tullio De Mauro, La Sapienza o Roma, che per la comprensibilit , invece, non costitutiscono ostacoli, perché sono un riferimento culturale comune a tutti noi. Un altro impedimento sono le sigle e le parole straniere: www, @, .txt, .it, windows, censor, gulpease.

Mi rimane solo un dubbio: il significato di PAROLE DIVERSE, categoria nella quale rientrano ben 236 parole del testo, più del 50%.

Proposte di interpretazione?

La lavagna multimediale

preso da www.korazym.org

LAVAGNA ADDIO, ARRIVA QUELLA MULTIMEDIALE

di Marco Fabi/ 21/08/2006

Sta per arrivare una nuova lavagna multimediale interattiva, gi usata in via sperimentale presso alcune scuole elementari, medie e superiori dal nord al sud dell’Italia. E gli alunni si preparano a dire addio ai gessi.

Porter una rivoluzione nel modo di apprendere e fare lezione, connetter insegnanti e studenti in una rete nuova, più dinamica e coinvolgente. Se usata nel modo giusto, aggiungono gli esperti. la nuova lavagna multimediale interattiva, gi usata in via sperimentale presso alcune scuole elementari, medie e superiori dal nord al sud dell’Italia, e che ora potrebbe approdare massicciamente nelle aule italiane. Tramite una penna a due tasti con funzioni simili al mouse di un pc, lo strumento consente di scrivere, disegnare e utilizzare rimandi intertestuali, permettendo di “cambiare foglio” o richiamare una schermata precedente in tempo reale. In pratica l’insegnante collega il proprio computer portatile alla lavagna interattiva (un grande schermo con proiettore o retroproiettato sensibile al tatto) e svolge la lezione con l’ausilio di immagini, animazioni, filmati, clip audio, giochi interattivi, siti web, insomma tutte le possibilit offerte dalla multimedialit informatica. E soprattutto sfruttando i “Learning object”, materiali didattici scaricabili da una “Libreria nazionale virtuale”, contenenti simulazioni interattive e test di valutazione mirati a individuare e colmare specifiche carenze degli alunni.

Viene da chiedersi come cambier la scansione dei ritmi di una classe abituata al rituale del “cancellare la lavagna”, quel tempo di sospensione che segnava il passaggio da un’azione all’altra, da una disciplina e da un insegnante a quelli successivi. E, ancor prima, ci si chiede quale sar il potenziale conoscitivo e produttivo di una classe scolastica dove niente si cancella definitivamente con un colpo di cancellino (a meno di non voler evitare il salvataggio di un documento) e dove l’archivio delle lezioni può essere salvato su qualsiasi supporto informatico (cd-rom, pen drive, dvd etc.) e riutilizzato dagli studenti a casa. Il nuovo mezzo, sembra chiaro, rappresenta la più grande intrusione della tecnologia informatica nei processi di insegnamento e apprendimento di una classe. Dopo il computer, ovviamente, il cui uso dipende però dal singolo studente.

Giorgio Rembado, presidente dell’associazione nazionale presidi, spiega all’ADNKRONOS che “l’aspetto più positivo della lavagna interattiva è quello di favorire una partecipazione diretta degli allievi, di renderli più attivi e motivati. Un fattore fondamentale se si pensa che la maggiore difficolt che il corpo docente deve affrontare è proprio quella di stimolare e mantenere l’attenzione scolastica”. Per il presidente dell’associazione presidi lo strumento è un’innovazione molto positiva, soprattutto “in anni di grande sperimentazione, in cui è più sbagliato che mai restare fermi a strumenti consolidati, ma si deve avere un atteggiamento favorevole all’innovazione tecnologica, senza tuttavia nutrire una fiducia assoluta”.

“Veniamo da anni di grande sperimentazione – racconta Rembado – dove talvolta, dopo i primi tentativi d’uso, la scuola ha abbandonato gli strumenti dell’innovazione ancor prima di vedere i risultati concreti”. Sono osservazioni che ci introducono al cuore della scommessa, che non riguarda solo la diffusione della lavagna, quanto piuttosto la capacit del personale scolastico di sfruttare nel modo più adeguato il nuovo mezzo.

