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Credo ci sia qualche problema con i commenti, o negli estensori o nel programma che li distribuisce. Verificheremo.
Ma di che parlate? Non capisco!
@Lawrence: rispondo solo alla prima domanda, il resto non lo capisco. Il criterio non è difficile da applicare. Se vuoi comincia con un’occhiata qui: http://www.dilit.it/formazione/articoli/UnaLezioneDiLetturaUnEsempio.htm?height=400&width=600&keepThis=true&TB_iframe=true
il falso studio circola in rete e diventa filone di ricerca di Francesco Cerati Nova (Il Sole 24 ore 29 gennaio 2012)
Licia: Mi sbmrea un criterio difficile da applicare. Chi vuole fare la parte di quello che mette il nome su un lavoro senza averci messo troppo impegno? Non so, e’ una consuetudine che non mi convince molto.
Io conoscevo questa, che non è tanto differente:
Secnodo un pfrosseore dlel’Unviesrita’ di Cmabrdige, non imorpta in che oridne apapaino le letetre in una paolra, l’uinca csoa imnorptate e’ che la pimra e la ulimta letetra sinao nel ptoso gituso. Il riustlato puo’ serbmare mloto cnofsuo e noonstatne ttuto si puo’ legerge sezna mloti prleobmi. Qesuto si dvee al ftato che la mtene uanma non lgege ongi ltetera una ad una, ma la paolra nel suo isineme. Cuorsio, no?
Slauti.
Il concetto però è più interessante di un giochino. I nostri studenti sono dotati di capacità che spesso non vengono messe in campo nello studio. La mente umana cerca di capire spontaneamente saltando, colmando, appoggiandosi sugli elementi più trasparenti, ignorando quelli più ostici, inferendo, facendo supposizioni e cercando conferme o smentite.
Questo genere di operazioni mentali dovremmo forse privilegiare in classe, ad esempio utilizzando la modalità descritta da Christopher Humphris in questo articolo: http://www.dilit.it/formazione/articoli/LaLettura.htm?height=400&width=600&keepThis=true&TB_iframe=true