Operazione trasparenza

Il quarto governo Berlusconi sarà ricordato per moltissime cose nei libri di storia, sicuramente non per quelle di cui stiamo per scrivere.

PUBBLICITÀ DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

Qualche tempo fa su questo blog ci siamo interessati della pubblicità dei bandi di concorso nei Centri Linguistici di Ateneo. Criticavamo il fatto che i bandi, nell’era di internet, potessero essere ritenuti pubblici anche solo se affissi alla bacheca dell’istituzione. E che quindi molte università non pubblicassero i loro bandi sul loro sito.

Abbiamo cercato, con i tempi e con i ritmi consentitici dal pagamento mensile di vitto e alloggio, di andare a dare un’occhiata più da vicino alla questione.

Siamo molto felici di comunicare che ci eravamo sbagliati, parzialmente. Ossia, eravamo nel giusto sostenendo che alcune università non pubblicavano il bando sul sito web istituzionale. E di questo siamo sicuri sia per esperienza oculare diretta che per il fatto che la stessa esperienza ci è stata raccontata da altri lettori. Eravamo invece e fortunatamente in errore quando sostenevamo che l’obbligo di pubblicità può essere assolto solo affiggendo nella bacheca (c’eravamo fidati ingenuamente di un dirigente amministrativo di una segreteria didattica).

La bella notizia è che dal 1 gennaio 2011 l’affissione nella bacheca dell’istituzione NON è sufficiente a garantire i requisiti di pubblicità, che invece sono soddisfatti dalla pubblicazione nell’albo pretorio on line di cui ogni istituzione, comprese le università si devono dotare. Ciò in parole più semplici significa che se il bando non è stato affisso on line l’università commette un illecito.

Cosa sono gli albi pretori? In sostanza sono una bacheca telematica dove trovate tutto quello che prima trovavate affisso alla bachechina col tappetino verde nel corridoio del dipartimento. Per la verità io mi aspettavo di trovare un sito web unico, ad un unico indirizzo, ma sono stato deluso. Almeno per quello che riguarda le università. Mentre, per esempio, per il Comune di Roma esiste un unico sito, per molte università non sono riuscito a trovarlo. Ipotizzo quindi che l’albo pretorio non consista di una sola pagina web, ma di molte organizzate tematicamente, per esempio “Bandi e gare”, “Concorsi”, “Collaborazioni co.co.co”, “Borse di studio” ecc. Se questa mia supposizione è giusta, per esempio la sezione “Lavora a Ca’ Foscari”  del sito istituzionale dell’ateneo veneziano dovrebbe funzionare come albo pretorio (ripeto, è una mia supposizione, sarà benvenuta qualsiasi smentita o precisazione).

Peccato però! Sarebbe stato più comodo accedere a tutti i documenti da una unica pagina. Questa esigenza in effetti deve in qualche modo essere stata sentita anche dalle istituzioni perché alcuni enti hanno cercato un modo di proporsi al pubblico con un’unica bacheca elettronica e hanno stipulato delle convenzioni con una società che offre un servizio di pubblicazione a norma di legge. Alcune università hanno fatto lo stesso. Questo link  vi mostra il sito della società privata con cui tali università italiane hanno stipulato un servizio di convenzione. Anche il testo della convenzione è on line  e leggendolo se ne deduce che la resposabilità dell’aggiornamento del sito dell’ente è responsabilità dell’ente stesso che vi accede tramite una sua password.

Anche Ca’ Foscari ha stipulato questa convenzione con questo sito e allora siamo andati a vedere quello che c’è pubblicato alle sezioni “Concorsi e Selezioni” e “Incarichi e collaborazioni”. Nulla. Strano, perché invece nel sito istituzionale della stessa università ci sono diversi bandi riconducibili a queste due categorie. Questo secondo noi non va bene, perché crea confusione. Se in Google metto “albo pretorio Ca’ Foscari” esce proprio il sito di questa società, controllo, vedo che non c’è nessun bando e passo oltre. Poi però scopro che invece il bando c’era, pubblicato da un’altra parte  e magari era interessante per me. In questo modo la difficoltà di accesso ai documenti che prima era di natura logistica ritorna sotto forma di confusione dell’organizzazione delle informazioni. Il che apre a possibili ricorsi amministrativi.

Ma comunque, fino ad ora possiamo di certo acquisire al positivo del ministro Brunetta di aver messo nero su bianco che chi non pubblica on line è fuori legge. Anche se poi non si capisce bene quale sia il sito web che fa fede.

E qui finiscono le cose buone del governo Berlusconi. Girando per internet però abbiamo scoperto che anche il brevissimo governo Prodi fece qualcosa di egregio. Ne parliamo nel prossimo paragrafo.

 

PUBBLICITÀ DEI CONTRATTI CO.CO.CO.

Come molti di noi sanno, purtroppo, ormai si lavora solo a Co.co.co e affini tipologie contrattuali. Anche nella Pubblica Amministrazione questo tipo di contratto è ormai diffusissimo e consente allo Stato di risparmiare notevolmente sui costi del lavoro.

Il risparmio quindi sarebbe il motivo per ricorrere ad una consulenza o prestazione esterna piuttosto che utilizzare risorse di personale interne. Tuttavia, se non ricordo male, qualche tempo fa a seguito di alcune inchieste venne alla luce che i consulenti esterni costavano alla PA enormemente di più che nuove assunzioni. Per questo il legislatore inserì una norma per cui tutte le amministrazioni pubbliche devono pubblicare sui loro siti istituzionali la lista dei collaboratori esterni e le relative retribuzioni. Per spiegarmi meglio vi metto il link  alla pagina dove potete trovare tale lista pubblicata dal sito del CLA di Roma Tre (cliccate in basso dove c’è scritto “Elenchi ex art. 3 L. 244/07”).