Perchè non bisogna dimenticare che di un mezzo si tratta e che, avverte il prof. Rembado, “avr grande efficacia se i componenti delle classi riusciranno a ‘entrare in collegamentò, a formare una sorta di rete, a trasformare le classi stesse in qualcosa di più simile a dei laboratori”. Per realizzare tale scenario appare fondamentale la padronanza dello strumento da parte dei docenti, un’abilit che forse andrebbe acquisita con modalit nuove “per evitare, come successo in tempi passati, che all’interesse iniziale per i nuovi mezzi segua un loro triste abbandono”, suggerisce ancora il presidente.

La prima cosa che viene in mente quando si pensa alla formazione degli insegnanti sono i famosi “corsi di aggiornamento”, un’espressione che però non piace a molti degli addetti ai lavori. Lo stesso Rembado la considera “un pò usurata, forse eccessiva” o comunque inadeguata, e ritiene “più opportuno introdurre i docenti all’uso del mezzo attraverso simulazioni, esercizi concreti, anzichè corsi teorici generalizzati e generalizzanti, dei quali in passato si è abusato e che spesso hanno causato rigetto. L’insegnante andrebbe affiancato da un tecnico finchè non diventa padrone della nuova tecnologia”.

Se così sar , lo sapremo a partire dai prossimi mesi, visto che l’ingresso della lavagna interattiva è previsto in tanti altri istituti italiani, grazie a uno stanziamento di 15 milioni di euro da parte del vecchio Miur e del ministero per l’Innovazione e le tecnologie. Centonove scuole bolognesi invece, a settembre la riceveranno in dono dalla Fondazione Carisbo, grazie a un finanziamento di circa 5000 euro per esemplare. Studenti e insegnanti delle scuole deputate alla sperimentazione, dovranno anche dire cosa pensano del venir meno di alcune caratteristiche ‘tipichè della vecchia lavagna e che tutti conosciamo. A cominciare dal gesso, che sfumandosi non sempre produce contorni netti. Un particolare che può sembrare pignolo riferire, ma che nell’era della lavagna di pixel sar solo un ricordo nostalgico. Così come sar consegnata al passato la prassi dell’insegnante che prima “scrive alla lavagna” (impiegandoci anche alcuni minuti) e poi spiega, servendosi del testo scritto.

Anche se la lavagna interattiva prevede la possibilit di scrivere e disegnare “alla vecchia maniera” infatti, su di essa saranno visualizzati soprattutto grafici, lucidi e immagini gi pronti (o predisposti dall’insegnante a casa). Potrebbero così sparire quegli attimi tanto preziosi, in cui il prof scrive alla lavagna e gli studenti si scambiano una battuta o un sorriso, oppure lanciano un foglio di carta appallottolata all’insegnate, come suggerisce Antonio, alunno di una scuola media di Bologna in cui da settembre alcune classi sostituiranno la vecchia lavagna con la nuova.

Ma pare che l’insegnante possa restare esposto a scherzi del genere, se non è poi così agile nell’uso del mezzo. “Dall’idea che ci siamo fatti – ride fiducioso Antonio – per capire come funziona la nuova lavagna i professori perderanno molto più tempo di prima, quando dovevano scrivere e basta. Io l’ho vista e mi ha incuriosito molto – continua il ragazzo – si usa come un palmare”.

Lo scenario che viene in mente chiaccherando con il giovane studente bolognese è un pò diverso da quello dipinto dalle presentazioni grafiche della lavagna, fatte per i docenti, in cui le classi del progresso sono popolate da alunni zelanti, perfettamente attenti al loro insegnante giovane e dinamico, con sullo sfondo la lavagna interattiva. Forse la scuola corre il «rischio» (in realt sarebbe il miglior punto di partenza) che gli studenti sappiano servirsi della lavagna interattiva con rapidit e disinvoltura sin dai primi giorni di sperimentazione. E che non sia più il docente ad avere una maggiore padronanza dei mezzi della didattica. Lo vedremo. Ma questa sì che sarebbe una rivoluzione.

