Come scrivevamo in un post dedicato al muro eretto a Padova per arginare la criminalità di un quartiere a fortissima immigrazione, i muri stanno tornando di moda nel mondo. Non più, come una volta a Gorizia, a Cipro, a Berlino, per arginare fughe, quanto al contrario per impedire gli ingressi.
Gli Stati Uniti, il più grande paese del mondo non potevano che fare le cose in grande anche in questo settore, dimostrando tutta la loro imperiosità . Per non voler essere da meno del muro di Gerusalemme iniziato nell’agosto del 2002 (non se la prenda il sindaco di Padova Flavio Zonato, ma non crediamo che Bush abbia pensato a lui) il Presidente USA ha autorizzato la costruzione di un muro lungo oltre 1.000 chilometri alla frontiera con il Messico per bloccare l’immigrazione clandestina dal centro e sud america. Così il Sole 24 ore:
Con la firma del decreto che autorizza la costruzione del muro di 700 miglia (circa 1.126 chilometri) alla frontiera con il Messico, il presidente George Bush fornisce ai repubblicani uno strumento per sottolineare, in piena campagna per le elezioni di mezzo termine del 7 novembre, il loro pugno duro nei confronti dell’immigrazione clandestina. Dopo mesi di discussione alla Camera dei Rappresentanti, la costruzione del muro che copre un terzo della frontiera è stata approvata al Senato di Washington lo scorso 29 settembre, con 80 voti contro 19, con diversi voti a favore dei democratici in minoranza.
Il presidente del Messico, Vincente Fox, che passerà ¡ le consegne il prossimo 1 dicembre a Felipe Calderon, ha passato gli ultimi sei mesi del suo mandato presidenziale a trattare con la controparte americana per ottenere un nuovo programma per l’immigrazione, chiedendo il riconoscimento della cittadinanza per i milioni di messicani che lavorano negli Usa da irregolari. E, senza mezzi termini, Fox ha parlato di «muro della vergogna».
PS: Non solo i “grandi” sono alla ricerca di primati. Anche qui da noi c’è la gara della stupidità . In stile italiano però, condita di innovazione e diversificazione. Nella ridente Schio è stato infatti realizzato il primo “fossato anti-nomadi”, lungo 200 metri, largo uno e profondo 70 cm. Lo ha voluto la giunta di centrosinistra, come di centrosinistra è quella di Padova, dopotutto. Chissà perché viene in mente un vecchio refrain di morettiana memoria: Continuiamo così, facciamoci del male!
Caro Gabriele, capisco il tuo punto di vista. Ma non ti pare che la costruzione di un muro rappresenti una sconfitta della politica, della mediazione, della cultura del dialogo? Un muro non fa che amplificare le divisioni, segnare la diversità come una distinzione tra bene e male.
Un muro è più che altro un simbolo, un simbolo orribile di chiusura perché nessun muro fermerà l’emigrazione di chi viaggia verso la speranza.
Quanto a “chi ci vive”, vorrei parlare con gli imprenditori, che senza la manovalanza a basso prezzo sudamericana non avrebbero potuto arrivare dove sono.
Forse la gente che vuole queste barriere non ne vuole proprio piu’ sapere di quello che il muro potrebbe togliergli. Magari vivendo in quella zona non si farebbero questi discorsi generalistici.