Questi elenchi dal nostro punto di vista non servono certo per monitorare le spese folli delle pubbliche amministrazioni (magari!) quanto piuttosto perché sono l’unico modo, per quello che ne sappiamo, per controllare l’affidamento degli incarichi secondo la graduatoria stilata in sede di selezione comparata. Quest’ultimo tema è uno su cui non riesciamo a raccapezzarci, l’unico appiglio che abbiamo trovato è il riferimento ai regolamenti interni degli atenei. Ancora una volta per darvi un esempio, che poi rappresenta sostanzialmente un copia-incolla del testo della legge a cui si riferisce (30/12/2010 N 240, cfr. in particolare l’art. 3) vi posto il link dell’ateneo Roma Tre. L’unica cosa certa, che dice la legge (cfr. art. 3 ai commi 18 e 54), è che i termini del contratto devono essere pubblicati tempestivamente, non si scherza:

18. I contratti relativi a rapporti di consulenza con le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono efficaci a decorrere dalla data di pubblicazione del nominativo del consulente, dell’oggetto dell’incarico e del relativo compenso sul sito istituzionale dell’amministrazione stipulante.

[…]

54. All’articolo 1, comma 127, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, le parole da: «pubblicano» fino a: «erogato» sono sostituite dalle seguenti: «sono tenute a pubblicare sul proprio sito web i relativi provvedimenti completi di indicazione dei soggetti percettori, della ragione dell’incarico e dell’ammontare erogato. In caso di omessa pubblicazione, la liquidazione del corrispettivo per gli incarichi di collaborazione o consulenza di cui al presente comma costituisce illecito disciplinare e determina responsabilità erariale del dirigente preposto».

E qui finiscono le cose buone del breve governo Prodi e poi si continua con una proposta di collaborazione per i volenterosi lettori.

PROPOSTA

Nel post scritto a settembre facevamo riferimento al fatto che sarebbe oppurtuno che oltre alla pubblicazione su internet ci sia un servizio di mailing list che avverta dell’uscita di un bando. Sinceramente, se a seguito di una legge dello Stato c’è voluto un anno e mezzo affinché le istituzioni si attrezzassero per pubblicare un documento in .pdf su un sito internet (e alcune non ci sono riuscite neanche dopo due anni) crediamo sia fare l’avvocato della causa persa mettersi a chiedere un servizio che avverta della pubblicazione di un bando. Una mailing list! Che avverta i sudd… cittadini che l’università che loro sostengono con le loro tasse ha pubblicato un bando! Assurdità inaudite! 🙂

Tuttavia permane l’esigenza di avere uno strumento veloce e facilmente consultabile per verificare quali siano i bandi usciti. In parole semplici, una pagina con dei link verificati. Come abbiamo visto non sempre esiste, come ci si aspetterebbe dopo aver letto il testo della legge, un unico sito che si chiama per tutte le università “Albo pretorio”, dove vi si possono trovare tutti i bandi di lavoro di tutti i tipi; questo costringe ancora a vagare in internet per ore alla ricerca del link giusto. Noi insieme ad un’altra blogger (Valentina di Cesare) abbiamo cercato di reperire i siti dove vengono pubblicati i bandi, ma il lavoro si è dimostrato enorme per due persone sole. Chiediamo quindi a tutti coloro che vogliano collaborare di inviarci i link di dove ventono pubblicati i bandi dei CLA, che, ripetiamo, DEVONO venire pubblicati. La sola cosa di cui vi preghiamo e che nel momento che ci inviate un link sia verificato, ossia sia effettivamente quello dove vengono pubblicati i bandi.

Chi poi voglia incaricarsi di contattare le università per capire come mai hanno stipulato una convenzione con una società il cui sito non risulta lo specchio di quello che viene pubblicato sul sito istituzionale sarà da noi molto ringraziato, perché ci piacerebbe andare in fondo alla questione, ma le forze dei redattori di questo blog sono limitate dalle stringenti necessità ricordate mensilmente dal padrone di casa. Se invece il lavoro si divide, si potrebbe fare di più.

 

P.S. La volenterosa Valentina di Cesare che avevamo contattato qualche tempo fa, pur non disponendo di un pc a casa è riuscita a reperire i seguenti link ad albi pretori:

Uni basilicata http://www.ardsubasilicata.it/main/Webby.do?pid=137

Uni Brescia http://www.unibs.it/organizzazione/concorsi-bandi-e-gare-albo-pretorio

Uni Camerino http://www.albopretorionline.it/unicam/alboente.aspx

Uno Catania http://www.albopretorionline.it/unict/alboente.aspx

Uni L’Aquila http://www.adsuaq.org/albo_pretorio.php

Uni Messina http://www.albopretorionline.it/unime/alboente.aspx

Per una lista piu’ completa dei link a centri linguistici universitari, clicca qui.

3 pensieri su “Operazione trasparenza

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  3. Ovviamente un servizio di allerta tramite e-mail e’ facilissimo da impiantare, e basterebbe una piccola volonta’ di migliorare la trasparenza nei confronti dei cittadini per impiantarlo, come infatti ha fatto la Banca d’Italia. http://alert.bancaditalia.it/alert/subscribe.jsp

    Della stessa istituzione notevole e’ anche l’italiano dei bandi dei concorsi: piano, chiaro, rispettoso del cittadino-lettore.

    Come si vede anche in Italia si possono fare le cose come si fanno nei paesi dove il cittadino gode di maggiore rispetto e garanzie, basta utilizzare bene l’italiano il resto viene da se.

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