www.eulogos.net

Ovvero: quanto la statistica può aiutare nello studio della lingua italiana.

www.eulogos.net è un sito che offre un servizio gratuito chiamato CENSOR, molto utile per noi insegnanti, e che si può rivelare fondamentale soprattutto per chi, lavorando nella Scuola, tratta argomenti disciplinari in lingua italiana a studenti appena inseriti nella realtà scolastica e soprattutto nel microcosmo di una classe già rodata.
Di cosa si tratta?
Il sito offre la possibilità di calcolare la leggibilità secondo gli indici Gulpease di qualsiasi testo, anche di grandi dimensioni.
Cos’è la leggibilità? E cosa sono gli indici Gulpease?
Andiamo per gradi. Prima di tutto non si può parlare di leggibilità tralasciando il concetto di comprensibilità. Entrambe sono, in realtà, fondamentali per la comprensione di un testo, ma riguardano sfere diverse. Per praticità partiamo dalla comprensibilità. Questo concetto è legato al contenuto di un testo, alla sua coerenza e coesione, alla sintassi e alla morfologia. Al registro e quindi allo stile. La leggibilità, invece, concerne la struttura più superficiale e si può quantificare attraverso calcoli incrociati tra la lunghezza delle parole, la lunghezza delle frasi e dei periodi.
Gulpease è uno dei parametri alla base del calcolo della leggibilità di Eulogos. Questo indice è stato elaborato alla fine degli anni 80 presso l’Istituto di Filosofia dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”. Esso permette di calcolare un valore numerico, da 0 a 100, che a seconda della competenza dell’ipotetico lettore, assume una interpretazione diversa: più è alto e maggiore è la leggibilità del testo, ma se il lettore è altamente scolarizzato quel valore, nella scala della leggibilità, assume una diversa interpretazione.
Ma il servizio CENSOR va ancora più nel dettaglio. Il suo indice di leggibilità, infatti, è confrontato anche con il Vocabolario di Base di Tullio de Mauro, che contiene circa 7500 parole divise in Vocabolario fondamentale, di alto uso e di alta disponibilità.
Questo tipo analisi è fondamentale per capire le difficoltà degli studenti italiani e stranieri che hanno a che fare con i testi disciplinari. Può essere inoltre una guida nella scelta dei materiali autentici che vogliamo portare in classe per far lavorare i nostri studenti.

Per il calcolo della leggibilità sul server di Eurologos, bisogna inviare una mail al seguente indirizzo censor.server@eulogos.net, senza scrivere nulla né nel corpo della mail, né nell’oggetto, allegando semplicemente qualsiasi testo in formato .txt (il blocco note, negli accessori di windows).

La risposta è quasi simultanea.

E mentre vi rimando al sito www.dueparole.itper aver un esempio di testi scritti secondo questi parametri, vi rimando ad un prossimo post con la leggibilità di questo articolo, che mi sono interessata di calcolare previamente.

Tutti a Lisbona nel 2010

Le scuole europee hanno un appuntamento da non mancare: Lisbona 2010.

Non so quanto se ne parli in giro, eppure il progetto sembra camminare abbastanza bene e le proposte interessanti.

A Lisbona si torna dopo 10 anni (il primo incontro risale infatti al 2000), con tante speranze, la prima: aver raggiunto gli obiettivi; è per questo che uno dei leit-motiv è proprio ADOTTA UN OBIETTIVO!
Ma di cosa si tratta? Il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca lo definiscono così:

CHIAVI IN MANO PER L’EUROPA DEL 2010. Campagna di informazione promossa dal Ministero della Istruzione, Universit e Ricerca – Direzione Generale Affari Internazionali e co-finanziata dalla Commissione Europea a favore delle politiche scolastiche orientate al raggiungimento entro il 2010 del suo obiettivo strategico: “Divenire l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. (Consiglio Europeo – Lisbona 23/24 marzo 2000)

Tutto questo ha a che fare con l’insegnamento?

