Roccia vulcanica che presenta grandi cristalli di feldspato dispersi in una pasta di fondo, in genere dura e molto resistente alle sollecitazioni meccaniche.
E non capisco il perché, la scuola è diventata “Buona”, c’è stato un fantastico concorso e anche noi invisibili insegnanti per stranieri siamo stati riconosciuti (ma non conosciuti visto che hanno costruito la stanza ma lasciato le porte chiuse) e soprattutto ora tutti noi potremo partecipare al grande concorso per essere eletti miglior insegnante d’Italia.
Andata online a fine marzo 2016, la piattaforma didattica www.321via.ch offre, all’insegnante e all’apprendente di italiano L2/LS, una trentina di moduli didattici, ognuno contenente dai 3 ai 9 esercizi interattivi basati su materiali autentici tratti dai media.
Prendendo spunto (e parti di testo) dall’interessantissimo saggio di Paola Celentin e Graziano Serragiotto dal titolo Didattica Dell’italiano In Prospettiva Interculturale, ecco alcune riflessioni su come trattare la cultura nella classe di lingua.
Secondo la prospettiva pragmatico-culturale di Jerome Bruner (La cultura dell’educazione, 1997), apprendere una lingua significa anche apprendere i modelli culturali collegati alla lingua in oggetto. Ognuno di noi infatti, per interagire efficacemente ed essere parte integrante di un sistema sociale, deve possedere non solo una buona padronanza linguistica ma anche una buona competenza socio-culturale della cultura di appartenenza. Secondo Bruner la cultura si interiorizza nella mente dell’uomo sotto forma di regole mentali che svolgono un ruolo di guida nell’interazione uomo-ambiente. Queste regole mentali sono a loro volta condivise e seguite dai membri di una determinata società. La comunicazione dunque può avvenire perché fra i membri di una stessa comunità esistono aspettative linguistico-culturali reciproche (nel senso che ogni membro della comunità si aspetta delle precise risposte all’interno di un determinato contesto sociale).
Dopo un periodo di blocco, dovuto a vari motivi che interessano poco ai più, il blog è di nuovo operativo.
Torniamo con una nuova categoria di articoli, chiamata “Studenti”. Testimonianze sulle ragioni dell’amore degli stranieri verso la nostra lingua.
Cominciamo con Elena, che ha cominciato a studiare l’italiano a Izhevsk, fredda cittadina a noi probabilmente sconosciuta, sotto agli Urali. Continua a leggere→
Tutti gli indizi sembrano portare a Torino: è lì, infatti, che agli inizi degli anni Duemila sarebbe nata la famigerata «apericena», una di quelle espressioni che vengono definite «parole macedonia» e che faticano a piacerci.
Oggi la raccolta di #paroleorrende (l’hashtag sta a significare che la cura non può che essere omeopatica) impegna su Facebook molte persone, che – in una specie di trance agonistica – propongono ciascuna le proprie parole-tabù, le bestie nere, le espressioni-orticaria. Il Fatto quotidiano fa le sue riflessioni, che vi invitiamo a leggere. Se poi volete contribuire, siamo qui. Basta che poi non ci invitate a un orrido “apericena”…
Anche nella didattica delle lingue la tecnologia ha un ruolo e un impatto sempre maggiore. Ci sono però spesso problemi strutturali, tecnici, ma soprattutto legati a una mentalità ancora poco disposta ad accettare l’utilizzo del digitale in classe. Ecco 5 affermazioni da sfatare su questo argomento sempre più attuale.
Quanti conoscono questa attività didattica?
Quanti pensano di saperla fare?
Quanti si sentono insicuri?
Si è svolto nelle scorse settimane il 21° seminario Dilit, interamente dedicato alla Ricostruzione di conversazione, attività didattica potentissima che si è costruita negli anni grazie alle intuizioni di Christopher Humphris e agli apporti e alle sperimentazioni continue degli insegnanti della Dilit IH di Roma, la scuola in cui è letteralmente nata e cresciuta.
Luciano Mecacci è uno psicologo italiano. È stato professore ordinario di psicologia generale presso la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze e ricercatore dell’Istituto di Psicologia del CNR di Roma. Ha lavorato nell’Istituto di Psicologia di Mosca, nel Laboratorio di Neurofisiologia del CNR di Pisa e nel Laboratorio di Psicologia Sperimentale di Parigi.
Studioso dell’opera di Lev Vygotskij, ha curato nel 1990 la prima traduzione mondiale integrale dal russo del libro “Pensiero e linguaggio”, e sta curando una edizione critica del testo originale russo.
Questa è soltanto una tra le numerose interviste rilasciate dal Professor Mecacci e reperibili su youtube.
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