Ma certo! E alla fine si spera di esser riusciti a:

Migliorare la qualit e l’efficacia dei sistemi di istruzione e
di formazione dell’Unione Europea

Migliorare la qualit e l’efficacia dei sistemi di istruzione e
di formazione dell’Unione Europea

Aprire i sistemi di istruzione e formazione al resto del mondo

I parametri di riferimento sono i seguenti:

•Abbandoni scolastici: Entro il 2010, nell’UE si dovrebbe pervenire ad una percentuale media non superiore al 10% di abbandoni scolastici prematuri
•Matematica, scienze e tecnologie: Il totale dei laureati in matematica, scienze e tecnologie nell’Unione europea dovrebbe aumentare almeno del 15% entro il 2010 e al contempo dovrebbe diminuire lo squilibrio tra i sessi
•Completamento del ciclo di istruzione secondaria superiore: Entro il 2010, almeno l’85% della popolazione ventiduenne dell’Unione europea dovrebbe avere completato un ciclo di istruzione secondaria superiore
•Competenze di base: Entro il 2010, la percentuale dei quindicenni con scarse capacit di lettura dovrebbe diminuire nell’Unione europea almeno del 20% rispetto al 2000
•Apprendimento lungo tutto l’arco della vita: Entro il 2010, il livello medio di partecipazione all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita dovrebbe attestarsi nell’Unione europea almeno al 12,5% della popolazione adulta in et lavorativa (fascia di et compresa tra 25 e 64 anni)

Ci sono inoltre Piani di Azione Regionale, per sensibilizzare ed informare le scuole (personale e studenti), ma anche per dar luogo concretamente a delle iniziative.
In questo senso si muove il concorso video, aperto alle scuole italiane di qualsiasi ordine e grado.

Sono passati ben 6 anni. A che punto siamo?

Invito i colleghi della scuola dell’obbligo a riportarci la propria esperienza.

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Gardner, la PNL e gli studenti…e gli studenti?

Nel post di oggi cercheremo di approfondire l’argomento lanciato nel post precedente, occupandoci di noi come insegnanti e di riflesso e conseguenza degli studenti. Eh, sì, perché sono loro i protagonisti e nostra quotidiana preoccupazione ed obiettivo e perché anche noi insegnanti abbiamo uno stile cognitivo personale ed è giusto far partire l’analisi proprio dai sottoscritti. Chi accetta la sfida, si allacci pure le cinture di sicurezza, perché si parte!!

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Howard Gardner e la Programmazione NeouroLinguistica (PNL)

L’articolo su Howard Gardner di ildueblog e l’interessante link all’articolo di Paolo Torresan mi hanno fatto tornare in mente delle letture passate che per l’occasione rispolvero con piacere.

Sto parlando dell’articolo di Barbara De Angelis: “Programmazione Neurolinguistica (PNL) – un’alternativa all’insegnamento della lingua seconda?” e di quello di Sandra Gracci: “Linguistica acquisizionale e glottodicattica“, Periodico In.It, n°13, pp. 14-18.

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PO PO PO PO PO POOOOOO

L’Italia vince i Campionati Mondiali di Calcio e non si può rimanere insensibili alla cosa… eh no! D’altronde la data di ieri, 9 luglio, passa alla storia…
Ieri notte ho rischiato di brutto: imbottigliata nel traffico rientrando a casa, grazie a dei concittadini invasati, ebbri, contenti MA disordinati… ma almeno posso dire che IO C’ERO, e la foto ne è una minima testimonianza.
A me, però, uno dei ricordi più belli lo ha lasciato il Presidente Prodi stasera: ascoltando l’Inno Nazionale, suonato dalla Banda dei Carabinieri, il nostro Primo Ministro accompagna il passaggio dalla prima alla seconda strofa con un vistoso POROPòM POROPòM POROPòM POM POM POM….
Esilarante!!!
Colgo l’occasione, cari colleghi, per suggerirvi
1) un neologismo di stampo sudamericano, dove ci chiamano “tetracampioni
2) di tenere sotto controllo gli striscioni, che per me rappresentano un patrimonio intanto da scoprire e poi da salvaguardare… ci offrono uno spaccato di lingua viva che raramente osiamo portare in classe, che inoltre rappresenta quanto di più spontaneo, ironico e caratteristico della cultura di un popolo, che davanti alla sfera rotante dimentica ogni male e si infervora dagli Appennini alle Alpi.
Ed infine una chicca, uno striscione magistrale che dedico a tutti quelli che stasera stanno a rosicà: NOI AL CIRCO MASSIMO, VOI MASSIMO… AL CIRCO

Concludo con una foto scattata, proprio come la vedete, a ildueblog, che da tifoso sfegatato festeggia la vittoria degli azzurri.
Con questo mi congedo per una settimanella
ll*

PO PO PO PO PO POOOOOOOOOOOO
PO PO PO PO PO POOOOOOOOOOOO
PO PO PO PO PO POOOOOOOOOOOO

Categoria – IIC – Davvero NON CI RESTA CHE PIANGERE…

Sono recentemente usciti due bandi di concorso per titoli per lavorare come insegnanti di italiano, con contratto di formazione di un anno (+ 1), in due Istituti Italiani di Cultura: quello di Marsiglia (scaduto il 15 giugno) e quello di Barcellona (che scadrà il 15 luglio, messaggio di servizio questo!).
Vi propongo, piuttosto perplessa, un confronto tra i due.

Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia

Bando Pubblicato su Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 4a Serie Speciale anno 147 n. 41 del 30 Maggio 2006

ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI MARSIGLIA

CONCORSO (Scadenza il 15-06-2006) – Avviso di selezione per il reclutamento di un laureato
in lettere o lingue e letterature straniere

L’Istituto italiano di cultura di Marsiglia, ai sensi del comma 3, art. 1, legge 3 agosto 1998, n. 296, indice una selezione per il reclutamento di un laureato in lettere o lingue e letterature straniere da destinare ai corsi di lingua italiana organizzati da questo Istituto italiano di cultura in Marsiglia.
1)Numero degli incarichi disponibili: uno.
2)Requisiti per la presentazione della domanda: a) possesso della laurea italiana in lettere o lingue e letterature straniere con votazione non inferiore a 110/110; b) essere di madrelingua italiana;c) buona conoscenza di una delle principali lingue straniere da documentare con apposita certificazione rilasciata da universita’, istituto o enti autorizzati al rilascio di certificazioni linguistiche.
3) Titoli preferenziali (da documentare con apposita certificazione): a) aver prestato servizio come insegnante di italiano come lingua seconda; b) dottorato di ricerca in linguistica, glottologia o glottodidattica; c) frequenza di corsi di formazione, specializzazione o perfezionamento in didattica dell’italiano come lingua straniera o lingua seconda; d) aver svolto attivita’ di ricerca in materie letterarie press istituti, dipartimenti universitari, centri di studio, biblioteche ed archivi; e) aver avviato le pratiche di omologazione del titolo di studio universitario in Francia.
4) Modalita’ di selezione: i titoli saranno valutati da una apposita commissione nominata dal capo della rappresentanza diplomatica.
5) La commissione stabilira’ una graduatoria provvisoria per i primi venti candidati e provvedera’ a convocare i primi dieci per sottoporla ad un colloquio attitudinale al fine di stilare una graduatoria definitiva nell’ambito della quale il primo candidato in seguito sara’ comunque assunto con un contratto secondo le norme della legge locale.
6) Durata del contratto: il contratto avra’ la durata di un anno scolastico e con un periodo di prova iniziale di tre mesi e verra’ registrato secondo le norme della legislazione francese vigente. In nessun caso si configurera’ un rapporto di dipendenza con il Ministero degli affari esteri italiano.
7) Retribuzione mensile lorda: euro 1.650,00 (a detta retribuzione verranno applicate le trattenute previdenziali, assistenziali e assicurative e IRPEF stabilite dalla legge locale), oltre all’abbonamento alla locale rete di trasporti di Marsiglia.
8) Sede di lavoro: Marsiglia.
9) Le domande, corredate dal curriculum vitae et studiorum, dovranno pervenire esclusivamente per raccomandata a: Istituto italiano di cultura, 6 rue Fernand Pauriol, 13005 – Marsiglia, entro e non oltre il 15 giugno 2006, specificando sulla busta «Avviso selezione n. 296/98».

Istituto Italiano di Cultura di Barcellona

AVVISO DI SELEZIONE PER IL RECLUTAMENTO DI LAUREATI IN LETTERE O LINGUE E LETTERATURE STRANIERE

L’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona, ai sensi della Legge n°296 del 3 agosto 1998, e successive modificazioni e integrazioni, indice una selezione per il reclutamento di n°5 (cinque) Laureati in Lettere o Lingue e Letterature Straniere da destinare ai corsi di Lingua e Cultura Italiane organizzati da questo stesso Istituto Italiano di Cultura in Barcellona.
1) I posti disponibili, fino a un massimo di cinque, verranno assegnati in base al numero degli iscritti ai corsi di lingua;
2) Requisiti per la presentazione della domanda: a) possesso della laurea in Lettere o Lingue e Letterature Straniere (da documentare allegando il certificato di laurea con gli esami sostenuti) con votazione non inferiore a110/110, conseguita, al momento dell’assunzione, negli ultimi quattro anni accademici (a partire dal mese di settembre 2002); b) buona conoscenza di almeno una delle principali lingue europee da documentare con apposita certificazione rilasciata daUniversità, Istituti o Enti autorizzati al rilascio di certificazioni linguistiche.
3) Saranno considerati titoli preferenziali: a) l’aver conseguito un dottorato di ricerca post-laurea in linguistica e glottodidattica; b) l’aver svolto attività di ricerca in materie letterarie presso Dipartimenti Universitari, Istituti, Centri di Studi, Biblioteche ed Archivi di Stato; c) l’aver prestato servizio come insegnante di italiano come lingua seconda presso Dipartimenti Universitari, Istituti, Centri di Studi, Biblioteche e scuole; d) una buona conoscenza dello spagnolo da documentare con apposita certificazione rilasciata da Università, Istituti o Enti autorizzati al rilascio di certificazioni linguistiche; e) una buona conoscenza del catalano da documentare con apposita certificazione rilasciata da Università, Istituti o Enti autorizzati al rilascio di certificazioni linguistiche. f) l’aver svolto un tirocinio presso istituzioni del Ministero degli Affari Esteri all’estero o in Italia. Tali titoli e/o esperienze professionali dovranno essere documentati con apposita certificazione
4) Modalità di selezione: i titoli saranno valutati da una commissione appositamente nominata dal Capo della rappresentanza diplomatica consolare.
5) La Commissione stabilirà una graduatoria provvisoria dei candidati che risulteranno idonei. I primi cinque saranno assunti con un contratto di formazione ai sensi della legge locale per un periodo di un anno rinnovabile una sola volta. È previsto un periodo di prova di 3 (tre) mesi.
6) Durata del contratto: il contratto avrà la durata di un anno. Esso potrà essere eventualmente rinnovato una sola volta per un secondo anno a discrezione dell’Istituto, tenuto conto delle sue esigenze, nonché delle pregresse prestazioni professionali. In nessun caso si potrà configurare un rapporto di dipendenza con il Ministero degli Affari Esteri Italiano.
7) Sede di lavoro: Barcellona.
8) Le domande, corredate dal curriculum vitae, dovranno pervenire all’Istituto Italiano di Cultura, Ptge. Méndez Vigo, 5 ‘ 08009 BARCELONA entro e non oltre il 15 luglio 2006. A tal fine farà’ fede la data del timbro postale.
La domanda e il curriculum potranno essere anticipati anche per via fax al N: 0034 93 4870517 o per posta elettronica all’indirizzo e-mail: archivio.iicbarcellona@esteri.it (gli interessati in entrambi i casi potranno chiedere e ottenere per e-mail la conferma dell’avvenuto ricevimento e protocollo nell’Archivio dell’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona).

Entrambi i bandi riportano praticamente le stesse informazioni.
Mi fanno riflettere i titoli preferenziali considerati come tali (punto 3), che nel bando di Marsiglia riguardano soprattutto l’esperienza e poi gli studi inerenti la linguistica e la glottodidattica. L’esatto contrario avviene nel Bando di Barcellona, che colloca al primo posto il conseguimento di un Dottorato. La cosa mi lascia piuttosto perplessa, perché aver conseguito un Dottorato entro i 4 anni dalla Laurea mi sembra quasi da Guinness!
C’è comunque una cosa che mi fa saltare i nervi in entrambi i bandi. Per quanto riguarda l’Istituto di Marsiglia, mi chiedo perché non sia inicato anche l’importo netto, ma quello che veramente mi indigna è, nel Bando di Barcellona, la totale assenza di una indicazione circa lo stipendio che si percepirà. Sapere quanto si andrà a guadagnare è un diritto. Ma il punto 7), che nel Bando di Marsiglia lo riporta, in quello di Barcellona non segnala più lo stipendio, ma la sede di lavoro (non sia mai ci sia un altro Istituto in provincia di Barcellona!). Beh, che dire? Ottima trovata! L’ostacolo è stato evitato magistralmente, ma per quale motivo? Eppure la legge, a cui i Bandi devono far riferimento, fornisce delle indicazioni piuttosto chiare, (che l’IIC di Marsiglia osserva, almeno questo ricononosciamoglielo), ma che non riferisco (ehi voi! aspiranti professori con contratto di formazione: svegliatevi!).

Ad alcuni candidati che ho sentito, che hanno inviato la documentazione anche per l’IIC di Marsiglia e che tenteranno anche a Barcellona, il fatto non è sfuggito e la solita conclusione, ma dai!, è che sicuramente l’importo sarà inferiore, ma di quanto però?
Tutto questo non è giusto, è una vergogna, soprattutto perché nessuno se ne lamenterà, nessuno griderà allo scandalo e perché, alla fine, è sempre comunque meglio venire assunti… ed in un certo senso… ma chi vi biasima! Però ragazzi svegliamoci o continueranno a metterci la testa sotto i piedi e avranno anche l’autorizzazione a calpestarla, proprio come avrebbero permesso a Savonarola, Mario e Saverio in Non ci resta che piangere…

P.S. Ma perché mai dover far sbattere i nostri studenti sull’uso e differenza delle preposizioni IN (con il paese) ed A (con le città), se poi in un documento ufficiale tutti nostri sforzi vengono annientati? Citando dal Bando: corsi di Lingua e Cultura Italiane organizzati da questo stesso Istituto Italiano di Cultura in Barcellona”. Ma di quale varietà di lingua italiana si sta parlando???

"ildue chiacchiere con…" – Lorenzo Rocca, Università per gli Stranieri di Perugia

All’Università per Stranieri di Perugia si possono contattare molte persone interessanti, diverse da noi per nazionalità, madrelingua ma anche semplicemente per i contesti di lavoro. Tra queste Lorenzo Rocca, uno degli insegnanti che, nella parte a distanza del Master in Didattica dell’Italiano lingua non materna, è stato maggiormente apprezzato. Conoscere di persona e poter dialogare con chi a distanza abbiamo condiviso un percorso non sempre facile, è un grande piacere. Lorenzo, che a 34 anni ha già maturato diverse esperienze nell’ambito della didattica dell’italiano L2, si è dimostrato molto disponibile allo scambio ed ildueblog è felice di inaugurare con lui gli appuntamenti de “ildue chiacchiere con…”.
La prima curiosità (sapere come Lorenzo fosse arrivato al Master) ha subito rivelato un particolare decisamente importante: come primo lavoro, nonché principale fonte di guadagni, Lorenzo non insegna, ma fa il consulente per un’importante gruppo bancario italiano: Ho famiglia dice (due splendidi bambini di 4 e 2 anni N.d.R.). Ma ha ovviamente anche lui un passato da studente presso la Stranieri: nel 2000 infatti si è iscritto alla Scuola di Specializzazione (che dal 2004 si è trasformata nel Master di cui sopra) e che gli ha permesso di iniziare una collaborazione continuata come insegnante: < < Finita la Scuola di Specializzazione ho iniziato a collaborare con l’Università per Stranieri regolarmente, all’inizio con i corsi estivi, quelli trimestrali, poi con quelli intensivi invernali. E visto le mie competenze, mi sono stati affidati i corsi di microlingua giuridica ed economica per gli studenti Erasmus >>
Chiacchierando scopro che nel 2003 ha vinto un assegno di ricerca per approfondire la tematica dell’e-learning, che è stato il trampolino di lancio verso il tutoraggio nella parte a distanza del Master. E’ entusiasta quando ne parliamo, concordiamo sul fatto che i moduli in e-learning siano stati faticosi sia come studente sia come insegnante: < < Sentivo regolarmente Adriana attraverso Skype (Adriana è la Tutor che insieme a Lorenzo si è occupata del modulo “Interazione in classe”, ognuno aveva il suo gruppo di studenti N.d.R.). Cercavamo di condurre il lavoro parallelamente, ci siamo spesso consultati, ci è piaciuto molto il confronto tra colleghi e con voi ragazzi, avete lavorato sodo >>.
Attualmente è alle prese con un progetto molto interessante: ha appena vinto un assegno di ricerca, che gli permetterà di occuparsi di un progetto per l’elaborazione della descrizione del livello A1 del Quadro Comune di Riferimento Europeo. In Italia, infatti, è possibile certificarlo solamente presso l’Università di Siena, con l’esame PRE-CILS. < < La CELI parte dal livello A2 e abbiamo avvertito anche noi la necessità di certificare il livello A1, che è diventato sempre più necessario sotto il profilo lavorativo per gli immigrati, vista l’ondata di extracomunitari che arrivano nel nostro paese >>. Quando gli chiedo cosa attesti il livello A1, mi risponde chiarendo che < < (…) il livello A1 non certifica il raggiungimento di un livello, quanto l’inizio di un percorso di scolarizzazione. E’una certificazione che ha più che altro una spendibilità sociale e che può compensare delle carenze che uno studente ha nella sua madrelingua >>.

Prima di lasciare Lorenzo, che ho sottratto dal congresso “Un mondo di italiano” in svolgimento alla Stranieri, gli ho chiesto dei consigli per noi corsisti ancora alle prese con i moduli in presenza: < < Osservare i colleghi in classe, variando i livelli e gli insegnanti, conoscere e testare vari manuali e cercare di crearsi una propria linea di insegnamento, sempre in evoluzione, a seconda degli studenti, del livello e degli obiettivi del corso >>.

Se ripensa a quando ha iniziato a lavorare, si sente di consigliare alle future leve, e non solo, di imparare dai nostri errori: < <(…) evitare di parlare troppo, di essere noi i protagonisti delle lezioni, ma di cercare di coinvolgere la classe. Quando si insegna non si deve mai dare nulla di scontato, la ridondanza può sembrarci fuori luogo e noiosa ed invece è un modo per far arrivare i contenuti agli studenti. (…) >>.
Ecco appunto, parliamo di studenti: voglio sapere quali sono i luoghi comuni più frequenti che ha riscontrato tra gli stranieri su noi italiani: < < Pensano che gli italiani siano pigri, svogliati e che sia, più che altro, un atteggiamento calcolato >>.
Cerco di carpirgli qualche dritta sul lavoro e riesco a strappargli qualche suggerimento per portare un po’ di materiale autentico in classe: Fiorella Mannoia e Enzo Jannacci. < < Una scena di Caruso Pascoschi per l’imperativo informale, quello con il TU >>.

La conversazione è stata piuttosto interessante e volge alla fine; insieme torniamo verso l’Università. Lorenzo ha esperienza ed umiltà e lo ho ascoltato volentieri. Mi ha colpita molto il fatto che nonostante la sua passione e dedizione, non svolga questo lavoro come attività principale: non riuscirebbe a vivere solo con l’insegnamento, con una famiglia da mantenere. Inoltre aggiunge: < < In questo campo bisogna subito avere le idee chiare: bisogna capire se si è votati per la ricerca o per l’ insegnamento>>.

Eppure lui mi sembra riuscire bene in entrambi!